giovedì 28 maggio 2015

OLI 426: PAROLE DEGLI OCCHI - Pamplona: esperanza, caridad

Foto di Surya

Maggio 2015, Pamplona

OLI 426: ELEZIONI REGIONALI 2015 - Di tutto, di più

Una cosa è certa, i liguri sopravvivranno anche questa volta alla tornata elettorale, molti di loro sedotti dal lungo ponte diserteranno le urne, e visto che i più la considerano una battaglia persa non saranno nemmeno in preda al leggero senso di colpa indotto dal senso civico
E’ tale la disillusione che armi e bagagli partiranno sereni poiché nessuno è stato in grado di convincerli del contrario, tanto più lunedì sera, durante la diretta di Sky tg 24 che dava visibilità solo a 4 candidati, lasciando fuori dalla diretta Bruno, Musso, Piccardi e Batini
Per chi non abbandona la trincea elettorale lo sguardo scruta una scheda che ricorda le promozioni di un supermercato, con una campagna politica che, a livello giornalistico, ha parlato di tutto tranne che dei problemi reali delle persone. Hanno vinto le solite generiche promesse che garantiscono ai sogni di diventare realtà. Il fatto che l'elettore non capisca con quali e quante risorse si possano concretizzare non è un dato da campagna politica.
Qui siamo e i programmi, redatti nel migliore marketing politico, ci fanno sentire l'impossibile a portata di mano. Dall'abbattimento del 50% delle liste d'attesa negli ospedali, alla possibilità di effettuare gli esami primari direttamente dal medico di famiglia, alla realizzazione del Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018, fino alla gestione collettiva dei beni comuni e al redditto minimo di autonomia. Il gioco di seduzione dell'elettore non ha regole. E  sulle reti ammiraglie appaiano anche i Cinquestelle, non più vittime dei veti grillini i cui strali, contro chi osava farsi anche solo inquadrare da una telecamera, falciavano uomini e donne con accuse sessiste e minacce dal web.
Così in TV agli anziani si ricorda la truffa di cui sono vittime, il taglio sulle pensioni che ha sottratto loro 18
miliardi e vengono promessi progetti di invecchiamento attivo. Si disegnano scenari in cui utilizzare h24 sale operatorie e c'è chi, da destra, dichiara che “gli ospedali saranno aperti anche di notte”. Se non fosse abbastanza ci sarà lavoro per cinquantenni e giovani e c'è chi promette il definitivo superamento di un sistema di gestione della regione in mano alle lobby, rivendicando la purezza dell'atto di rottura da un partito che non incarna più gli ideali del passato. Nella regione più vecchia d'Italia, con un problema di assistenza agli anziani grosso come un elefante, non è stato detto con chiarezza nulla sulle badanti, sullo stato delle strutture di accoglienza, sui costi che gravano sulle famiglie e sulla lenta ed inesorabile cancellazione della presenza pubblica in questo settore. Ma in piazza, tra i militanti, in occasione del comizio di Civati, c'era chi, accennando alle cure per madre malata, confidava di dover sostenere una spesa media di milleduecento euro al mese per assisterla in casa.
A sinistra del Pd due liste cugine si contendendo i voti, ma non le parole, distinguendosi solo su Gronda e Terzo Valico. I continui tagli in tutti i settori – occupazione, scuola, trasporti, sanità, manutenzione delle strade, gestione del territori – sotto elezioni sono spariti, soffocati dalle promesse. Come è stato garantito che, certo, ad elezioni finite ogni candidato presenterà i conti ed i finanziatori della propria campagna politica. Nessuno ha fatto i nomi dei componenti della propria giunta.
Si può fare di meglio?
Almeno andare a votare.
(Giovanna Profumo - immagine dell'autrice)

OLI 426: ELEZIONI REGIONALI 2015 - Chi si ricorda il Modello Sicilia?

La regione dei centomila pensionati che si vedranno restituire cinquecento euro, pare divenuta a livello nazionale il caso più emblematico di queste prossime elezioni, tanto che programmi tv, dal Biscione a Sky si sono trasformati in palcoscenici impensabili fino a poco tempo fa per la giovane candidata dei 5 Stelle. Lei, l’Alice dallo sguardo diretto e impavido non appare proprio quella delle meraviglie. Nei dibattiti dal vivo si alza pure per spiegare meglio, spiazzando i candidati uomini, perché la Lella, l’altra donna candidata, pare evitarla accuratamente. Del resto nemmeno veniva nominata la Liguria fra le regioni al voto, poi qualche “mina vagante” come Sergio Cofferati e il suo " non gioco più”, il “rompiamo le righe” della sinistra-sinistra, il Pd locale che mai ha scordato d’essere Ds e mai ha digerito lo sgambetto dell’autocandidatura della delfina spezzina, hanno fatto di questa regione del Sud del Nordovest il sedicente laboratorio della “nuova gauche”.
Più che contro Paita, è contro l’esagerato centrista ex sindaco di Firenze che si è candidato un altro sindaco, quello di Bogliasco, civatiano, incredibilmente dimessosi dal Pd, seguito a ruota dal suo mentore Pippo. Ora il Pippo vagheggia un Podemos all’italiana con la imminente formazione “Possibile”, auspicando la vittoria di Luca Pastorino, per riscattare “valori e ideali, che con Renzi paiono scomparsi”, dichiara.
Uno psicodramma in Liguria, di cui l'astuto Silvione ha fiutato il tesoro nascosto. Pure Matteo Salvini non aveva recepito l'occasione e pronto aveva disarcionato il suo candidato Rixi, sicuro fosse terra di nessuno: invece in Liguria la destra è riuscita a raccattare mare e monti, fra macerie scaiolane, ex Alleanza Nazionale, liste fumose, con un candidato paracadutato, fuori dalle beghe locali, che ha messo d’accordo tutti: un colpo di genio il valletto Toti (OLI 421).
 Magari salverà la Paita il buon Enrico Musso, l’ex candidato sindaco, l’unico a restare fuori dall’ammucchiata "volemmose bene per la Liguria".
Anche per il Movimento 5 Stelle ligure si era provato a far finta di niente, ma, ora che i sondaggi danno un testa a testa fra il portavoce di Berlusconi e la spezzina Paita senza che nessuno arrivi alla fatidica soglia di maggioranza governabile, si è diffuso pure in tv il panico di toppare continuando ad ignorarli e così la bella Alice sta avendo un boom di ascolti e di pubblicità gratis.
Che succederà? Alleanze da pazzi. Ci sarà una grande koalition, una media koalition, lavoreranno insieme
la sinistra-sinistra e i pentastellati? A cuccia nel cassetto dei ricordi il modello Crocetta-Grillini in Sicilia, dove si era avviata in assoluto la prima collaborazione politica dei 5 Stelle, naufragata in pochi mesi; l’uomo di cultura Crocetta, quello che da sinistra credeva nella rinascita della sua incantevole terra, è rotolato negli scandali; fresco fresco di questi giorni il voto di scambio alle Regionali e che proprio non ne sapesse nulla...
I 5 Stelle siciliani ora stanno alla finestra, non li si sente fiatare sull’ambiente, la cultura, il turismo sostenibile, l’arte, i temi condivisi con l'uomo di cultura Crocetta, mentre la rinascita della Sicilia non si vede, citiamo l'esempio della gestione turistica delle isole Egadi, considerata forse periferia del regno. Spiagge incantate, in cui nessuno raccoglie la spazzatura, meravigliosi sentieri a picco sul mare travolti dalle frane, percorsi comunque da alcuni audaci stranieri appassionati di trekking, siti di grande pregio, le cui visite sono al buon cuore di giovani esperti volontari che non beccheranno un euro perché l’incarico pare sarà affidato dal primo giugno: in compenso se vai all’ufficio del turismo ti rispondono che cartine, piantine, informazioni le puoi trovare nei depliant che sono in ristampa. Più di cento persone erano in attesa a Favignana per visitare una delle più belle tonnare del mondo, lo stabilimento Florio, acquisita dai Beni Culturali, restaurata cinque anni fa, dove puoi vedere anche reperti della famosa battaglia delle Egadi fra Romani e Cartaginesi: un tempo dava lavoro a tutte le isole, che furono possedimenti dei genovesi Pallavicini, poi dei Florio e ancora del genovese Parodi, oggi ci si può accedere quando è disponibile qualche volontario il sabato o la domenica. Riusciranno i 5 Stelle ad essere costruttivi in Liguria?
(Bianca Vergati - immagini dell'autrice)

