venerdì 31 gennaio 2014

OLI 397: SOMMARIO

OLI 397: PAROLE DEGLI OCCHI - Preghiera per una crisi

Foto di Paola Pierantoni
Su un palazzo nel centro di Atene queste due mani in preghiera

OLI 397: ILVA - Guido Rossa, i bambini nel deserto

Cosa direbbe oggi Guido Rossa se fosse qui? 
E lui è qui! Basterebbe chiudere gli occhi e attorno a noi potremmo sentire una folata di vento dolcissima 
E se lui è qui, cosa direbbe oggi in questo contesto?
Lui direbbe che bisogna difendere la classe lavoratrice!
Lui direbbe che oggi la crisi pretende che ci sia più giustizia e più uguaglianza!
Lui direbbe che quando si firma un accordo, quell'accordo va rispettato!
Carla Cantone, Spi-Cgil in occasione della commemorazione di Guido Rossa il 24.1.14 

Quando tutto si mescola il quadro risulta confuso.
Questa operazione favorisce i responsabili di azioni, ancor più se numerosi, nell’evitare con cura di riconoscere i propri errori e porvi rimedio.
Nella faccenda dell’Ilva di Cornigliano il quadro, dopo nove anni, è diventato un pastone letale. Ma quello che lascia basiti è l’assenza totale di un bilancio politico che individui le ragioni per le quali si è arrivati qui.
La colpa, quando si è parlato di siderurgia genovese, è sempre stata di altri – magistratura, ambientalisti, crisi – questo ha consentito negli anni passati l’auto-assoluzione di tutti i firmatari dell’Accordo di Programma. Con la differenza che un colpevole oggi – ma solo oggi - pare sia stato individuato: Riva.
Adesso, che quel nome – dominus incontrastato di Cornigliano - è stato cancellato persino sui cartelli dei parcheggi riservati di stabilimento, è permesso prendere atto pubblicamente che l’Accordo di Programma non è stato rispettato, va riveduto e che bisogna porre rimedio all’emergenza occupazione.
Il presidente della Regione ha il candore di un ragazzino che finisce un ciclo scolastico, non un ciclo
amministrativo, quando invoca un nuovo accordo per l’acciaio.
Ma che ne è stato dell’altro? Perché chi doveva vigilare o quantomeno proporre soluzioni alternative per una prospettiva occupazionale seria ha taciuto?
Il deserto siderurgico descritto da Bruno Viani sul Secolo XIX del 25 gennaio è frutto di nove anni di assenza di vigilanza con la volontà di silenziare le voci di chi diceva che con quegli impianti era fantascienza occupare tutti. In quel deserto sono stati fatti rientrare cinquecento lavoratori tre anni fa, dopo cinque anni di lavori socialmente utili, per essere collocati il giorno dopo nei contratti di solidarietà. Di quel deserto prima era vietato parlarne. Scoraggiante sollevare la questione anche nelle assemblee sindacali dove l'analisi del rapporto occupazione-impianti veniva allontanata con malcelato fastidio.
In tutto questo Guido Rossa cosa c'entra?
La retorica sui lavoratori dovrebbe, almeno oggi, avere il pudore di fare un passo indietro, senza mettergli in bocca valutazioni sul presente e sul futuro della sua fabbrica.
Meglio sarebbe stato dare più spazio ai bambini della scuola elementare X Dicembre in quell'ora di ricordo per Guido. Alle loro fabbriche dai nomi magici - Guanto Schioccante, Desiderio, Clanma – disegnate con cura e fatte scivolare sotto gli occhi di telecamere veloci a registrare la tenerezza dell'evento: i bambini nel reparto di Guido Rossa. O far raccontare alla loro maestra come si spiega oggi ai bambini la realtà delle fabbriche italiane.
Chissà come si insegna a difendere i grandi sogni.
(Giovanna Profumo - foto dell'autrice)

OLI 397: ITALIA - Paestum, splendore e vergogna

Infiniti si susseguono i compianti sullo spreco dell’incredibile ricchezza storica, artistica e paesaggistica che l’Italia ha ereditato dalla sua storia.








Potremmo essere ricchi solo di questo, se sapessimo, se volessimo: lo si sente ripetere spesso, soprattutto in questi tempi di crisi.








Tutto resta sul fondo della nostra amarezza per il presente, finché non prende vita come acuto senso di vergogna quando ci capita un contatto diretto con una di queste nostre meraviglie disprezzate.








Così nei giorni scorsi, a Paestum. Non servono parole, bastano le immagini.









