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giovedì 19 febbraio 2015

OLI 421 - SOMMARIO

PAROLE DEGLI OCCHI - Promozione scientifica (a cura di Giorgio Bergami)
AMBIENTE - Il Marsano tra tradizione centenaria e PUC prossimo venturo (Stefano De Pietro)
ELEZIONI REGIONALI - Riusciranno i nostri eroi? (Bianca Vergati)
POLITICA - Don Farinella, anima della sinistra (Giovanna Profumo)
TURISMO - Non è una città per turisti (Ferdinando Bonora)
ESTERI - Voci dalla stampa internazionale (a cura di Saleh Zaghloul)
TEATROGIORNALE - Coexist (Arianna Musso)

OLI 421: PAROLE DEGLI OCCHI - Promozione scientifica

(Foto di Ferdinando Bonora)
Genova, vico di Pellicceria, febbraio 2014: a due passi dalla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola

OLI 421: AMBIENTE - Il Marsano tra tradizione centenaria e PUC prossimo venturo

L'Istituto Agrario Marsano di Sant'Ilario a Genova è un'eccellenza nel panorama della conservazione della tradizione ligure. Fin dai tempi della sua costituzione Bernardo Marsano pensò a qualcosa che servisse alla creazione di posti di lavoro per i giovani attraverso la trasmissione di tradizioni agrarie arricchite dalle "nuove tecnologie". Oggi, una nuova tecnologia potrebbe essere considerata una delle attività più antiche al mondo che si è persa: saper costruire a mani quasi nude un muretto a secco, uno di quei tanti che caratterizzano il paesaggio ligure e che hanno contribuito alla sua trasformazione nel rispetto delle proprietà di drenaggio dell'acqua.
La gara dei muretti a secco che si è svolta giovedì 12 febbraio 2015 tra le classi delle varie succursali della scuola sparse per il territorio della provincia genovese ha trovato una giornata primaverile a mezzo febbraio. Bene per tutti: per i ragazzi che amano, a quell'età, muovere le mani più che piegare la testa sui libri, bene per i professori che hanno modo di conoscerli anche al di fuori dei banchi in un contesto pratico, per gli invitati esperti di muretti a secco ben felici di trasmettere le proprie conoscenze, e per gli ospiti con la fortuna di ammirare il paesaggio mozzafiato che si gode da quel posto selezionato. La professoressa Angela Comenale ci spiega nel video come mai sia così importante non perdere questa tradizione, fatta di saperi locali, lontani, e di natura che si incastra tra le pietre accatastate.
Eppure, in mezzo a questo paradiso, incombe ancora una voce strana del Piano urbanistico comunale che presto passerà in Consiglio a Genova: una strada prevista in zona ma stranamente non disegnata, per scelta, per non segnare graficamente la pretesa assurda di attraversare il Marsano con una viabilità verso il nulla dei terreni a levante, pronti per una possibile speculazione, una cosa che nessuno vorrebbe votare ma che qualcuno pretende con forza ed insistenza.
Una situazione più volte segnalata dalle associazioni ambientaliste, da alcuni gruppi politici, dal Marsano stesso che attende da anni un riconoscimento ministeriale di area protetta che non arriva, senza comprenderne la ragione.
(Stefano De Pietro)

OLI 421: ELEZIONI REGIONALI - Riusciranno i nostri eroi?