OLI 426: RIFORME - La buona scuola, i cattivi maestri

Non è facile entrare nel merito del DDL "La Buona Scuola", senza correre il rischio di semplificare o banalizzare l'argomento alla maniera delle tribune televisive, spesso unico luogo di informazione. E' stato invece semplice per il governo cavalcare alcuni luoghi comuni che indicano la poca simpatia sociale di cui godrebbero gli insegnanti. Strumentalmente, la rottamazione è iniziata proprio da ciò che nella scuola pubblica necessitava almeno di una revisione e cioè le graduatorie (oggetive, ma al contempo limitanti, in quanto consentono la carriera interna solo attraverso il parametro anagrafico) e la valutazione dei docenti, cioè di coloro che da sempre hanno registro e penna rossa in mano (chi non ha avuto un insegnante demotivato e comunque inamovibile per ragioni varie?). In seconda battuta il governo ha giocato la carta delle migliaia di assunzioni di precari, attingendo dalle graduatorie ad esaurimento, escludendo altri abilitati e rilanciando poi, in modo ambiguo, su un futuro concorsone.
Letta e riletta la proposta di Renzi&pGiannini, per coloro che la scuola la conoscono da dentro, è evidente il fatto che rappresenti l'ennesima tappa di peggioramento della scuola pubblica ad opera della politica italiana. Andrebbe bocciata in toto e non emendata o corretta. Un giudizio così netto non è volto aprioristicamente a difesa di una categoria – quella dei docenti – in buona parte disomogenea e spesso ripiegata su se stessa, ma a difesa della SCUOLA PUBBLICA e del suo mandato costituzionale, leso dal DDL in più articoli (come ad esempio l'art.33 e il divieto di oneri per lo Stato a vantaggio delle scuole private).
Il governo, fino ad oggi, ha avuto gioco facile nell'imporsi poichè insegnanti e sindacati di categoria spesso si sono divisi su molti punti: la bontà delle prove Invalsi, le ingerenze della Chiesa Cattolica in merito ai nuovi progetti sulla parità di genere, le forme di reclutamento ritenute più o meno meritocratiche. Una maggiore coesione si è registrata invece nel combattere le nuove forme di valutazione dei docenti stessi, il futuro blocco della mobilità, l'attribuzione del punteggio, lo scandaloso mancato adeguamento contrattuale dal 2009, la concessione di bonus economici a discrezione dei Dirigenti. L'adesione significativa allo sciopero del 5 maggio, indetto da tutte le sigle, non sembra aver condizionato gli autori della riforma. Servirebbe un massiccio blocco delle attività didattiche, per settimane, ad oltranza, come non è nella tradizione del nostro paese. E quindi assistiamo al compimento finale della cosiddetta "autonomia", che ufficializza definitivamente l'identità aziendalistica della scuola, in cui la concorrenza tra istituti prende il posto della collaborazione e pianificazione territoriale, e il Dirigente Scolastico perde completamente la sua natura di pedagogista e primus inter pares, per diventare capo indiscusso, libero di decidere quasi ogni cosa senza l'approvazione del Collegio Docenti. E' chiaro il tratto autoritario e liberista della riforma. La creazione di albi territoriali, che si riformulano ogni tre anni, ricalca il modello degli ordini professionali ma in un mercato del lavoro viziato dall'assenza di un reale potere contrattuale da parte dei docenti e quella di strumenti normativi a cui appellarsi a propria tutela. E' facile prevedere in tutto ciò la pretesa da parte dei Dirigenti di prestazioni di molte più ore, a retribuzione invariata per coprire più discipline. In linea col malcostume italiano non è difficile ipotizzare un modus clientelare nel reclutamento dei docenti.
(Silvia Suriano, docente - immagine di un archivio familiare)