 (Paola Pierantoni - Foto dell'autrice)

OLI 397: URBANISTICA - Renzo Piano e la Timidina C


La città perfetta per Renzo Piano resta Genova, città d’ardesia e pietra, silenziosa, attenta, dove puoi restare “attaccato come una patella”, come diceva Calvino, ma anche aperta, luminosa, con il mare, che ti fa venire voglia di andare a conoscere il mondo.      Con intelligenza “leggera”, con un’ostinazione non sempre “permeabile”, come sospira di sé stesso, l’architetto senatore ha spiegato sabato 25 gennaio a La7 in Ottoemezzo la sua idea di città, dalla bellezza “non paludata”, paventando il timore che consegneremo ai posteri le città peggiori della storia se non s’interverrà, tenendo a mente proprio la bellezza. Che non significa demolire e ricostruire e tantomeno consumare altro suolo per nuove costruzioni, cinque milioni di case vuote e 8 metri quadrati al secondo di suolo consumato negli ultimi anni in Italia, ma anche recuperare ciò che più trascurato e degradato è spesso nel contesto urbano, ovvero le “periferie”, le città del futuro, secondo Piano.
 E' la grande scommessa dell’urbanistica se diverranno o no urbane, nel senso anche di civili, se si ridarà loro una nuova identità, che non è quella di oggi, sovente quartieri dormitorio, perché sono veri luoghi ricchi di umanità e di energia, dove abita la quasi totalità degli abitanti, soltanto il dieci per cento risiede nei centri storici. Su Cultura-Domenica del Sole 24 Ore del 26 gennaio precisa il suo pensiero, racconta che le periferie vanno riviste, “rammendate” con “funzioni catalizzanti che fecondino questo grande deserto affettivo”.
 Se occorre un nuovo ospedale lo si costruisca in periferia, vi si aprano teatri, nuove piazze, spazi d’incontro, riutilizzare caserme, aree industriali o ferroviarie dismesse e tanto verde, che non è un fatto “cosmetico”, anzi si deve tracciare una green belt, una cintura verde che definisca e circondi la città, un limite oltre il quale non si deve più costruire ed entro il quale si deve ricompattare la città medesima. Senza estendere ancora il costruito, insostenibili ormai i costi per mantenere i servizi, le strade.
.  Per “rammendarla” tanti micro-interventi, che darebbero lavoro al comparto edilizio, a molti artigiani, a piccole imprese per l’adeguamento funzionale ed energetico degli edifici esistenti, dal punto di vista idrogeologico, sismico, estetico, a cominciare dalle 60 mila scuole a rischio: un serbatoio di occupazione e di recupero di mestieri anche per giovani, che necessiterebbe di capitali modesti per un Paese che ha un disperato bisogno di manutenzione. Lo Shard, il grattacielo più alto a Londra, costruito da Piano, ha soltanto quaranta parcheggi per diecimila persone: un sistema di trasporti pubblici altamente efficiente quello londinese, ma tale scelta la dice lunga sull’inutilità di costruire ancora parcheggi nelle nostre città, si deve invece puntare sul trasporto pubblico e alternativo.
 Mentre in Parlamento con la “ghigliottina” è stato approvato mercoledì 29 gennaio il decreto Imu-Bankitalia,  insieme all’ennesimo condono edilizio sottobanco. Per questo progetto Renzo Piano stipendierà con il suo introito di senatore il gruppo G124, dal numero della stanza assegnatagli a Palazzo Giustiniani, sei giovani architetti under 40, che elaboreranno proposte per trasformare le periferie, non per distruggerle, per rammendare un  paese sott'acqua e che frana.
   Prevedendo uno spirito da polis, sviluppare processi partecipativi, coinvolgere gli abitanti come già nel 1979 ad Otranto si fece con il Laboratorio di quartiere, patrocinato dall’Unesco. E con un tocco sfizioso: la Timidina C, inventata dall’architetto Marco Ermentini e reclamizzata da Renzo Piano, di cui diamo di seguito le ISTRUZIONI per l'uso.
 - La prima pillola deve essere inghiottita immediatamente al sorgere del desiderio di ricostruire un edificio in stile com’era e dov’era . Normalmente la dose è di 3 pillole al giorno da assumersi in occasione dei sopralluoghi in cantiere. Si consiglia di prolungare il dosaggio per almeno una settimana. In caso di attacchi di ripristino al primitivo splendore, sospendere immediatamente la somministrazione e recarsi al più vicino ospedale oppure alla più vicina CLARTI (CLinica di ARchitettura TImida).
 CONTROINDICAZIONI. Delirio da piccone demolitore, Sindrome da messa a norma, Lifting esasperati al botulino, Arredi urbani in corten (acciaio patinato). Presenza di archistar nelle vicinanze. Tenere il medicinale alla portata dei bambini. Contraccettivo orale del tipo architettonico caratterizzato dal più alto contenuto di intelligenza sino ad ora impiegato in un’ associazione (Shy Architecture Association, www.shyarch.it ). Assunta correttamente sopprime la libido demolitoria e ricostruttoria nei soggetti a rischio professionale nel restauro. Inoltre modifica le caratteristiche psichiche del soggetto ostacolando le decisioni affrettate.
(Bianca Vergati - immagine da Internet)

