mercoledì 12 novembre 2014

OLI 417: SOMMARIO

OLI 417: PAROLE DEGLI OCCHI - La quiete fra una tempesta e l'altra

(foto di Ferdinando Bonora)
Genova, Belvedere di Castelletto, 16 ottobre 2014.

OLI 417: REGIONALI 2015 - Se non ora, quando?

Si dice che ormai la partita sia quasi chiusa e che sulle primarie per le regionali liguri 2015 del centro sinistra i giochi siano praticamente fatti. Si avverte un vago senso di resa anche nei militanti più radicali che, dalla lettura dei quotidiani, nemmeno osano proporre un nome e pare si siano in maggioranza allineati nel sostenere Cofferati. Niente di troppo vincolante, sia chiaro, ma qualcosa che si può serenamente trattare durante una cena – la politica genovese alimenta una tradizione abbastanza consolidata di pasti – definita su la Repubblica ed Genova "Patto della Lanterna" dove tutti o quasi si sono messi d’accordo (Lista Doria, Sel, Civatiani, Prc) per sconfiggere i renziani liguri. Le primarie fissate per il 21 dicembre mirano a ridurre l’affluenza e l’eventuale danno, quindi è bene far fronte.
Chi non comprendesse i motivi per i quali un neoeletto al Parlamento Europeo debba essere candidato in Liguria, se ne faccia una ragione e prenda nota della recente frase di uno scafato militante Pd: il problema è che non abbiamo nessuno.
Ma sarà vero?
Forse il Pd e una certa rappresentazione della sinistra non hanno nessuno.
L’affluenza alle elezioni Europee ha prodotto un dato implacabile: solo il 57% degli aventi diritto è andato a votare sei mesi fa. Mentre nel 2010 in Liguria, per le regionali, l’affluenza era stata del 60,92%.
Il 40% non si è presentato a votare e probabilmente non lo farà la prossima primavera, alla faccia del premier che sventola la stessa percentuale per rivendicare un consenso ottenuto alle europee.
Ma sarà vero che non c’è via di uscita e nemmeno alternativa in Liguria?
Cosa dicono le ragazze di Se non ora quando? Le stesse, che si battono per la preferenza di genere nella legge elettorale regionale e che con precisione avevano prodotto e messo in rete un sondaggio dove si indicavano i nominativi di donne competenti e preparate da proporre nella carica di assessore comunale? Nessuna di queste donne potrebbe essere della partita? Penso a Michela Costa, Alessandra Ballerini, Deborah Lucchetti, Manuela Cappello e alle altre.
E le molte associazioni, quelle in prima linea per la difesa del territorio, per il diritto allo studio e alla salute cosa dicono?
Davvero, in una regione che frana fisicamente e politicamente, ci possiamo accontentare di andare al voto aderendo ai soliti rituali?
Non è vero che non c’è nessuno. E’ l’assenza di politica che ci rende deboli e un pochino ciechi.
(Giovanna Profumo - foto dell'autrice)