OLI 426: SANITA' - I precari cronici e le promesse della politica

20 maggio 2015. E’ alla manifestazione per lo sciopero della Cgil contro il Jobs Act che tra striscioni istituzionali si distingue, come un lenzuolo al sole, quello dei precari del Gaslini, iscritti al Nidil e temporanei cronici. In uno degli ospedali pediatrici più famosi d’Italia sono “centoventi ricercatori – tra biologi, biotecnologi, tecnici di laboratorio, data manager” - come spiega Patrizia De Marco, la loro portavoce - con un’anzianità da precariato di dieci, quindici anni con picchi che possono arrivare ai trentatre”. In tanti anni pochissimi concorsi, assenza di finanziamenti e volontà politica hanno generato questo vulnus al quale però il Gaslini attinge per vantare, anche all’estero, i progetti di ricerca del proprio istituto. Loro chiedono di essere stabilizzati, molti hanno fatto dei concorsi, ed hanno tutte le carte in regola. Ma fino ad oggi hanno ricevuto solo promesse, De Marco, delegata Nidil (Nuove Identità di Lavoro), parla “dell’assessore Montaldo, del presidente Burlando che hanno promesso un impegno nella stabilizzazione” delle loro figure professionali, ma in dieci anni di giunta “non hanno fatto assolutamente nulla” se non concedere delle deroghe senza sostenerle economicamente. E chi è entrato è stato grazie ai finanziamenti che l’istituto ha ottenuto autonomamente.
Al Gaslini arrivano anche bambini dal Centro e dal Sud e bambini stranieri per curare patologie uniche, De Marco si occupa della ricerca sulla spina bifida, ma i contratti possono essere rinnovati in base “alla disponibilità economica” dei capi servizio, e ai fondi disponibili.
C'è la precaria del San Martino-Ist da 25 anni che per tre mesi quest’anno è rimasta a casa, senza contratto. In tutto sono una ottantina, ma il numero è fluttuante perché c’è chi va e chi viene. Normalmente sono sei, otto mesi di contratto, al San Martino ottenere un contratto di un anno è un lusso.
In corteo la parola finanziamenti assume contorni più definiti con loro che ti accompagnano tra le tipologie di finanziamenti per la ricerca: quelli finalizzati, del Ministero della Salute – quotati in base alla produttività scientifica dell’istituto, tradotto numero di pubblicazioni su riviste scientifiche di alto livello; ma spesso quei soldi vengono dirottati per pagare le persone strutturate. E i fondi finanziati da fondazioni private – San Paolo, associazioni per la ricerca su patologie specifiche, Airc – finanziamenti che quando finiscono vedono i ricercatori bloccati nel loro lavoro. Inoltre il cda del Gaslini, nel 2011, ha deliberato che i ricercatori non possono avere contratti per più di cinque anni, questo nell’ottica di favorirne la regolarizzazione. Quindi a giugno 2016, 49 persone rischiano di non poter più lavorare al Gaslini perché nel frattempo nessuna assunzione è stata prodotta e i cinque anni saranno finiti. Anche lo screening neonatale al Gaslini è affidato a precari: chi si occupa della diagnosi precoce di alcune malattie “dal 1 settembre 2001” ha subito ogni forma di contratto esistente: dalle borse di studio, ai contratti co.co.co alle prestazioni occasionali nonostante il lavoro svolto fosse sempre lo stesso. Il contratto scadrà tra un anno ed è coordinatrice, precaria, di laboratorio. Quello della collega ha un rinnovo di otto mesi. Fanno decine di migliaia di esami all'anno.
Il voto per le Regionali? Non sanno. Ma il manifesto con il quale Burlando garantiva la ricerca in Liguria quello no, non lo hanno dimenticato. Lei si chiamava Paola.
(Giovanna Profumo - immagini dell'autrice e da internet)

OLI 426: COMUNE - I "cartelli di cantiere", questi sconosciuti.

La definizione di "regolamento" dal sito etimo.it
A cosa servono i regolamenti? Per la definizione etimologica, una serie di prescrizioni per dare corso ad una legge. In questo caso si tratta del Regolamento edilizio del Comune di Genova che ottempera alla art. 2 della legge regionale 06.06.2008 n. 16, modificata l'ultima volta nel 2015. Tanto per cominciare, è inutile dire che il regolamento del Comune non è stato più aggiornato dal 2010, e che quindi alcuni riferimenti alla legge regionale, anche importanti, sono superati.
Nel regolamento edilizio, all'articolo 31, comma 12, si dispone che "Dell’avvenuto rilascio del permesso di costruire è data notizia al pubblico mediante affissione all’Albo pretorio con la specificazione delle opere da eseguire, del titolare e della località interessata. Gli estremi del permesso di costruire sono indicati nel cartello esposto presso il cantiere, secondo le modalità stabilite nel regolamento edilizio". Si noti che l'esposizione nell'albo pretorio è limitata a 30 giorni, dopodiché è necessario conoscerne l'esistenza per poterne prendere visione presso gli uffici comunali.
Un cartello di cantiere di un'opera pubblica.
Foto dell'autore 
La legge, per mettere il cittadino in grado di avere sufficienti informazioni per far valere eventualmente dei diritti (ma anche solo per il principio di trasparenza) obbliga all'esposizione di un cartello di cantiere dove sono indicati i dati salienti del permesso quali la ditta esecutrice, il nome del direttore dei lavori, la descrizione dell'opera e, in casi specifici, una grafica che riporti il risultato finale dei lavori. Nel caso di opere pubbliche, il nome del RUP, il Responsabile Unico di Procedimento, ossia la persona che ha l'incarico di gestire e vigilare su tutto lo svolgimento dei lavori, dalla emissione del permesso fino alla chiusura del cantiere.
Come molti di voi avranno avuto modo di notare, magari alzando le spalle ormai abituati a vedere la violazione delle regole, in alcuni cantieri genovesi il cartello di cantiere non viene esposto. Si tratta di un comportamento lesivo del diritto della cittadinanza di sapere, ma di fatto l'amministrazione langue e non opera alcun tipo di controllo e tantomeno di sanzione in merito, come previsto dal regolamento edilizio. Che dire? Apriamo gli occhi, ed oltre a fermarci a guardare qualche volta quel cantiere accanto a casa nostra, dove si stanno scavando nuovi box o elevando nuovi volumi abitabili, cerchiamo il cartello di cantiere e, non trovandolo, segnaliamo la cosa alla Polizia Municipale e a qualche consigliere comunale di riferimento.
Chissà che spingendo, anche in questo caso, qualcosa non possa ritornare sui binari corretti.
(Stefano De Pietro)