OLI 397: (DIS)INFORMAZIONE - Pesce in barile

Il mare visto dalla collina di Sant'Ilario
Giornale da bar di circolo, titolo conseguente. Così potremmo definire la "testata" Il Secolo XIX e un articolo che intitola a Grillo il vantaggio della bocciatura da parte della Capitaneria di porto di Genova di un progetto di pescicoltura proprio di fronte alla passeggiata Anita Garibaldi. Un'arguzia sopraffina, riuscire a trovare un collegamento tra il fatto crudo (vasche di pesci che danneggiano i pescatori e la navigazione) e il fatto mediatico, come dire, lavorato di fine all'uncinetto (la vista salvata dalla villa di Beppe), non è cosa da tutti. Se non fosse per la smorfia di dolore etico che questo artifizio crea in chi ancora crede nell'importanza dell'informazione vera, dei fatti e delle idee, sarebbe da applaudire il giornalista, purtroppo sconosciuto, un articolo figlio di NN. Anche guardando la foto, ci si accorge che da Sant'Ilario la visione delle vasche sarebbe stata impossibile, sia per la collocazione che per la distanza.
Poiché i fatti sono sconosciuti al redattore, ci tocca presentarli noi, supplendo a quello che avviene ormai spesso a questo giornale, che quando si riferisce al Movimento 5 Stelle e a Beppe Grillo pare andare in cortocircuito. Eccoli quindi.
Alcuni mesi fa, a settembre 2013, durante una commissione sul litorale, alcuni residenti di Nervi cominciarono a chiedere della pescicoltura che un progetto già approvato dalla Regione e molto ben visto dal Comune stesso piazzava proprio di fronte al Castello di Nervi, all'inizio della passeggiata. Molti consiglieri restarono interdetti, non se ne sapeva nulla. Come sempre, la Giunta e gli Uffici comunali lavorano senza alcuna partecipazione, né con i cittadini, tanto meno in questo caso con i pescatori professionisti che da questa installazione trarrebbero un danno, figuriamoci con i Consiglieri.
Nel tempo che intercorre tra allora e la giornata di mercoledì scorso, alcuni gruppi consiliari si "scatenano" nell'attività di indagine, tra i quali il Movimento, che organizza una riunione pubblica in un locale in passeggiata, durante la quale insieme ai pescatori, invitati dai volantinaggi di preparazione all'evento, spunta anche l'imprenditore. Ne nasce una discussione molto civile, senza urla ma con posizioni divergenti, quel minimo di confronto partecipato. Ulteriori indagini del Movimento fatte con persone abitanti di fronte ad un impianto similare a Lavagna lasciano presumere che l'impianto, in quella posizione, oltre ai problemi indicati dalla Capitaneria sul traffico navale, sarebbe inquinante e pericoloso per la biologia della costa. La posizione cinquestelle si attesta quindi su un diniego dell'opera. In commissione, viene anche posto l'accento sul sistema ombroso usato per l'iter della pratica, che è transitata tra regione e comune senza che i cittadini fossero minimamente interessati. La partecipazione, si sa, è scomoda, allunga i tempi, soprattutto non riempie le pagine dei giornali se non quando, come in questo caso, arriva l'inghippo: una recente norma statale leva al Comune la competenza sul demanio marittimo che ritorna al Ministero dell'agricoltura e, quale suo braccio operativo, alla Capitaneria di porto. Ma al giornale serviva parlare male di Grillo, quindi il titolo assume la forma di una colpa inevitabile, un marchio di spregio, pazienza se la Verità viene sacrificata alla linea editoriale non propriamente "movimentista". Amabili contastorie.
(Stefano De Pietro - immagine da internet)