“Essere protagonisti”, sottolinea il giovane Stefano Quaranta, occhialini, ascetico, con il tono appassionato di chi ci tiene a rimarcare che non vuole stare alla finestra, come se quel voto unanime Pd per il Presidente della Repubblica avesse scompigliato uno scenario immobile, quasi la brezza capitolina fosse divenuto un uragano, finiti i tempi da comprimari. Di nuovo in prima fila a rivivere l’impegno in Parlamento, “l’avventura” come la definisce l’altro giovanotto.
L’altro è Luca Pastorino, nell’immancabile smilzo cappottino blu, un dejà vu in puro stile modaiolo fiorentino, chissà se qualcuno glielo dirà prima o poi. Sindaco di Bogliasco, ha fatto del suo Comune un vanto pazzesco, peccato che per colpa del governo abbia dovuto portare al massimo l’Imu, ma “le prime case sono salve” si è giustificato, peccato che vi siano, soprattutto, seconde case, 4456 abitanti. Eletto deputato Pd, civatiano, fiero di essere panda nel suo partito, anche se dal solito loggione, cioè dal fondo della sala qualcuno gli grida “perché non te ne esci?”, sentendolo lamentarsi del solito Pd.
Ecco i due quarantenni, sono la strana coppia che si è presentata a Palazzo Tursi per la kermesse di Rete a Sinistra sabato 7 febbraio. Una strana coppia per rappresentare una storia due punto zero. Dalla platea una sfilata di “io vorrei”, il risultato di un sondaggio sulla “Liguria che vorrei”. Sanità eppoi ancora sanità, con qualche buona proposta, perché è pur vero che rappresenta quasi il totale della spesa regionale, l’immarcescibile politica di genere, riferita alle candidature ovviamente, un po’d’ambiente, che pare in testa al gradimento, infine il tema del lavoro che non fa mai male. Il tutto esposto con toni vibranti, anche da impiegati regionali, preoccupati del futuro: dove mai troveranno un altro assessore al Personale come Matteo Rossi, ex Sel, che ha difeso per loro “una indennità-disagio di 13,02 euro lordi al giorno per i dipendenti delle fasce più basse, “obbligati a orari non programmabili, impegnati in relazioni interpersonali e procedure complesse..”( http://www.regione.liguria.it/argomenti/media-e-notizie/archivio-comunicati-stampa-della-giunta/item/38716-spese-della-liguria). Le indennità di disagio erano previste fin dal
contratto decentrato del 2004, si era difeso in conferenza stampa l’assessore Matteo Rossi dietro le sue bianche lunettes, sostenendo che tale contratto era stato cancellato a gennaio 2014 e per le fasce più basse, firmato da tutte le sigle sindacali. L’indennità riguardava anche addetti ai magazzini, al servizio posta interno... al gonfalone dell’ente: per quest’ultimo servizio di rappresentanza, un’indennità di 46 euro lordi nei giorni feriali e 154 nei festivi. Se n’è uscito da Sel l’assessore, starà tentando di entrare nel Listino del presidente candidato.
 “Il candidato ora non conta”, insiste Quaranta di Sel, “davanti a questa platea meravigliosa”.
E quando conta?
Dopo l’uscita di Cofferati, pare definitiva, ma non si sa mai, il bolognese è provvisto di porte girevoli, si va cauti, si evoca L’Altra Liguria, altre associazioni in un invito a “ tutti insieme appassionatamente”
L’impressione e il timore di chi ascolta tutti quei volenterosi è che ciascuno si tenga stretto il suo gagliardetto, nessuno pare ricordarsi che l’avversario non è soltanto Renzi o la Lella di Spezia, e che se a destra si mettono insieme, chissà. Del resto, dopo l’elezione del presidente Mattarella l’opposizione a Renzi sembra più soft. Pur se i grillini, loro malgrado devono fare gli sdegnosi, ordini del capo. Ma se c’è un buon candidato nel segreto dell’urna...ufficialmente un’occasione persa.
Altrimenti i numeri parlano chiaro.
Elezioni Europee 2014, Lista Tsipras: 4,51%;. Per Sel alle Politiche 2013: 3,4%; Amm 2012: 5,03%. Gli altri uno zero virgola.
Ma dove si va? Con i cento ribelli antipaita?
(Bianca Vergati - Foto di Giovanna Profumo)