OLI 426: ESTERI - Voci dalla stampa internazionale

Conquistando Palmira l’ISIS interrompe l'antica “Via della seta”.
Megachip, Thierry Meyssan, 26 maggio 2015: “La coalizione internazionale anti-Daesh, creata dagli Stati Uniti nell'agosto 2014, non ha mai combattuto gli jihadisti. Al contrario, è documentato − non una ma quaranta volte − che aerei occidentali hanno portato armi e munizioni all'Emirato Islamico.” “In ogni caso, Washington ha cambiato strategia. Come dimostra la nomina del colonnello James H. Baker a nuovo stratega del Pentagono” “La sproporzionata campagna mediatica sulla caduta di Palmira potrebbe essere solo una preparazione dell'opinione pubblica a un vero e proprio impegno militare contro l'Isis.”
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=120090&typeb=0

Nella stessa settimana, Stati Uniti e U.K. hanno nascosto i loro crimini di guerra invocando la “sicurezza nazionale” 
Glenn Greenwald, Intercept, 21 maggio 2015:  “Un governo che è in grado di nascondere le proprie atrocità per “motivi di sicurezza nazionale” sarà quello i cui cittadini si concentrano all'infinito sui crimini degli altri pur rimanendo beatamente inconsapevoli di quelli della propria nazione. Si tratta di un’eccellente descrizione di gran parte dei cittadini americani e britannici ed è una buona spiegazione del motivo per cui la parte più ricorrente del loro discorso è costituita da poco più di proclami che la Nostra è la parte migliore, nonostante i decenni di brutalità, aggressività e il militarismo che la loro parte ha perpetrato”.
https://firstlook.org/theintercept/2015/05/21/key-tactic-us-uk-hide-war-crimes-invoking-national-security/

L’integralismo religioso ebraico è peggio di quello musulmano ed è al governo
Il Post, 22 maggio 2015: “Nel suo discorso Hotovely ha citato Rashi, uno dei più famosi commentatori della Bibbia, dicendo: «Rashi ci dice che la Torah si apre con la creazione e ci insegna che se il mondo ci nega il diritto di abitare su questa terra, noi dobbiamo rispondere che questa terra appartiene solo a Dio e che solo Lui ha deciso di offrircela”.
“La reazione di molti diplomatici presenti alla riunione non è stata positiva: «Le persone erano in stato di shock: è la prima volta che ci viene chiesto di utilizzare un commento alla Torah ai fini della diplomazia», ha detto uno di loro al quotidiano israeliano Haaretz.”
http://www.ilpost.it/2015/05/22/palestina-questa-terra-nostra-dice-la-viceministra-degli-affari-esteri-del-nuovo-governo-israeliano/

L'Iran denuncia all’ONU che Israele intende bombardarlo con armi nucleari
 The Washington Post, 21 maggio 2015: "Per anni, gli israeliani si sono lamentati della retorica incendiaria della repubblica islamica, in particolare quella dell'ex presidente Mahmoud Ahmadinejad. Ma la realtà di fondo rimane che tra i due, un solo paese ha un'arma nucleare e che questo paese non è l'Iran."
http://www.washingtonpost.com/blogs/worldviews/wp/2015/05/21/iran-complains-to-the-u-n-that-israel-wants-to-nuke-it/

Il silenzio del premio Nobel sul genocidio di Rohingya equivale alla complicità
The Independent, 23 maggio 2015: "In un genocidio il silenzio è complicità, ed è così con Aung San Suu Kyi e la disperata comunità Rohingya in Birmania. La persecuzione in corso da parte del governo birmano dei Rohingya ha raggiunto, negli ultimi due anni, un livello così insostenibile che i Rohingya si trovano ad affrontare solo due opzioni, o rimanere e rischiare l'annientamento o la fuga. L'attuale esodo di coloro che chiedono asilo è solo una manifestazione di genocidio ". "Una volta Aung San Suu Kyi aveva tenuto un enorme capitale morale e politico e ha avuto la possibilità di sfidare il razzismo vile e l'islamofobia che caratterizza il discorso politico e sociale birmano. Molti attivisti birmani per i diritti umani ed i loro seguaci avrebbero potuto ascoltare, imparato e iniziato a mettere in discussione il razzismo istituzionalizzato che incide negativamente su tutti i birmani. Questo non è mai stato nell'agenda politica di Aung San Suu Kyi ". http://www.independent.co.uk/voices/comment/aung-san-suu-kyis-silence-on-the-genocide-of-rohingya-muslims-is-tantamount-to-complicity-10264497.html

Esiste il complotto delle patate in Turchia?
Al Monitor, maggio 2015: "Le patate non sono da prendere alla leggera. Nel 1840, la storia di una nazione è stata distrutta quando la malattia ha devastato le colture di patate in Irlanda e la carestia conseguente ha ridotto la popolazione del paese di circa il 25%, un milione di persone morirono e almeno un altro milione emigrò durante i sette anni ormai conosciuti come la Grande Carestia, la carestia delle patate o Gorta Mor in irlandese.” http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2015/05/turkey-is-there-a-potato-conspiracy-cetingulec.html

La parola "angelo" offende perché è riferita ad un palestinese
New York Times, 18 maggio 2015: "Il saluto sottovoce di Papa Francesco al presidente Mahmoud Abbas dell'Autorità palestinese nel corso dell’incontro di sabato in Vaticano, nel quale ha fatto riferimento a Abbas come un “angelo della pace”, ma con un verbo incerto, ha provocato una diatriba linguistica e politica che continua ancora a giorni più tardi.” Abraham H. Foxman, direttore della Lega anti diffamazione, ha detto che la frase “tu sei un angelo” è arrivata come un fulmine sulla comunità ebraica, vista l'ammirazione e le aspettative che l’ebraismo mondiale ha per questo papa.” http://www.nytimes.com/2015/05/19/world/middleeast/vatican-seeks-to-quiet-uproar-over-popes-angel-of-peace-remark.html?ref=todayspaper&_r=1

I media USA oscurano la citazione, fatta dal ministro della difesa israeliano, di “Hiroshima e Nagasaki” come modello per trattare con l'Iran.
Mondoweiss, 20 maggio 2015: “Ma non c'è stata nessuna copertura di questa storia nei mainstream media. E’ un black-out, cosciente o no.” http://mondoweiss.net/2015/05/ministers-nagasaki-hiroshima