OLI 397: ESTERI - Voci dalla stampa internazionale

Siria: opporsi al regime e ai piani americani
Mondoweiss, 24/01/2014: “Nel caso siriano (e probabilmente nella maggior parte dei casi), i binari devono essere interamente respinte. Si può opporsi al regime e opporsi allo stesso tempo ai piani americani in Siria. Sia i militari americani che i militari siriani condividono una caratteristica molto evidente: entrambi hanno una capacità suprema di sacrificare le vite dei civili innocenti al fine di promuovere i propri interessi egoistici strettamente definiti. Nel caso americano l’abbiamo già visto in Yemen, Pakistan, Iraq, Afghanistan, Vietnam, Laos e in molte altre aree del mondo”. http://mondoweiss.net/2014/01/oppose-western-intervention.html

Ucraina: paramilitare con simboli fascisti
Wsws, 27/01/2014: “Sono prominenti nelle manifestazioni i paramilitari del gruppo Patriot of Ukraine, l'ex ala paramilitare di Svoboda. I suoi teppisti sono visibili nelle foto delle recenti proteste, armati di catene e mattoni e chiari simboli fascisti sui loro scudi.” http://www.wsws.org/en/articles/2014/01/27/ukra-j27.html

America Latina: cresce la sinistra ma …
Il Washington Post, 26/01/2014: “Ma in altri paesi, in particolare in America centrale, Washington continua a esercitare un'enorme influenza. In Honduras, i locali fanno ancora riferimento alla missione diplomatica degli Stati Uniti come “L'Ambasciata”, come se fosse l'unica ambasciata nel paese.” http://www.washingtonpost.com/world/in-latin-america-right-in-retreat-as-left-wins-more-elections/2014/01/26/a2bb43bc-804b-11e3-97d3-b9925ce2c57b_story.html

Palestina: Scarlett Johansson
Mondoweiss, 30/01/2014: Il rabbino americano Brian Walt: “Aziende come SodaStream, situate in insediamenti ebraici illegali esclusivi costruiti su terra palestinese, non costruiscono “ponti di pace” come sostiene Scarlett Johansson”. “Come persona che è cresciuta in Sudafrica dell'apartheid, so che le persone di tutto il mondo che hanno partecipato al boicottaggio contro il Sudafrica hanno giocato un ruolo importante nel porre fine all'Apartheid. Boicottando le imprese che traggono profitto dall'occupazione, le persone di tutto il mondo potrebbero svolgere un ruolo simile nella lotta palestinese per i diritti umani fondamentali, la giustizia e la pace.” http://mondoweiss.net/2014/01/publicized-sodastream-reactions.html

Spagna: il nuovo cardinale dice che i gay possono essere curati
The Local, 24/01/2014: “Il nuovo cardinale spagnolo del Papa ha detto ad un giornale spagnolo domenica che l'omosessualità è un “difetto” come la pressione alta e che molti gay potrebbero essere curati con un trattamento “trattamento adeguato”. http://www.thelocal.es/20140120/gay-people-can-be-cured-spains-new-cardinal

Repubblica Centrafricana: la minoranza musulmana è sotto attacco
Reuters, 27/01/2014: “Saccheggi e violenze di massa principalmente contro i quartieri a maggioranza musulmana di Bangui si sono intensificati la scorsa settimana, nonostante la presenza di una forza d'intervento francese e migliaia di peacekeepers africani.” http://www.reuters.com/article/2014/01/27/us-centralafrican-idUSBREA0Q11S20140127

USA: Esercito e violenza sessuale
The Washington Post, 26/01/2014: “Il generale Bryan T. Roberts ha avvertito pubblicamente le sue truppe a Fort Jackson - Carolina del Sud, la scorsa primavera che lui e l'esercito hanno “tolleranza zero contro le molestie sessuali e la violenza sessuale”. Ecco ciò che l'esercito non ha detto ai soldati: in quel tempo, Roberts stesso era sotto inchiesta da parte dell’esercito per accuse di aver in diverse occasioni aggredito fisicamente una delle sue amanti.” http://www.washingtonpost.com/world/national-security/military-brass-behaving-badly-files-detail-a-spate-of-misconduct-dogging-armed-forces/2014/01/26/4d06c770-843d-11e3-bbe5-6a2a3141e3a9_story.html

Francia: il razzismo si manifesta più spesso come anti-arabi, anti-islamici e anti-neri
The new York Times, 24 gennaio 2014: “La vicenda Dieudonné è sintomatica di uno scivolo insidioso verso l'intolleranza, ma l'antisemitismo è il meno, il razzismo e la xenofobia si manifestano più spesso come anti-arabi, anti-islamici e anti-neri”. http://www.nytimes.com/2014/01/24/opinion/deciphering-the-quenelle.html?hp&rref=opinion&_r=1