OLI 417: REGIONALI 2015 - L'usato sicuro: il candidato sindacalista

“I sindacati li sento, li guardo, non so sinceramente cosa vogliano fare”, risponde serafico Sergio Cofferati a Lilli Gruber , su Ottoemezzo, il 4 novembre, come se a Roma a sfilare ci fosse stato il suo ologramma. Fa l’occhiolino a sinistra e si mette l’elmetto da pompiere, tante le sollecitazioni commoventi, come le definisce lui, a presentarsi alle primarie Pd, in vista delle elezioni regionali in Liguria.
 Proprio non sa , ma pochi giorni dopo, dal foyer del teatro Carlo Felice lo comunica al mondo, per fare un favore alla comunità, pare sottendere il suo accettare la sfida. Non dice che il Pd genovese non sa più che a santo votarsi, a fronte della novella Lella di Spezia, una renziana della seconda ora come Pinotti e dintorni. E vorrebbe schierare un usato sicuro. Insomma, tutto un nuovo che avanza per la gioia degli affranti cittadini-elettori. Soltanto sei mesi fa, alla vigilia delle elezioni europee l'ineffabile Sergio dichiarava urbi et orbi (Oli 404): “Cinque anni sono molti, ma il mio lavoro dovrebbe ancora proseguire all’insegna della continuità dell’impegno” . Gulp, ma non era venuto a Genova per fare il papà?
Sarebbe stato interessante un suo commento alla Commissione in Comune per l’inserimento dei lavoratori Ilva, svoltasi il giorno prima dell’alluvione: sono 765 e la situazione si trascina dal 2005. “Ma non sono lavoratori che faranno corsi di formazione per essere ricollocati, ritorneranno all’Ilva”, afferma un rappresentante sindacale al grido di “tornate sul web” rivolto ai grillini, che chiedono chiarezza sui ruoli assegnati. Era per dare maggior dignità agli incarichi, spiegano i 5 Stelle e altri, ma i sindacati non l’hanno presa bene a sentire qualcuno che sindaca nelle loro proposte.
 Come recita la delibera, “tra impiegati, operai e persone con conoscenze informatiche”, 163 sono gli assegnati alle manutenzioni, 131 al Verde, 99 ad Amiu “per ripristino ambientale”, 28 ad Aster “per attività specialistiche”, mentre 28 operai saranno nelle scuole “per lavori di pubblica utilità”, che non significa fare il bidello o aggiustare un banco.
 Con il dovuto rispetto dei lavoratori, le collocazioni non appaiono del tutto congrue alle esigenze del Comune e della città, dai 42 uscieri, ai 58 per i cimiteri e altre decine di incarichi fumosi. E’ un accordo-pilota, il primo in Italia, eppure... Storia amara è quella dell’Ilva, ma forse i cinquecento euro oltre la cassa integrazione conforteranno un po’ i lavoratori: tanti ragazzi precari prendono quei soldi lì come stipendio globale, se mai lavorano.
 Si capisce il furore dei dipendenti Ilva, cause note purtroppo, dai proprietari, ad una gestione dissennata, alla crisi del settore.Comunque i sindacati rassicurano, precisano che al Comune non costerà nulla, paga tutto la Società per Cornigliano. Che è una società nata con Statuto a firma del sindaco Pericu, per la bonifica delle aree siderurgiche, al 45% ne è proprietaria Regione Liguria e per l’altra metà Comune e Provincia, in una sorta di matrioske verso altri rami sempre pubblici, con finanziamenti governativi e poteri d’appalto. A retribuzione zero ne è presidente il vicesindaco di Genova, prima presidente di quel Municipio.
Solidarietà per i lavoratori, ma chi parla per loro ha un’aria fumosa, un’aria stizzita, un’aria feroce anche con chi cerca di dare un aiuto.Viene il dubbio se per davvero si sono avute a cuore le vite degli altri, il futuro delle persone, che magari in questi dieci anni di trattative avrebbero potuto ricollocarsi altrove, ancor prima della crisi economica globale, invece di far credere ad un posto di lavoro nell’acciaio, che non ci sarebbe stato più.
Ecco, questi sono i sindacati di cui anche Cofferati è stato per anni la guida, oggi più che mai sulla scena, al ricordo dei tre milioni in piazza di dodici anni fa, quando si approssimavano la globalizzazione moderna, il web e il cellulare - non per parafrasare Renzi, ci mancherebbe - ma perché nel bene e nel male, il tempo ha lasciato segni indelebili.
(Bianca Vergati)