 “Sfruttare gay, lesbiche e questioni sociali per il militarismo e l'imperialismo”
Glenn Greenwald, Intercept, 18 maggio 2015:“Vestire in senso figurativo le guerre americane con gli abiti graziosi delle cause sociali progressiste, o decorare letteralmente le agenzie di spionaggio con i colori della causa LGBT, non lascia alcun dubbio sulla natura di questa tattica. Il militarismo e l'aggressione non diventano più appetibile perché le istituzioni che li perpetrano permettono a donne e gay di partecipare a tali abusi”.
https://firstlook.org/theintercept/2015/05/18/exploitation-social-issues-generate-support-militarism-imperialism/

(a cura di Saleh Zaghloul)

venerdì 8 maggio 2015

OLI 425: PAROLE DEGLI OCCHI - Riposino




Marzo 2015 - Lago Maggiore - Isole Borromee

OLI 425: LAVORO - Un concerto di macchine da cucire in ricordo del Rana Plaza

A due anni dalla terribile tragedia avvenuta a Dacca in Bangladesh per il crollo dell'edificio Rana Plaza del 24 aprile 2013, a Genova sono state ricordate le 1138 vittime al Palazzo Ducale durante la performance "13600hZ concerto per macchine da cucire".
"Un progetto che nasce dall'abitare l'abito, dalla responsabilità dei consumatori in relazione al reale rapporto con l'abito" dichiara Sara Conforti dell'Associazione Culturale Hòferlab "e mira a coinvolgere il pubblico attraverso un discorso sensoriale per quel che riguarda la compulsività contemporanea rispetto all'acquisto"
Il crollo del Rana Plaza è stato uno dei più gravi incidenti nella storia del tessile. Un edificio di otto piani, l'ultimo costruito illegalmente, in cui c'erano cinque fabbriche tessili che non rispettavano le norme di sicurezza.
Il giorno prima dell'incidente le lavoratrici avevano visto delle crepe e sentito dei rumori ed ebbero paura, visti i crolli di edifici simili nei mesi precedenti, e nonostante le loro denunce furono costrette dai padroni ad entrare quel giorno 24 aprile nell'edificio.
Gli operai del Rana Plaza lavoravano per 30 marchi internazionali della moda tra cui la Benetton italiana che dopo due anni di pressioni da parte della Campagna Abiti Puliti ha deciso di pagare solo 1,1 dei 5 milioni richiesti per il fondo delle vittime.
La Campagna Abiti Puliti (Clean Clothes Campaign) da 30 anni segue casi di violazione di diritti del lavoro e violazione dei diritti umani, da due anni fa pressione a livello internazionale per il risarcimento economico ai familiari delle vittime del crollo del Rana Plaza da parte dei grandi marchi della moda coinvolti.
"La Campagna ha ottenuto due risultati importanti" dichiara Deborah Lucchetti portavoce italiana della Clean Clothes Campaign "un'accordo per la sicurezza e la prevenzione degli incendi in Bangladesh entrato in vigore l'anno scorso e firmato da 170 marchi multinazionali e un accordo per il risarcimento dei danni ai familiari delle vittime. Questo accordo non è ancora compiuto perchè mancano 7milioni di dollari al fondo che ne richiede 30milioni"
Ad oggi sono 80milioni gli operai, donne e bambine nell'industria del tessile che lavorano in condizioni
disumane e di sfruttamento, 16 ore al giorno per sei giorni a settimana per pochissimi dollari al giorno, il 2% del prezzo finale del prodotto, ogni giorno cuciono e confezionano abiti e accessori per i consumatori occidentali ma loro non potranno mai comprare quello che producono. "Oggi, in questa età del capitalismo contemporanea" dice Deborah Lucchetti "non esiste un meccanismo globale che faccia si che un'impresa che produce danni di violazione di diritti umani in paesi terzi, venga in qualche modo accusata e penalizzata per tali comportamenti".
Per questo motivo è sempre più urgente la necessità di costruire momenti di sensibilizzazione e presa di coscienza sulle storie di ingiustizia che si celano dietro le etichette che indossiamo, solo così possiamo diventare consumatori critici per i nostri acquisti e dire "mai più Rana Plaza".
(Maria Di Pietro - foto di Giovanna Profumo)

OLI 425: 25 APRILE - Resistere alle Valli e guardare al futuro

Anche quest’anno il 25 aprile è assurto alle cronache nazionali con palinsesti milionari, processioni e corone. Cerimonia laica sacrosanta, apparsa a molti ancor più necessaria visto che ricorrevano settant’anni dalla Liberazione. E poco importa che a commemorare ci fosse chi la Costituzione la mortifica in parlamento: è solo tristezza presente sommata alla memoria passata. Piccola assuefazione al peggio.
Tuttavia esistono luoghi felici dove commemorare corrisponde a ragionare e perché no, a progettare. Spazi toccati dalla presenza di giovani – è aperta la stagione di caccia a questa specie sotto campagna elettorale – che ascoltano e condividono idee per il proprio futuro, parlano della resistenza di oggi, magari al femminile e commemorano anche, con la proiezione di un docufilm su un partigiano diretto da uno di loro.
Ricordare il 25 aprile alle Valli Unite è stato questo: un grandioso fine settimana sui prati, tra le cascine della cooperativa di Costa Vescovato, tra i colli tortonesi, un fiorire di giovani famiglie con piccoli marmocchi che pareva di essere in Svezia. Così è stato possibile conoscere di più sulla resistenza delle miliziane curde in Siria e su un modello di democrazia che vuole rappresentare maschio e femmina con pari dignità.
E ancora sapere che – mentre l’Expo apre con la sfida di nutrire addirittura il pianeta – alle Valli, è nata l’associazione ForestIERI – perché per la gente del luogo chi si insedia rimane sempre un "foresto", come ha spiegato Ottavio Rube – con lo scopo di ripopolare il territorio con nuovi insediamenti agricoli e abitativi. Così è stato fatto il punto della situazione grazie ad una ricerca di Jeff Quiligotti, insieme ai produttori di vino Timorasso, a Manlio Calegari, Marco Revelli, Andrea Cavallero. Lontano dalle dinamiche della politica, dai bandi europei – l’invito accorato è starne alla larga per non esserne vittime - si comprende cosa vuol dire tornare a coltivare la terra se c'è una visione dove si accoglie e si condivide e il trattore si presta al vicino.
Si è parlato di semplificazione per le aziende che nascono, di catalogare le terre libere facendo in modo che i comuni collaborino, di facilitazioni, e di una rete umana per non essere isolati. Quindi aiuto pratico per avere la terra, ripopolare il territorio e creare un'economia che generi ricchezza e qualità della vita.
Le storie raccontate sono quelle di chi “ha lasciato perdere l'azienda paterna” per insegnare in città, ma con la volontà di raccogliere testimonianze su tutta la memoria possibile del luogo, ma anche di chi ha deciso di farsi contadino senza nessuna radice familiare, senza esperienza, persone nuove. L'inchiesta ha messo a fuoco il ruolo di un intermediario sociale, l'associazione ForestIERI, che è poi la cooperativa, e il fatto che questi insediamenti sono in funzione di un volano che non è solo soluzione economica o imprenditoriale, ma è anche soluzione culturale complessiva di conoscenza, di fiducia: quella fiducia che nella storia della Cooperativa le Valli Unite, trenta, quarant'anni fa, il territorio non le voleva riconoscere.
E poiché senza i partigiani non è 25 aprile, è stato proiettato il docufilm “Like e bullet around Europe” sulla figura di Anton Ukmar detto Miro, comandate della VI Zona, diretto da Mauro Tonini .
(Giovanna Profumo - Foto dell'autrice)