Australia: L’UNO accusa il governo di violare il diritto internazionale
The Guardian, 20/01/2014: “Questo mese, le Nazioni Unite hanno accusato Canberra di violare il diritto internazionale respingendo con la forza in Indonesia le barche dei profughi”. “I potenti degli stati occidentali credono di essere immuni da procedimenti giudiziari. L'idea che un leader o ufficiale occidentale possa essere accusato di crimini di guerra o abusi di potere è quasi sconosciuta”.
http://www.theguardian.com/commentisfree/2014/jan/20/its-time-for-un-sanctions-on-australia-our-government-deserves-nothing-less

Myanmar: una delle storie meno raccontate degli ultimi tempi
Reuters, 23/01/2014: “Le forze di sicurezza del Myanmar occidentale hanno massacrato almeno 40 Rohingya musulmani la scorsa settimana, tra cui donne e bambini, ha detto un gruppo per i diritti umani, giovedì, citando testimonianze, nonostante le smentite ufficiali delle uccisioni.”
http://www.reuters.com/article/2014/01/23/us-myanmar-rohingya-idUSBREA0M0P320140123


sabato 25 gennaio 2014

OLI 396 - SOMMARIO

OLI 396: PAROLE DEGLI OCCHI - Marina a mano armata

(Albiossola Marina - Foto di Giovanna Profumo)

Dicembre 2013 - Albissola Marina - Cartello posto sulla staccionata di recinzione che separa la passeggiata da uno dei molti stabilimenti balneari della località ligure. Chi decidesse, per un tuffo notturno, di superare questo confine, sappia che lo fa a suo rischio e pericolo.

OLI 396: PUC - Quando si partecipa troppo

Mercoledì 22 gennaio, ecco presentarsi alle audizioni di cittadini e associazioni in commissione comunale, circa il recepimento nel Puc delle osservazioni regionali di Valutazione Ambientale, il Comitato di Terralba. Di nuovo? il suo rappresentante ha ormai calcato tutte le platee possibili, presenziando ai convegni, nei municipi, in comune, ai tavoli di discussione, dal piano urbanistico al dissesto idrogeologico, ovunque,occupando tempo e spazio, anche quando la questione c’entrava di striscio. Indubbiamente utile per Terralba, che sarà impressa nella memoria dei partecipanti, pure presso gli stralunati cittadini comuni, che avrebbero voluto sentire qualcos'altro, come in quest'occasione e non una mezz'ora di Terralba con claque al seguito.
Chissà, magari avere una visione un po’ più ampia, sapere quale sarà il futuro dell’abitato e del paesaggio, patrimonio di tutti e non soltanto il destino delle aree ferroviarie di Terralba, su cui erano previsti edificazioni in cambio di una messa a punto di linee metropolitane di superficie: proposta delle Ferrovie dal sapore ricattatorio s’intende.
Così all’ennesima riunione, grazie a chi si guarda soprattutto il suo ombelico, si sono avute “comode”  risposte frettolose e poco articolate su tematiche più generali, che invece interessano tutti i cittadini. Come la proposta di “moratoria sul consumo di suolo” chiesta per la Liguria da Salvatore Settis sul Secolo XIX ( 22.1.14) e portata avanti dalla rete delle associazioni della “Città che vogliamo”, infatti a Genova ci sono quindicimila vani vuoti e dunque che senso ha costruire ancora? Però apparirebbe da “esproprio oltrecortina” la proposta presentata dalle associazioni di un “allontanamento delle popolazioni” da edifici o zone più o meno a rischio, via la Valbisagno o via la Foce.
Inquieta la preoccupazione degli uffici circa l’abbandono delle aree in collina se non si permette l’edificabilità anche a chi non fa agricoltura, come invece chiedono i giovani agricoltori, che lamentano una probabile impennata dei prezzi sui terreni agricoli se diverranno edificabili. E altrettanto dicasi per la richiesta della Coldiretti di tenersi stretti, ovviamente per trasferire o vendere, i diritti edificatori.
Non si sono ancora avute risposte puntuali per le aree a rischio idrogeologico, che ora sono rosse e poi potrebbero non esserlo più, dopo la costruzione dello scolmatore, e nemmeno è chiaro se si costruiranno altri megaparcheggi come quelli a monte nel levante: non è un caso che il terreno dei parchi di Nervi con i suoi alberi centenari che vengono giù, sia intriso d’acqua anche quando non è piovuto. Non sono un caso neppure le casette a picco sul mare sempre nel levante cittadino, quelle che stanno franando a Nervi, frutto di un condono dell’anno di grazia 1986.
Nessun chiarimento neppure sulle “porzioni” di verde che spettano a ciascun abitante, non soltanto l’aiuola-giardinetto o la porzione di mare libero, o al diritto di ciascuno a non vivere con troppi decibel e traffico inquinante con nuovi insediamenti. Invece di costruire le associazioni propongono una “rigenerazione urbana”, come il rinnovare anche dal punto di vista energetico per risparmiare magari sul riscaldamento, e sarebbe anche lavoro per le imprese edili, è vero, ma di questi tempi e con una popolazione anziana chi andrà a dire a migliaia di cittadini che dovrebbero ristrutturare le loro pareti o le loro finestre?
Tutto rinviato alla discussione nello specifico del solo Puc.
Da sottolineare previsioni demografiche ottimistiche degli uffici su eventuali futuri abitanti, previsioni che si rifanno ad un auspicio di città, più che a delle certezze. Si spera che verranno city users per l’università, per l’high tech, per il turismo, per altro lavoro e lo speriamo davvero per Genova, per i nostri giovani, non possiamo respingere queste speranze, ma la realtà di oggi ed il futuro che s’intravede dicono altro.
Prospettive occupazionali che mettono i brividi.
Grazie alla crisi che, per la nostra città, ha radici lontane, grazie allo spirito d’iniziativa dei nostri arditi imprenditori, che hanno investito sì nel territorio, ma al massimo nel mattone, grazie alla preminente politica industriale pseudo-pubblica, che ci ha travolto quando non ha più funzionato. A Genova sarà durissima vedere la mitica luce in fondo al tunnel, ma ancora luccicano i soliti noti, armatori, petrolieri, ministri, parlamentari, amministratori di aziende e istituzioni.
(Bianca Vergati)