OLI 417: COMUNE - Somme urgenze

Le “somme urgenze” sono un pezzo del codice degli appalti che i governi che si susseguono tentano di tenere a freno con ogni mezzo, rappresentando un terreno fertile per assegnazioni dirette di lavori di valore anche notevole. Durante l’ultima alluvione il Comune di Genova ha aperto 49 somme urgenze, per un totale di circa 24 milioni di euro, che sono destinate ad aumentare man mano che si rilevano nuove situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica e per i beni di interesse culturale.
All’attivazione della somma urgenza da parte di un funzionario del Comune, la giunta prepara una delibera di variazione di bilancio che prima del governo Monti era di competenza della Giunta stessa. Monti introdusse un passaggio in Consiglio comunale, spalmando la responsabilità anche al Consiglio, per cercare di rimuovere fenomeni di eccesso nell'apertura di questo tipo di attività. Tentativo andato a buon fine per quello che riguarda la procedura ma non il risultato: le somme urgenze sono rimaste sempre le stesse, forse perché lo stato del territorio è quello che è, e una soluzione “da bancario” non ha certo permesso di evitare il crollo di muri e le alluvioni.
Solitamente le somme urgenze sono poche unità all’anno, per cui la Giunta propone delibere al Consiglio relative ad ogni singola pratica. Nel caso dell’alluvione , la delibera proposta comprendeva ben 49 attività. Questo, se da una parte può essere considerato logico da chi ritenga il voto “evidente” (la maggioranza, che sempre supporta la sua giunta), risulta fastidioso per la minoranza, che vorrebbe invece poterle votare separatamente, avendo più interesse ad un controllo puntuale su ogni lavoro. Agire con emendamenti in un caso come questo può risultare complesso.
Così, la richiesta di presentare tante delibere, una per ogni somma urgenza, fa quasi sorridere l’assessore, che scherza sul fatto che sarebbero necessarie 49 commissioni (le delibere passano prima in commissione e poi in consiglio), mentre gli si fa notare che quello che fa meno ridere è la commissione di una singola ora che è stata concessa per l’esame di questa pratica da 23 milioni di euro, e che la battuta delle 49 commissioni è solo tale, in quanto possono essere benissimo discusse in una singola commissione più pratiche.
Insomma, il cammino per la trasparenza continua. Al momento, comunque, la Giunta è stata impegnata dal Consiglio, mesi fa, a fornire i dati delle somme urgenze, tra cui i computi metrici, fotografie e dettagli ulteriori, che i citttadini, visto il proficuo effetto domino della pubblicazione dei documenti del Consiglio nel sito web del Comune, possono trovare.
Quindi, cittadini: avanti, leggete!
(Stefano De Pietro)

OLI 417: CEMENTO - Rio Bagnara, non c’è acqua che tenga

Passeggiando lungo le rive potevi vedere famigliole di germani che nuotavano tranquilli e poi un silenzio, lassù, se arrivavi sino a dove nasce. Ora c’è un cantiere, un disastro di macerie. L’Autorizzazione Paesaggistica per la costruzione dell’edificio di via Majorana sul rio Bagnara recita: “la collocazione del nuovo edificio residenziale è studiata in modo da garantire scorci panoramici (...) la volumetria (...) con la riduzione delle altezze (...) il nuovo edificio si distingue per qualità architettonica e migliora l’assetto rispetto al contesto circostante (...) le sistemazioni a verde completano la riqualificazione complessiva restituendo un bilancio positivo”.
Scorci panoramici?
Con atto del 21/5 /2012 si esprime di nuovo parere favorevole, come la volta precedente, quando c’erano gli otto piani e meno verde. Infatti dopo i ricorsi al Tar dei residenti e delle associazioni ambientaliste, che annullavano il rilascio di concessione edilizia del 2009, la società costruttrice presenta un altro progetto che riduce i volumi, ridefinisce le aree verdi con un miglioramento delle dotazioni in senso qualitativo e quantitativo e riparte all’attacco per un nuovo permesso. La Provincia di Genova esprime a sua volta ancora parere favorevole perché “l’intervento risulta migliorativo rispetto della situazione idraulica prevedendo la demolizione di due passerelle pedonali gravemente insufficienti alla portata di progetto del Rio Bagnara…”
 Non se n’erano mai accorti?
Continua la Provincia: “si riconosce l’oggettivo impedimento a soddisfare il Rapporto di permeabilità” che infatti secondo il Puc dovrebbe avere un rapporto del 30% rispetto alla superficie che si utilizza, mentre in questo caso la si diminuisce fino al 15%. Quindi  “al fine di migliorare l’efficienza idraulica del sito, nel rispetto della norma di rapporto di permeabilità, il progetto prevede sistemi di ritenzione temporanea attraverso l’utilizzo di vasche di compensazione”.
Qualche problemino dunque c’è.
Però “le opere in progetto non ricadono in zona soggetta a vincolo per scopi idrogeologici". Perciò, pronti, via! Alla nuova costruzione di sei e due piani in due corpi per una superficie di quasi tremila metri quadri e una quarantina di box . Poco importa se è zona faunistica, se vi saranno problemi di viabilità, se il rio sarà sempre più assediato dalle costruzioni. Eppure basta affacciarsi alla finestra di quelle case proprio a ridosso del rivo, che con le piogge lambisce le sponde basse.
Prima c’era un magazzino alto quattro metri: dove sta scritto che è obbligatorio, una volta dismessa un’area industriale, cambiare la destinazione per fare case?
Ieri anche la collinetta sul cantiere e su cui si affacciano altri palazzi, è franata, in modo lieve per fortuna.