OLI 425: SISTEMA ELETTORALE - Elezioni in GB e la Formula Perfetta

Nella placida campagna inglese a Sud di Londra le elezioni parevano lontane, pochi i manifesti, ogni tanto un cartello con una sigla ai bordi della strada o in mezzo a un prato, che strabuzzi a guardare per capire se sia un’indicazione stradale o un’insegna di ristoro; nell'abitato rari cartelloni, al più occhieggiano dalle vetrine i volti dei candidati. Nient’altro. E’ nella cassetta della posta che arrivano i volantini, tanti, un porta a porta che raggiunge anche le case più isolate. Secondo i sondaggi tutto sembrava spaiato e il testa a testa dei due partiti che tradizionalmente si alternano a guidare il Paese parevano la spia che il bipolarismo avesse fatto il suo tempo: Conservatori e Laburisti con temi comuni, promettevano lavoro, sanità più pubblica, asilo gratuito, Università meno costosa “quasi” per tutti.



La crisi economica pareva avesse creato incertezza negli elettori, un peso enorme sul modello di Governo in una democrazia, se pure la ripresa inglese è la migliore in Europa. Dopo essersi tenuti il gallone, la pinta, le miglia, l’inossidabile sterlina sgomitando in Europa, con il mito british, la Regina e connessi, tutti a testa bassa, in modo più o meno soft a soffiare “contro” l’Europa; il più accanito l’UKIP di Farage, quello con cui Grillo aveva tentato un’alleanza per fare gruppo a Bruxelles. Un patto non riuscito, mentre imperversa il cavallo di battaglia dell’UKIP: giunta l’ora di riportare indietro i trenta milioni di sterline che ogni giorno si danno alla UE, invocando “il controllo dei confini”, proponendo il sistema-Australia, dove si decide chi arriva e chi si deve sistemare. Una sorta di Lega Italiana. Ma in che modo avrebbe fatto l’intrepido Paese di Albione senza lo straniero e i possedimenti stranieri?
In voga il voto utile, ovvero “vota libdem”, solo così potrai sconfiggere i conservatori perché di certo i libdem
appoggeranno i laburisti, oppure un voto utile dato ai principali partiti e non ai partitini come i verdi. Un’alchimia di variabili che il sistema a collegio uninominale prevedeva un UKIP fino al 14 per cento, sia pure con pochissimi parlamentari. L’ago della bilancia pareva essere il partito indipendentista scozzese, poiché per il sistema elettorale di sicuro raccoglierà un sacco di voti nei collegi di Scozia e porterà a casa decine e decine di parlamentari.
Tutto sbagliato: la consultazione in realtà ha riconfermato Cameron a pieni voti, spazzato via i liberaldemocratici, gli antieuro di Farage e premiato soltanto gli scozzesi, di cui i Conservatori dovranno tenere conto, pur avendoli osteggiati.
Sotto l'incubo di "coalition of chaos" gli inglesi hanno preferito i conservatori e il loro programma di Austerity, che sta facendo recuperare la crisi,  sconvolgendo ogni previsione, apprezzando comunque la proposta di referendum per uscire dalla UE, ma emarginando gli estremismi.
 Imprevedibili e furbi questi inglesi, che da sempre hanno l'occhio lungo, il loro mondo è fatto tanto dalla City e sanno bene di essere una sorta di paradiso fiscale nel cuore dell'Europa, si terranno brontolando ancora i vantaggi negoziati a suo tempo dalla Tacher, come il comodo libero mercato, eppure fanno vincere un partito che la critica. Il referendum finalmente chiarirà. Una vittoria per il sistema del bipolarismo, in bilico alla vigilia per il temuto pareggio: e da noi con  l'Italicum come sarebbe andata? Di sicuro in GB non ci sono i nominati.
(Bianca Vergati - Foto dell'autrice)

OLI 425: ELEZIONI - I candidati rispondono a Legambiente


28 Aprile 2015 - Commenda di Pré - Genova 
Incontro organizzato da Legambiente Liguria con alcuni candidati Presidente alle prossime elezioni regionali.
Video di Mario Lattanzio www.genovirus.it

OLI 425: STATO - l'Agenzia dei pasticci

Il widget relativo all'elenco sparito dal sito della Agenzia delle Entrare
fonte: www.dirpubblica.it
Avete una cartella esattoriale scomoda? Volete farla annullare? La soluzione ce la dà la Corte costituzionale, che ha dichiarato illegittime le nomine di un gran numero di dirigenti della Agenzia delle entrate che non sono stati selezionati con un concorso pubblico. Di conseguenza tutte le pratiche che siano state firmate da questi dirigenti o dai loro delegati sono da ritenersi nulle.
Il sito ADUSBEF pubblica un invito a fare, come al solito, un ricorso per ottenere l’annullamento.
Ancora più interessante il sito di Dirpubblica, la federazione del pubblico impiego, che aveva intentato l’azione legale contro il ministero, vincendola. In un articolo si fa riferimento ad un’azione di oscuramento di dati dell’Agenzia delle entrate, che avrebbe eliminato dal proprio sito la lista dei dirigenti: “Al fine di ripristinare la trasparenza cui è tenuta l’Agenzia delle Entrate, pubblichiamo l’elenco completo dei dirigenti e degli incaricati di funzioni dirigenziali (erroneamente indicati come reggenti), eliminato dal sito http://www.agenziaentrate.gov.it/ all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale n. 37 del 17/03/2015”.
La cosa davvero divertente è che il controllore, quando controllato a sua volta, crolla sotto il peso dell'incompetenza e della scarsa trasparenza. Lo sanno anche i sassi, ormai, che "levare qualcosa da in giro" per farlo sparire non funziona più, con l'avvento di internet e della globalizzazione. Santa pazienza: quando impareranno?  A voi, adesso, verificare se ci sono spazi per il vostro ricorso.
(Stefano De Pietro)