OLI 396: SANITA' - Brignole, la morte di un gigante

Un buco di bilancio che sfiora i 40 milioni di euro, al 2013. Una favola che poteva avere un lieto fine si chiude come quella della Piccola Fiammiferaia. Questo grazie ad un mix di responsabilità micidiale, perché la politica ha male agito e purtroppo anche il sindacato non è stato all'altezza della situazione, ha spiegato Antonello Sotgiu, ex dirigente della Cgil. Al suo fianco Michela Costa, Direttore Generale al Brignole dal 2003 al 2008 e Mario Calbi, che la favola dell’assistenza agli anziani a Genova la conosce sin dal 1970.
Allo Zenzero il 14 gennaio, si è cercato di raccontare la storia dell’Albergo dei Poveri partendo proprio dagli anni Settanta quando nel territorio non c’era assistenza domiciliare e solo il ricovero era la soluzione. Grandi “universi concentrazionari” ha spiegato Calbi, parafrasando Foucault, laddove la famiglia, intesa come nucleo protettivo di cura e assistenza, stava evaporando. Il sogno politico di quegli anni era de-istitutizzare, togliere per creare servizi servizi territoriali, ambulatoriali integrati, piccoli istituti di quartiere, con commissioni di controllo costituite da parenti, ospiti e lavoratori. Un sogno che si stava realizzando con un drastico calo dei ricoveri a favore dell’assistenza domiciliare, quando è cambiata la visione politica. E, ha spigato Sotgiu, si è agito con la logica delle clientele, sia per quanto riguardava i servizi che per la parte relativa all’utilizzo del patrimonio disponibile. Anche i cittadini, invitati a vigilare hanno preferito tacere, per l’ansia di vedere il parente rispedito a casa. Mentre la politica nominava presidenti senza competenze manageriali.
Un gigante, così viene definito il Brignole da Michela Costa, per patrimonio immobiliare, autonomia gestione e quattrocento anni di storia. Un gigante stremato dal disordine amministrativo e dai debiti, in grado però, nel 2003 di ripartire grazie al capitale umano professionale di cui disponeva, se questo cammino fosse stato appoggiato dalle istituzioni.
Un gigante che poteva far confluire su di sé, con un’operazione di unificazione, l’istituto Doria e che avrebbe potuto ripartire dando una risposta agli anziani e ai loro bisogni con un’unica azienda pubblica, a sua volta integrata dai servizi del privato-sociale grazie ad un patto che impegnava Regione, Provincia, Comune, e Asl 3. Un patto che è saltato nello spazio di pochi giorni perché qualcuno ha ritenuto che era assolutamente impossibile, impensabile poter mettere un milione e mezzo di Euro su questa partita. Le stesse dirigenze, gli stessi politici che per errori poi banali hanno pagato botte di quattro milioni e mezzo con qualche conto ancora aperto ha detto Sotgiu.
Però il risparmio del 36% in meno c’era, insieme ad un livello di produttività molto alto e posti letto coperti del 95%. Ci doveva essere un provvedimento che non facesse morire asfissiata l’azienda. Nel 2007 il Brignole poteva offrire servizi pubblici e sopperire a funzioni varie per 150 Euro al giorno a posto letto di riabilitazione. Tutto questo nel pubblico. Non c’è stato verso di trovare questo denaro. Nessuno ha mai risposto. Così l’ipotesi è stata cedere il personale in altri enti pubblici, perdendo know how per assumere nuovo personale con altri contratti. Così Michela Costa ha restituito le chiavi. Ed ha chiarito ai presenti in sala: Quest’azienda non è morta da sola perché si volevano fare i servizi domiciliari, ma si voleva che tutti i servizi pubblici venissero convenzionati a qualcun altro. Ed è esattamente quanto si è conseguito perché oggi questa città che, dal punto di vista demografico, sappiamo come è, non ha più servizi pubblici residenziali per gli anziani.
(Giovanna Profumo - foto dell'autrice)