(Bianca Vergati - Foto di Ester Quadri)

OLI 417: INFORMAZIONE - La forza dei titoli

Un titolo di giornale ha la forza di cambiare l'interpretazione di una notizia, poi riportata correttamente in fondo all'articolo, che però pochi leggono fino alla fine. E' il caso dell'articolo "Bonus bebè, “no agli immigrati”. Blitz Lega, M5S d’accordo. Il testo non passa" pubblicato su Il Fatto Quotidiano online del 30 ottobre 2014. Una strategia tecnica da aula parlamentare viene stravolta al punto di far capire esattamente il contrario della realtà.
Il caso: il Movimento 5 Stelle in Senato coglie l'occasione per votare una proposta della Lega Nord, che vorrebbe aumentare la durata degli aiuti fino al 2017 per il "bonus bebè", a scapito però della sua applicazione alle persone con nazionalità diversa da quella italiana.
I senatori pentastellati hanno votato a favore della proposta leghista, ma ben consci che sarebbe poi sopravvissuta soltanto la proroga, con la decadenza del restringimento di applicazione ai soli italiani per la sua inammissibilità costituzionale. Il titolo corretto avrebbe quindi dovuto essere: "Bonus bebè. Proroga al 2017 bocciata dai partiti della maggioranza".
(Stefano De Pietro - illustrazione di Guido Rosato)

OLI 417: ESTERI - Voci dalla stampa internazionale

Orribile omicidio di cristiani in Pakistan
New York Times, 5 novembre 2014: "Una folla inferocita ha torturato una coppia cristiana pakistana e inceneriti i loro corpi in un forno di mattoni nella parte orientale del Pakistan, martedì, dopo essere stati accusati di bruciare un Corano, hanno detto funzionari di polizia." Non credo alla storia che le due vittime cristiane Shahzad Masih and Shama Masih (marito e moglie che hanno quattro figli) abbiano bruciato un Corano. Il vero, civile e sicuro Islam avrebbe comunque perdonato. C'è poca attenzione per la storia nei media arabi, la maggior parte dei quali è proprietà dei paesi arabi petroliferi. E’ sorprendente che questo brutale omicidio non abbia provocando le dovute proteste e condanne, nei media arabi ed occidentali, come nel caso recente della donna iraniana. http://www.nytimes.com/2014/11/05/world/asia/pakistani-christian-couple-accused-of-blasphemy-is-killed-by-angry-mob.html?ref=todayspaper&_r

L’ambasciatore USA in Libano chiede elezioni al più presto. 
New York Times: 5 novembre 2014: "David Hale, l'ambasciatore degli Stati Uniti in Libano, ha detto in una dichiarazione rilasciata dopo il voto che egli era profondamente preoccupato per lo "stallo delle istituzioni politiche del Libano" e ha chiesto nuove elezioni il più presto possibile." Avete mai sentito un ambasciatore USA o occidentale in Arabia Saudita chiedere elezioni in quel paese? Non ci sono mai state elezioni in Arabia Saudita, non esiste un parlamento e nemmeno una costituzione. E’ permesso soltanto l’elezione della metà dei consiglieri comunali (ad oggi le donne sono escluse), l’altra metà è nominata dal governo. http://www.nytimes.com/2014/11/06/world/middleeast/lebanons-parliament-votes-to-extend-members-terms-in-office.html?ref=todayspaper&_r=2

I due principali donatori di Repubblicani e Democratici 
Buzz Feed News 09 novembre 2014: "Adelson e Saban appoggiano entrambi il Consiglio Israeliano Americano che ha ospitato l'evento. I due sembravano condividere un legame e sono d'accordo su molte questioni, anche se Adelson ha presentato una linea più dura sul processo di pace, dicendo che “i cosiddetti palestinesi” sono un “popolo inventato” e che Israele dovrebbe costruire un “grande muro” per separarsi da loro.” http://www.buzzfeed.com/rosiegray/major-democratic-donor-israel-should-bomb-the-daylights-out

Il razzismo in Russia e l'accogliente era sovietica 
Los Angeles Times, 2 novembre 2014: "La brutalità che gli africani affrontano [in Russia] è ben diversa dall'accoglienza ricevuta durante l'era sovietica, quando gli studenti provenienti dal continente sono stati attirati in gran numero da offerte di istruzione gratuita, in particolare quelli provenienti da nazioni di recente indipendenza che stavano "costruendo il comunismo." http://www.latimes.com/world/africa/la-fg-russia-africans-20141102-story.html#page=1