OLI 421: POLITICA - Don Farinella, anima della sinistra

“Noi oggi abbiamo bisogno di una politica orgogliosa del proprio primato, da esercitare senza alcuna subalternità: una politica capace di ascoltare e decidere velocemente. Perché dobbiamo essere veloci, liberarci delle zavorre di chi non vuole mai cambiare e correre, in Italia e in Liguria”. Così Raffaella Paita sul Secolo XIX di lunedì 16 febbraio.
Recentemente mi è stato fatto notare che in quest’ode al turbo, comunque e a tutti costi, c’è un’eco del passato, una certa visione del mondo, decisamente futurista. In questo caso futu-lista.
Corsa, cambio di passo, velocità,  in ambito Pd, potrebbero diventare argomenti per una tesi. Ma nell’intervento della candidata c’è qualcosa di più: la volontà di imporre un modello preciso di alleanze, quando, dichiarando di volersi rivolgere a tutta la “società ligure”, scrive “basta con la ripartizione di ruoli tra centro e sinistra”. Là dove con centro si vorrebbe dire anche destra, ma non si fa per pudore elettorale.
La mutazione genetica del Pd in Liguria si compie plasticamente sulla scia della politica di Renzi, ma ha origini più antiche, a partire dal tacito accordo che vedeva i due Claudii (Scajola e Burlando) spartirsi il territorio della regione. In momenti topici di Claudii ne abbiamo collezionati tre (quando si aggiungeva il Riva, quello dell'Accordo di Programma per l'Ilva)
Per questo sarebbe – o sarebbe stato – importante cogliere l’appello di don Farinella che, in base ad una tradizione genovese che vede alcuni preti (Gallo, Balletto, Tubino) in prima linea nella difesa degli ultimi e nelle battaglie politiche, ha chiamato a raccolta nella sua chiesa chi alle prossime elezioni presenta programmi simili o si definisce ancora di sinistra, un’assemblea tesa prendere atto che da soli – sia M5S che i gruppi di sinistra – perdono, un invito a chi è disorientato per tutto quanto sta accadendo a tornare ad “occuparsi di politica”.
“La storia indica la strada, non i nostri desideri che possono restare anche sterili. O si vuole cambiarne il corso o si vuole esserne solo testimoni e testimoni inutili.” ha detto Farinella.
Pare che ad oggi, quest’appello all’unità, non abbia avuto ascolto. Alice Salvatore a San Torpete, il 13 febbrai, non è venuta e Paolo Putti che, comunque, nei Cinquestelle, rappresenta l’ala critico-costruttiva non è parso intenzionato a farsi carico di un “percorso” unitario, consapevole che, dopo aver abbracciato l’estrema antipolitica grillina, con molta difficoltà i militanti liguri potrebbero convergere un’area caratterizzata da forti componenti partitiche (Sel, Sinistra Pd, Tsipras).
Sarebbe necessario un miracolo.
E’ probabile che in assenza di una lista credibile a sinistra in molti rinunceranno a votare, con buona pace della Paita, capace in extremis forse di coinvolgere i civatiani . In assenza di un miracolo, restano, per chi fosse interessato alla Liguria due testi “Il libro bianco sulla Liguria” promosso da Controvento e “L’Italia che Vorrei. Ripartire dalla Liguria” voluto da don Farinella.
Se per ora non “podemos” i due libri potrebbero diventare spunto per parlare veramente di programmi futuri. Senza fretta.
Ma, dopo le elezioni, cosa resterà di questa voglia di far polituca?
(Giovanna Profumo - foto dell'autrice)

OLI 421: TURISMO - Non è una città per turisti


Bel colpo, complimenti!
Siamo a Genova in Strada Nuova, oggi via Garibaldi. Dal 2006 riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità nell’ambito del complesso dei Palazzi dei Rolli, l’originale sistema che tra 1576 e 1664 individuò e classificò circa 160 dimore private in grado di offrire degna ospitalità di Stato ai forestieri illustri.
Trascorrono i secoli, cambiano gli stranieri e soprattutto il concetto di accoglienza. Il sontuoso palazzo che nel Cinquecento fu di Angelo Giovanni Spinola ospita oggi una banca dall’altisonante nome tedesco, ma il cartello posto all’entrata esprime una considerazione per coloro che vi si affacciano a dir poco insultante e molto genovese, secondo certi standard attuali. “PROPRIETÀ PRIVATA / Si pregano i / Sigg. Visitatori / di non / sporcare / l’atrio / BENI SOTTO TUTELA”.
La falsa cortesia del “Si pregano i Sigg. Visitatori” si stempera subito nel perentorio invito a “non sporcare l’atrio”, dando a chiunque del potenziale sozzone. Il tutto sormontato da una lapidaria dichiarazione di proprietà privata, quasi che se fosse un bene pubblico potrebbe essere invece impunemente lordato. A rafforzare il concetto, il tutto è concluso dal’annotazione che si tratta di “beni sotto tutela”.
Che ci si preoccupi della tutela del bene è chiaro anche per la cura con cui sono stati predispostii i vistosi cordoni corredati da targhe “VIETATO SEDERSI”, posti davanti ai due monumentali e solidi sedili in muratura concepiti e realizzati quattro secoli e mezzo fa per consentire a tutti di sostare, riposandosi nella bella atmosfera del vasto atrio affrescato. Essi sono tuttora in perfetto stato di conservazione, malgrado le innumerevoli terga che si sono appoggiate nel tempo sui loro lastroni di ardesia. A titolo di confronto, nell’atrio del poco distante Palazzo Rosso – di proprietà pubblica – due ben più delicate panche in legno dipinto sono a completa disposizione di chi desidera sedervisi. Evidentemente i responsabili della gestione di questo palazzo paventano orde di barbari invasori pronti a stravaccarsi sui sedili per farne scempio e a bivaccare spargendo immondizie. Meglio prevenire, anche a costo di suscitare i commenti ora infastiditi e ora sarcastici di coloro – italiani e stranieri  – che notano questi cartelli improntati a quella tipica genovesità fortunatamente sempre meno diffusa ma che stenta a morire, con la sua chiusura così ben sbeffeggiata da Fabrizio Casalino nell’esilarante ridoppiaggio di celebri film, giocato sul tema dell’accoglienza ligure:


Sia pur con le migliori intenzioni, le suddette scritte ottengono uno sgradevole effetto respingente che ben si lega alla generale sciatteria presente ovunque ormai da anni tra cantieri eterni, marciapiedi e strade sconnesse, aiuole rinselvatichite, arredi urbani trasandati (in primis i vergognosi, luridi e sgangherati vespasiani di via Turati e soprattutto piazza Caricamento, a due passi dall’Acquario e accanto alla sosta dei pullman di comitive allibite).
Genova è sicuramente “MORE THAN THIS” – come recita lo slogan del nuovo logo promozionale della città – ma fa ben poco per darlo a vedere. Cerchiamo tutti, cittadini e pubbliche amministrazioni, di dedicarci con impegno e orgoglioso entusiasmo a invertire la rotta.
(Ferdinando Bonora – fotografie dell’autore - filmato da internet)

OLI 421 - ESTERI - Voci dalla stampa internazionale

Miti sull’ISIS
17 febbraio 2015 il  Juan Cole dissipa efficaciamente alcuni miti sull’Isis. http://www.juancole.com/2015/02/todays-about-daesh.html

Gli abusi sessuali da parte di un Imam in Illinois (USA) sono in prima pagina.
New York Times, 16 febbraio 2015. 
http://www.nytimes.com/2015/02/16/us/sexual-assault-suit-against-illinois-imam-highlights-a-communitys-divisions.html?ref=todayspaper&_r=1

A caccia dell’arma climatica
The Guardian, 15 febbraio 2015: "Uno scienziato americano ha espresso la preoccupazione che i servizi di intelligence stiano finanziando una ricerca sul cambiamento climatico per sapere se le nuove tecnologie potrebbero essere usate come armi potenziali. Alan Robock, un climatologo presso la Rutgers University nel New Jersey”. http://www.theguardian.com/environment/2015/feb/15/spy-agencies-fund-climate-research-weather-weapon-claim

Usare il clima come arma
The Independent, 15 febbraio 2015: "Un esperto scienziato americato ha affermato che il governo degli Stati Uniti ha utilizzato il clima in modo ostile, citando l'azione di spargere nuvole durante la guerra del Vietnam (..). Ha anche dichiarato che la CIA aveva seminato nubi su Cuba "per far piovere e rovinare il raccolto dello zucchero". http://www.independent.co.uk/news/science/spy-agencies-could-be-funding-geoengineering-research-in-pursuit-of-weaponising-the-weather-scientists-claims-10047544.html

Human Rights Watch / Israele 
Human Rights Watch, 17 febbraio 2015: “La sentenza della Corte Suprema Israeliana sulla richiesta di un risarcimento danni per la morte di Rachel Corrie invia un messaggio pericoloso alle forze armate israeliane che possono sfuggire alla responsabilità per le azioni illecite, ha detto, oggi, Human Rights Watch.”
 http://www.hrw.org/news/2015/02/17/israel-dangerous-ruling-rachel-corrie-case

Hollywood e la politica
The Intercept, 13 febbraio 2015: “La polemica di quest'anno su film e storia ha portato a una scrollata di spalle sprezzante da parte dei critici culturali che stancamente ci dice che i film sono solo film e che non si dovrebbe prendere a cuore la loro lettura della verità e godersi solamente lo spettacolo." "Hanno ragione, Hollywood non è una aula scolastica, il problema, tuttavia, è che i film (..) possono plasmare la nostra comprensione degli eventi politici”. https://firstlook.org/theintercept/2015/02/13/why-hollywoods-war-stories-need-to-be-true/

(a cura di Saleh Zaghloul - immagine di Guido Rosato)