OLI 396: TRASPARENZA - A Scarpino non si fotografa

Pare che le aziende impegnate nella gestione dei rifiuti, del gas, delle acque, della depurazione siano particolarmente attente a non far pubblicare foto dei  propri impianti, E' successo già due volte, in occasione di sedute di commissioni consiliari fuori sede: al depuratore di Quarto, gestito da Mediterranea delle acque (gruppo Iren) e in Amiu, la partecipata del Comune, oggi in mezzo allo scandalo dei liquami di Scarpino e delle "liason", non propriamente professionalidi alcuni dirigenti di vertice.
Nel caso del depuratore la telecamera aveva lo scopo (dichiarato) di documentare il funzionamento dell'impianto, e l'autorizzazione richiesta non è mai arrivata. Per quanto riguarda Amiu, il diritto di un Consigliere comunale a fotografare e riprendere si ferma al cancello dell'impianto di trattamento della differenziata a Sardorella, così come nella discarica di Scarpino.
Certo, viene da pensare che entrambe le aziende possano avere qualcosa da nascondere, in realtà non è proprio così. Fa forse solo parte di un modo di pensare che fa della trasparenza un pericolo da combattere, perché il controllo viene mantenuto solamente con la negazione "per motivi di sicurezza".
In Amiu a dare la disposizione è l'ex Presidente Casale in persona, in Iren si lascia fare subordinando l'autorizzazione alla pubblicazione ad un consenso che poi non arriva.
Comunque, qualsiasi cosa non abbiano voluto far fotografare a Scarpino, alla fine un problema esce comunque fuori dal recinto e scende nel fiume.
(Stefano De Pietro - foto di una discarica - da internet)




OLI 396 : ESTERI - Voci dalla stampa internazionale

Le 85 persone più ricche possiedono la ricchezza della metà della popolazione mondiale
McClatcyDC, 20 gennaio 2014: "L'elite dei ricchi ha arruolato il potere politico per manipolare le regole del gioco economico minando la democrazia e creando un mondo in cui le 85 persone più ricche possiedono la ricchezza della metà della popolazione mondiale."
http://www.mcclatchydc.com/2014/01/20/215104/worlds-richest-85-people-have.html


La maggioranza dei membri del Congresso USA possiede 1 milione di dollari o più
TheWire, 9 gennaio 2014: "Per la prima volta nella storia, la maggioranza dei membri del Congresso sono miliardari. Secondo l'analisi dei dati finanziari di “Open Secrets”, 268 su 534 degli attuali membri del Congresso avevano, nel 2012, un patrimonio medio netto di 1 milione di dollari o più". http://www.thewire.com/politics/2014/01/congress-majority-millionaire/356863/

Democrazia razziale: i neri americani sono il 9% dei carcerati del mondo
The New York Times, 14 gennaio 2014, Jason Stanley e Vesla Weaver: “La "Repubblica" di Platone è la sorgente da cui scorre tutta la successiva filosofia occidentale compresa la filosofia politica. Secondo Platone, la libertà è il bene supremo della democrazia.” http://mobile.nytimes.com/blogs/opinionator/2014/01/12/is-the-united-states-a-racial-democracy/?_r=1
Due ricerche: http://www.prisonstudies.org/sites/prisonstudies.org/files/resources/downloads/wppl_10.pdf
http://www.bjs.gov/content/pub/pdf/pim09st.pdf