OLI 425: BENI COMUNI - Stonehenge, tutto il mondo è paese


Stonehenge è il sito di resti megalitici più noto di tutto il mondo, recentemente recuperato con un grandioso progetto che colloca la collina delle Pietre lontano da qualunque edificio, una volta gli ingressi erano ad un tiro di schioppo e i visitatori vi passeggiavano arrivando a toccarle. Un po’ come per le Piramidi di Giza a Il Cairo, che t’immagini sperdute nel deserto ed invece hanno l’edificato urbano a un soffio, cosicchè la grandiosità del monumento è sopraffatta da cammelli, chioschi e case fatiscenti. Ai megaliti di Stonehenge arrivi con pulmini che ti accompagnano sino ad un percorso pedonale, che ti tiene ben lontano, salvaguarda il sito e ti appare in lontananza in una visione ancora più suggestiva. Non è così per un sito a pochi chilometri da
Stonehenge, che non è noto e non rientra nel circuito turistico mondiale. La località si chiama Avebury, vi si accede da un cancelletto aperto al pubblico, senza sicurezza, anche qui in un paesaggio da sogno, la verde campagna inglese con distese di prati gialli, i campi di colza, che in questa stagione pare d’essere in Provenza, una collina, un fossato intorno e un cerchio di pietre. Vicino ci sono però un paio di case, un pub è a pochi metri dal monumento e placida, incredibile, si srotola una strada. Sì, proprio una strada bella asfaltata, su cui passa indisturbato il traffico e che interrompe il magico cerchio. Povera Avebury, a quanto pare, non è Patrimonio dell’Unesco, anche se essere tutelati non vuol dire niente, vedi Pompei dove domenica scorsa, come prima domenica del mese ad ingresso gratuito, sono state fatte entrare trentatremila persone, al collasso la sorveglianza e lo stato della meravigliosa Pompei.
(Bianca Vergati - foto dell'autrice)

OLI 425: ESTERI - Voci dalla stampa internazionale


Hollywood contro Palestina: attenzione ai messaggi politici dei film
Mintpressnews, 01 maggio 2015: “Un'analisi delle email contenute nell'archivio WikiLeaks riguardanti la Sony rivela come i dirigenti di Hollywood stanno lavorando per riparare l'immagine pubblica di Israele in seguito al bilancio barbaro delle vittime dell’offensiva della scorsa estate contro Gaza. Questo include un documentario che tenterebbe di legare la solidarietà con la Palestina alla violenza antisemita in Europa e negli Stati Uniti.”  “Wikileaks ha pubblicato un archivio di messaggi e documenti di posta elettronica interni del 16 aprile. L’analisi di tale archivio mostra un modello di sostegno a Israele e le sue violente politiche sioniste sia durante che dopo l’aggressione del 2014 contro Gaza da parte dei dipendenti di Sony e di altri importanti membri del industria cinematografica.”.


Questo è l'unico membro socialista e l’unico ateo del Congresso USA 
The Guardian, 03 maggio 2015: “Bernie Sanders chiede una 'rivoluzione politica' contro la classe miliardaria”. 
http://www.theguardian.com/us-news/2015/may/03/bernie-sanders-political-revolution-billionaire-democratic-2016-race

E' possibile che persone che vivono in abitazioni che appartengono ai palestinesi, su un terreno di proprietà di palestinesi, che prestano tutte (uomini e donne) servizio militare nell’esercito israeliano che uccide civili palestinesi, avere la coscienza turbata solo dall’inquinamento atmosferico? 
Haarez, 04 maggio 2015: "Centinaia protestano contro l'inquinamento atmosferico, alti tassi di cancro in Haifa".
 http://www.haaretz.com/news/israel/.premium-1.654812?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter 

Francia, rimandata da scuola a casa perché indossa una gonna lunga 
New York Times, 29 aprile 2015: "Una scuola secondaria nel nord est della Francia ha rimandato a casa due volte, nelle ultime due settimane, una ragazzina di 15 anni per aver indossato una gonna lunga che il direttore ha giudicato essere “un segno ostentato” della fede musulmana della ragazza 

USA: Vittime civili dei droni americani? Non chiedere, è segreto. 
Alternet, 27 aprile 2015: "In realtà, non sappiamo esattamente quanti civili muoiono in attacchi dei droni USA perché il programma è reso segreto dalla CIA. Le stime delle vittime civili di guerre americane in Iraq nel 1991, in Afghanistan nel 2001 e in Iraq nel 2003 restano un segreto del Pentagono. 
http://www.alternet.org/world/cia-does-not-want-us-know-how-many-civilians-our-drones-kill

Francia: truppe francesi abusano dei bambini della Repubblica Centrafricana 
The Guardian, 29 aprile 2015: “Un operatore umanitario delle Nazioni Unite di alto livello è stato sospeso per aver rivelato ai pubblici ministeri un rapporto interno sull'abuso sessuale di bambini da parte delle truppe francesi di pace nella Repubblica Centrafricana. Fonti informate sul caso hanno detto che Anders Kompass ha passato il documento alle autorità francesi a causa del tentativo falliti delle Nazioni Unite per fermare l'abuso. Il rapporto documenta lo sfruttamento sessuale di bambini di nove anni da parte delle truppe francesi di stanza nel paese come parte degli sforzi internazionali di mantenimento della pace.”
http://www.theguardian.com/world/2015/apr/29/un-aid-worker-suspended-leaking-report-child-abuse-french-troops-car 

Soldati israeliani rompono il silenzio ed accusano Israele 
Nena News, 05 maggio 2015: “Presentato ieri il rapporto della ong Breaking the Silence. Decine di testimonianze di soldati e ufficiali descrivono la violazione sistematica del diritto umanitario e delle leggi internazionali da parte delle forze armate israeliane durante l’offensiva contro Gaza.” 
http://nena-news.it/israele-rompono-il-silenzio/ 