OLI 421: TEATROGIORNALE - Coexist


(Foto da IF Italian Factory Magazine)
Il Teatrogiornale è un racconto di fantasia liberamente tratto dalle notizie dei giornali

da Il Corriere.it

Esterno notte, davanti a un muro in una periferia parigina.
Un ragazzo in djellaba bianco e giacca di pelle nera si avvicina al muro, si toglie lo zaino dalla schiena. Ha lo sguardo circospetto. La barba è lunga e nera, sul sopracciglio destro un piercing brilla come una cicatrice. Lo zaino è incrostato di spille e scritte che, illuminate dal lampione, luce gialla che si affievolisce a tratti, rimangono indecifrabili.
Una cartellina rosa con dentro dei fogli neri e rossi, un barattolo bianco col tappo blu.
Il ragazzo allinea questi strumenti sul marciapiede, fa un passo verso destra e rificca la mano nello zaino per tirare fuori qualcosa che luccica nella fioca luce notturna.

- E tagliati sta barba, cretino!

Un ragazzo dalla testa rasata, uscito da un vicolo dietro il lampione, mani in tasca e scarpe militari, gli assesta un calcio sulla spalla facendolo cadere in avanti. Subito dietro il rasato in maglietta nera, uno in maglietta rossa con occhialini giallo limone. Ride nervoso, guardandosi le spalle dopo aver superato il ragazzo in djellaba che si rialza. 
Questi finisce di vuotare lo zaino dopo aver inveito ed essersi massaggiato il braccio. Un rullo di piccole dimensioni, un pennello piatto, tre bombolette spray: nero, rosso e bianco.
Due finestre si accendono e si spengono sopra la sua testa, come due occhi che sbattono le palpebre.
Il ragazzo in djellaba tira fuori dalla cartellina rosa un foglio con disegnato una stella di david e l’appende al muro.

- Lo sapevo che eri un sionista della malora.

Il ragazzo con la maglietta rossa è sempre dietro al più grande e rasato che ritorna indietro di scatto. Il ragazzo in djellaba si ferma e lo guarda con occhi di sfida, sempre tenendo il foglio.
Gli occhi luminosi sbattono accompagnate da delle urla maschili e femminili.

- Fatti gli affari tuoi…Questa è ancora casa mia… Che se ne tornino a casa loro…Che se poi ti vedono… esplodere la casa… Non posso avere paura… casa mia, che se ne tornino a casa loro in islamilandia… Che poi ti vedono.

Le finestre si chiudono. Il ragazzo rasato e l’altro tirano un secondo calcio alle bombolette che rotolano. Ritornano nel buio. Il ragazzo in djellaba tira su le bombolette e attacca una croce a destra della stella di David.
Tre ragazzetti in giacca leggera lanciano una sigaretta nella sua direzione, il ragazzo in diellaba istintivamente mette la mano dove la cicca accesa ha toccato la giacca. I ragazzi gli si avvicinano.

- Ebreo?

E calpestano il foglio con sopra la croce. Il ragazzo si china per raccoglierla e i tre gli tirano in ordine: una gomitata, una ginocchiata e uno schiaffo. Lui cerca di proteggersi il volto ma in quel momento arriva altra gente. Un ragazzo biondo vede la cartellina e la apre: Una mezza luna. Urla e si unisce anche lui al pestaggio. Una ragazza in minigonna e tacchi gli tira un pugno. Anche lei uscita dal buio e dal buio escono altre donne e uomini che si mettono a discutere attorno al ragazzo a terra.

- I morti.

I morti sono l'oggetto della discussione, i morti bambini, i morti giornalisti, i morti donne, i morti soldato. Ognuno ha un morto da reclamare. Visto che hanno smesso di picchiarlo, il ragazzo in djellaba si alza e continua il suo lavoro, mastica insulti e sangue. Attacca le scritte, ci passa sopra con la bomboletta nera, stacca i fogli che lasciano il disegno sul muro, firma in rosso e poi spennella il muro di colla vinilica e vi attacca un suo autoritratto in carta.

La gente lentamente si disperde, solo gli occhi luminosi sopra la sua testa sbattono le palpebre ancora per un po’, come un nevrotico in preda a un attacco di paranoia che non riesce a gestire. In ragazzo in djellaba rimette tutto nello zaino alla rinfusa, vuole tornare a casa, quando dal buio escono tre uomini che guardano la scritta sul muro e il ragazzo con aria di rimprovero:

 - COEXIST. Che cosa vuol dire Coexist?

Il ragazzo si gira sorridendo.

 - Allora voi siete riusciti a leggerlo!

Non riesce ad aggiungere altro perché gli ultimi uomini della notte sono armati di manganelli.

(Arianna Musso - Foto Internet - IF Italian Factory Magazine)