Intervista al leader dell’opposizione siriana non violenta Haytham Al-Mannà 
Le Monde, 15 gennaio 2014: intervista al leader dell’opposizione siriana contrario alla violenza,  il Coordinamento Nazionale delle forze per il Cambiamento Democratico (CCND). Al-Mannà, che è stato accusato di essere debole nella sua opposizione, in questa intervista mostra più fermezza nelle sue condizioni per il dialogo con il regime rispetto all'opposizione siriana in esilio.
http://www.haythammanna.net/Articles/Si%20l%20opposition%20syrienne%20participe%20a%20Geneve%202%20elle%20se%20suicide.htm

Dal 2000, 1400 bambini palestinesi sono stati uccisi dai soldati israeliani
Electronic Intifada, 06 gennaio 2014: “Dal 2000, più di 6.700 palestinesi, 1.400 dei quali bambini, sono stati uccisi dalle forze di occupazione israeliane in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.” (Dati del centro israeliano per i diritti umani B’Tselem.) “Almeno due volte nel 2013, le forze di occupazione israeliane hanno sparato e ucciso bambini palestinesi nei pressi delle scuole nella Cisgiordania occupata per nessuna ragiona apparente, ha detto Human Rights Watch (HRW) in un comunicato 5 gennaio. http://electronicintifada.net/blogs/ali-abunimah/children-killed-israeli-soldiers-hiding-near-schools-says-human-rights-watch

Come dovrebbero vestirsi le donne nei paesi musulmani
PewResearch, 08 gennaio 2014: “Studio” e “classifica” su come dovrebbero vestirsi le donne nei paesi musulmani. In generale la metodologia, errori di traduzione e linguistici ed interferenze politiche influiscono negativamente sui risultati di questi “studi e classifiche” condotti da paesi occidentali. Qualcuno ha mai sentito di uno studio su come dovrebbero vestirsi le donne nelle società occidentali? http://www.pewresearch.org/fact-tank/2014/01/08/what-is-appropriate-attire-for-women-in-muslim-countries/

I capelli sono il velo della donna occidentale
The Guardian, 10 gennaio 2014: “L'occidente è fissato su veli islamici, ma i capelli di tutte le donne sono legati a ideali di femminilità e sono una fonte di giudizio maschile”. “Invece di fissarci sul significato del velo per le donne musulmane, probabilmente dovremmo spendere un po’ più tempo per pensare ai veli nostrani. Perché è un fatto che in tutto il mondo musulmano e non musulmano, le donne sono spesso giudicate più da ciò che copre la loro testa che da ciò che è in essa.” http://www.theguardian.com/commentisfree/2014/jan/10/hair-western-woman-veil-femininity

Attenti al diavolo: aumentano gli indemoniati e la chiesa provvede formando esorcisti
The Telegraf, 04 gennaio 2014: “Le diocesi in tutta Italia, così come in paesi come la Spagna, stanno aumentando il numero dei sacerdoti istruiti nella gestione del rito di esorcismo, famosi di liberare le persone possedute dal demonio.” http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/vaticancityandholysee/10550800/Rise-of-the-exorcists-in-Catholic-Church.html

La fuga dei cristiani dalla Palestina
The Washington Post, 22 dicembre 2013: “Rami Nuseir, direttore esecutivo delle Comunità Cristiane Unite con sede a New York, ha detto ce gli espatriati palestinesi “hanno le competenze, hanno i soldi” per fare la differenza a Betlemme. La sua organizzazione lavora per “fermare la fuga dei cristiani dalla Terra Santa”, secondo il suo sito web, e per “incoraggiare coloro che sono andati via di tornare”. Non si dice che la politica dei visti dei governi occidentali favorisce l’emigrazione degli immigrati cristiani dal Medio Oriente. http://www.washingtonpost.com/world/little-palestinian-town-of-bethlehem-wants-its-tourists-christian-residents-to-come-back/2013/12/21/dac0d310-65b3-11e3-997b-9213b17dac97_story.html

OLI 396: ESTERI - Grecia, riso amaro

Disoccupazione, povertà, licenziamenti, criminalità, suicidi, senza tetto.
“Eccellente sviluppo! Bravo Antonio!”(il primo ministro greco si chiama Antonio Samaras)








 “6 anni alle elementari, 3 al ginnasio, 3 anni al liceo, 5 anni di università e ora con tutti questi anni emigrante all'estero per trovare lavoro?”








 “Buio, dottore! Non vedo niente! Forse che mi è capitato un distacco della retina?”
“Dimitri, ci vedi benissimo! La realtà è proprio questa!”