Chomsky: “E’ ufficiale: Gli Stati Uniti sono lo stato leader mondiale del terrorismo” 
Truthout, 3 novembre 2014, Noam Chomsky: “E’ ufficiale: Gli Stati Uniti sono lo stato leader mondiale del terrorismo e sono fieri di esserlo.” “tre grandi esempi di "aiuti segreti": Angola, Nicaragua e Cuba. Infatti, ciascun caso era una grande operazione di terrorismo condotta dagli Stati Uniti.” http://www.truth-out.org/opinion/item/27201-the-leading-terrorist-state

L’arresto dell’attivista saudita Suad Al-Shamri non sarà un caso famoso nei media occidentali
The Daily Star 01 novembre 2014: "L'Arabia Saudita ha arrestato un’attivista di primo piano per i diritti delle donne per aver insultato l'Islam, hanno detto gli attivisti sabato, accusando le autorità di cercare di schiacciare ogni dissenso." http://www.dailystar.com.lb/News/Middle-East/2014/Nov-01/276198-saudi-womens-rights-activist-arrested-for-insulting-islam.ashx#axzz3HqHqZSVz

"L'obbiettività" del New York Times
Mondoweiss, 27 ottobre 2014: “Ancora un altro giornalista del New York Times ha un figlio nell’esercito israeliano. Isabel Kershner, corrispondente dall’ufficio del giornale a Gerusalemme, dice che suo figlio è in formazione nell'esercito. Questa è la terza volta negli ultimi anni che uno scrittore che copre il conflitto (tra palestinesi ed israeliani) per il principale quotidiano americano ha un figlio in servizio nell'esercito israeliano regolarmente accusato di violazioni dei diritti umani. In ciascuna di queste occasioni, una pubblicazione da parte di terzi ha evidenziato il servizio militare.” http://mondoweiss.net/2014/10/another-reporters-israeli

I palestinesi di Gerusalemme lottano per la sopravivenza: intensificare BDS 
Electronic Intifada, 2 novembre 2014: “Il messaggio che gli israeliani stanno inviando è che i palestinesi di Gerusalemme sono indesiderati qui a Gerusalemme e che loro stanno facendo di tutto per riaffermare il loro controllo e schiacciare ogni forma di dissenso e di resistenza alle politiche israeliane di pulizia etnica a Gerusalemme”. “Questa è davvero una lotta per la sopravvivenza” ha detto Zalameh, aggiungendo che mentre i palestinesi hanno il dovere morale di resistere " è anche un dovere morale per coloro solidarizzano con i palestinesi all'estero di intensificare i loro sforzi per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni per sostenere la lotta dei palestinesi qui a Gerusalemme.” http://electronicintifada.net/blogs/rania-khalek/palestinians-struggling-survival-jerusalem

Reuters è confusa: non ci sono TV private in Arabia Saudita.
Reuters, 6 novembre 2014: “Militanti sunniti hanno attaccato, lunedì, un villaggio musulmano sciita in Arabia Saudita ed hanno lasciato otto morti. Mercoledì, il dolore tra gli abitanti del villaggio è mescolato alla rabbia per una cultura del settarismo che dicono ha aperto la strada agli spati.” “I Jihadisti sunniti ora parlano dei sciiti come il nemico numero uno per i membri della loro setta prima ancora dei governi occidentali, che un tempo erano i loro nemici più odiati. Il governo saudita ha fatto ben poco per arginare l’aumento del linguaggio provocatorio lì". "L'Arabia Saudita segue la rigorosa scuola sunnita wahhabita, che è strettamente legata alla dinastia regnante al Saud, alcuni dei suoi esponenti religiosi insegnano che lo sciismo è eretico. Stazioni televisive private trasmettono propaganda contro sciiti e chierici influenti sono autorizzati a attaccare la setta su Twitter.”
Nella seguente parte dell’articolo Reuters sembra essere l’agenzia di stampa saudita: "I grandi capi religiosi sunniti hanno condannato l'attacco, che i funzionari hanno attribuito ad alQaeda, e il ministro dell'Interno il principe Mohammed bin Nayef ha visitato la provincia orientale per offrire condoglianze ai parenti delle vittime delle vittime. Tali azioni hanno dato conforto per gli abitanti del villaggio." http://www.reuters.com/article/2014/11/06/us-saudi-security-sectarianism-idUSKBN0IQ1BF20141106
(a cura di Saleh Zaghloul)