Siria; gli alleati di al-Qaeda in Siria. 
RT, 27 aprile 2015: "Israele, il paese che i suoi cherleaders in Occidente, hanno più volte detto essere in “prima linea” nella “guerra al terrore”, agisce come l’alleato di fatto di al-Qaeda in Siria”.
http://rt.com/op-edge/253481-al-qaeda-syria-takeover-assad/ 

USA/Israele: Violenza della polizia contro i neri americani ed israeliani 
Mondoweiss, 01 maggio 2015: “Gli israeliani etiopi protestano contro la brutalità della polizia a Gerusalemme”
http://mondoweiss.net/2015/05/ethiopian-brutality-jerusalem 
Commondreams, 28 aprile 2015: "E lunedì, quando le tensioni esplosero ed i giovani di Baltimora hanno ripetutamente lanciato pietre contro i carri armati della polizia e navi da crociera, la scena ricordava stranamente i territori occupati, il che non dovrebbe sorprendere nessuno che abbia seguito la militarizzazione della polizia USA in base al modello dell'esercito israeliano".
http://www.commondreams.org/views/2015/04/28/baltimores-disgrace-history-police-violence 

Finlandia: questo non potrà mai accadere dove i ricchi fanno le leggi per i ricchi 
The Atlantic, 12 marzo 2015: "Reima Kuisla, un uomo d'affari finlandese, è stato recentemente scoperto mentre andava a 65 miglia all'ora in una zona con il limite di 50 miglia, nel suo paese, un reato che in genere si paga con una multa di un paio di centinaia di dollari, al massimo, negli Stati Uniti, ma dopo aver determinato il reddito di Kuisla, la polizia finlandese ha deciso una multa di 54.000 Euro.
http://www.theatlantic.com/business/archive/2015/03/finland-home-of-the-103000-speeding-ticket/387484/  
Yemen: Molte delle armi del Houthi sono state prodotte in Europa e negli Stati Uniti
Jacobin Magazine, 16 aprile 2015: "In un documento dell’ambasciata degli Stati Uniti-Canada a Sana'a, del 9 dicembre 2009, si legge:" Contrariamente a quanto sostiene il governo Yemenita che l'Iran sta armando gli Houthi, la maggior parte degli analisti riferiscono che gli Houthi ottengono le loro armi dal mercato nero yemenita e anche dall’esercito Yemenita stesso”. “L'amara ironia è che molte delle armi del Houthi sono state prodotte soprattutto in Europa e negli Stati Uniti”.
https://www.jacobinmag.com/2015/04/yemen-revolution-arab-spring-saudi-arabia/ 

Francia: il “socialismo” francese in cerca di miliardi di euro da sauditi e Qatariti
Reuters, 05 maggio 2015: "La Francia è in trattative, che potrebbero essere concluse rapidamente, per concordare miliardi di euro di contratti in Arabia Saudita che vanno dalla difesa civile aeronautica, trasporti ed energia - ha dichiarato il governo francese il martedì ". "La Francia ha firmato lunedì un contratto 7000 milioni dollari con il Qatar per aerei da combattimento, Rafale e ha già vinto 15 miliardi di dollari di contratti della difesa nella regione nel corso dell'ultimo anno.
http://www.reuters.com/article/2015/05/05/us-france-saudi-contracts-idUSKBN0NQ0RH20150505
(a cura di Saleh Zaghloul - immagine di Guido Rosato)

OLI 425: LETTERE - Cara Paita, l'opinione di una candidata

La signora Lella Paita in questi giorni ci comunica alcune cose della sua visione del mondo attraverso le migliaia di manifesti elettorali che impestano la città. Il suo slogan “La Liguria va veloce” ben si presta però a completamenti ironici di vario genere su internet o sugli stessi manifesti (“La liguria va veloce a bagno/contro un muro/alla morte/alla cementificazione…oppure “La Liguria va veloce. Anche il Bisagno non scherza” del comico Daniele Raco, tanto per fare alcuni esempi...)
Ironie a parte, questo slogan sa proprio di vecchio! Mi ricorda lo zang tumb tumb di Marinetti e i futuristi, roba di 100 anni fa ormai più che superata, oppure mi ricorda i progetti insensati dell’alta velocità che sperperano miliardi di euro per portare merci cinesi da Genova a Tortona impiegando qualche minuto in meno, mentre i pendolari viaggiano come bestie sui pochi treni rimasti e le nostre fabbriche chiudono.
Allora cara Lella te lo dico, stai sbagliando tutto: il vero cambiamento, la vera rivoluzione è lo slow: cibo, turismo, tempo libero… Basta correre! Basta correre verso l’ormai pressoché irrimediabile disastro climatico e ambientale. Adesso, se vogliamo dare ancora una speranza di futuro ai nostri figli, è ora di rallentare, anzi inchiodare la macchina distruttrice del falso progresso.
Le persone più sagge oggi cercano uno stile di vita più a misura d’uomo, a contatto con la natura, trovando in questa dimensione i ritmi adeguati per se stessi e i propri cari, una vita rallentata che ci liberi da ansia e stress imperanti. “Più orti e meno lexotan!” Ecco il mio slogan se avessi i soldi per farmi i manifesti.
La politica oggi dovrebbe impegnarsi per migliorare la qualità di vita dei cittadini, dovrebbe preoccuparsi, e molto, della sostenibilità ambientale, dovrebbe prediligere e favorire attività economiche che valorizzino il territorio e lo salvaguardino, così come le sue produzioni tipiche, agricole, artigianali e industriali locali. Sempre più giovani e adulti ad esempio sognano di tornare alla terra, ad una dimensione di vita più autentica, recuperando anche valori come la condivisione e la solidarietà con i vicini e la comunità locale. E tanti vi riescono, anche se con grande fatica e nessun aiuto dalle istituzioni.
L’Italia e ancor di più la Liguria, hanno tra i loro punti di forza il turismo, l’arte, l’agroalimentare e la gastronomia. Il turista (ma anche il cittadino) cerca il buon cibo locale e ambienti naturali incontaminati.
Su queste cose deve puntare la nostra bella regione rovinata dal cemento.
Dai viadotti non nasce niente, dalle fasce nascono i fior (e le olive, le verdure, il basilico…)
(Silvia Parodi, ingegnere ambientale, candidata con Progetto Altra Liguria)