sabato 26 aprile 2014

OLI 405: SOMMARIO

OLI 405: PAROLE DEGLI OCCHI - 25 aprile 2014, uno per tutti

Canelli, aprile 2014 (foto di Giovanna Profumo)

OLI 405: 25 aprile 2014 - Benedetta Tobagi e gli sms di Claudio Burlando

La buona notizia è che a Genova, dopo l'intervento di Gad Lerner, l'orazione commemorativa del 25 aprile è stata affidata a Benedetta Tobagi, donna sensibile al tema della memoria, eredità che le ha lasciato il padre, quando ancora bambina è caduto sotto il colpi della brigata 28 marzo nel maggio 1980.
Infinita gratitudine ai figli delle vittime della storia del nostro paese: riempiono il vuoto delle istituzioni, puliscono il passato dalla retorica.
La cattiva notizia, per chi ha voluto coglierla, è che il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, durante la commemorazione, non ha potuto spegnere il suo cellulare. Quindi la ricezione degli sms in arrivo l’ha indotto a rispondere, intaccando - a tratti, ma non poco - la solennità dell’evento.
Certamente erano messaggi urgenti.
(Giovanna Profumo

OLI 405: LAVORO - Demolizioni navali: roba da terzo mondo

Nel 2000 ero docente in una serie di corsi svolti nei confronti degli equipaggi e del personale di terra di alcune compagnie di navigazione italiane, le varie sessioni si svolgevano sulle alture di Spezia ed avevano oggetto una legge speciale da poco in vigore, il D.Lgs. 271 del 27 Luglio 1999.
Nelle aule ruotavano tutti i membri degli equipaggi, dai mozzi ai Comandanti, ed alcuni di questi ultimi, nelle pause d’aula, mi descrissero una realtà vissuta in prima persona, gli spiaggiamenti di vecchie navi delle loro Compagnie sul grande estuario del Gange in Bangladesh nel Golfo del Bengala, nei più grandi cantieri di demolizione navale del mondo a cielo aperto, a Chittagong.
I report di questi viaggi tendevano a dimostrare la particolare e specifica abilità del comando nel giungere a destinazione con navi ridotte all’osso, dalle quali era stato smontato e sbarcato tutto il possibile, e del momento finale, quando con la più elevata galleggiabilità e con il livello massimo di marea, venivano portate alla loro ultima corsa, alla massima velocità possibile sino ad arenarsi sulla riva, il più vicino a terra possibile, come balene spiaggiate. Descrivevano la singolare attività che vedevano iniziare spenti i motori, o che era in corso sui giganteschi rottami vicini, con la bassa marea infatti un nugolo di uomini a piedi scalzi e vestiti strappati, si avvicinavano allo scafo in secca e letteralmente lo assaltavano per scarnificarlo, per cominciare a sezionarlo, a demolirlo. Veniva praticato un varco di accesso su un fianco nel quale si introducevano gli addetti, armati di bombole e cannelli, ed incominciavano a spolpare la carcassa dall’interno. Non era più una nave, ma una grande miniera a cielo aperto di lamiere di acciaio e di componenti da riciclare. Descrivevano della qualità del lavoro e delle attività che si svolgevano nei cantieri che attraversavano mentre andavano a prendere un aereo per tornare in Italia, ma erano talmente a tinte forti da ritenerle esagerate - sono marinai - pensavo - anzi Comandanti ad un corso di formazione e chiaramente intenzionati a far colpo sul docente.
Mi misi a fare ricerche su questi strani posti e cicli di lavoro ed allora, era il 2000, scoprii una realtà
incredibile, scaricai foto, splendide nella loro tragicità, lessi i report di attività lavorative organizzate con caratteristiche medioevali, condotte con il più elevato disprezzo per la vita umana e l’ambiente, lessi di connivenze e aziende malavitose, di dati ambientali falsi e di proclami di governanti, di incredibili business e di paghe da fame, di ignoranza e di morti sul lavoro, di malattie da lavoro e di tumori nella popolazione, di sterminio dell’ambiente del delta nel Golfo del Bengala, di morti pagati un tanto al chilo e di attività che mai mi sarei sognato di scoprire, come quello delle raccoglitrici di amianto per il suo riutilizzo.
Diverse da oggi erano le fonti di informazione riportanti notizie e report. La maggior parte dei siti dedicati all’argomento puntava soprattutto sulla esposizione di foto color seppia o b/n, laddove lavoratrici e lavoratori di colore erano drammaticamente ripresi durante lo svolgimento delle rispettive attività lavorative. Ricordando oggi quelle prime sensazioni penso di aver definito con chiarezza e per la prima volta, come una sorta di imprinting, cosa si potesse intendere per industrializzazione di rapina nel terzo mondo, prima ci pensavo e ne argomentavo, ma solo allora mi resi conto realmente di cosa volesse dire sfruttare in un territorio di conquista, di come aziende inquinanti, malsane e portatrici di attività altamente pericolose, potessero sfruttare povera gente, territori ed ambiente, senza alcuna regola se non il profitto, gestendo in modo criminoso un business colossale, inarrestabile, ed ancora in qual misura la impossibilità di controllo da parte delle organizzazioni dei lavoratori e dei cittadini sul ciclo produttivo avesse determinato morti e feriti, inquinamento e distruzione di un vastissimo ecosistema.
In effetti questa posizione, questo punto di vista, allora era in fase di crescita, ma mai nella partecipazione attiva e critica dello stato sovrano.
Oltre le posizioni negative enunciate da varie ONG e organizzazioni internazionali dei lavoratori, l’unico documento tecnico quasi pubblico che riuscii trovare ed archiviare fu la tesi di laurea di un giovane biologo che descriveva, con dovizia di dati ed argomentazioni, la riduzione della fauna ittica del Golfo, problema certamente grave, indiscutibilmente, ma in quel corposo documento non tentò nemmeno di avvicinarsi a terra, alla organizzazione del lavoro che era origine dell’inquinamento, del business all’origine di tutto ciò. Soprattutto perché i clienti, gli armatori che mandano le proprie navi in demolizione sono quelli del nord del mondo, quelle navi che in Europa dovrebbero sottostare alle poche, mal applicate o rispettate, ma esistenti, norme ambientali e di Salute e Sicurezza sul Lavoro.
Il ciclo era completo: le vittime, i carnefici ed i mandanti.
Nel Giugno del 2010 a Chittagong, venne tenuto un convegno con oggetto la eco-sostenibilità nella Baia del Bengala, organizzato dall’Istituto Pubblico di Ricerca sulla Pesca e presieduto dal Dr.Md.Gulam Hussain, Direttore Generale della Struttura.
Vennero analizzati ed argomentati i dati degli sversamenti a mare determinati, tra l’altro, dalla attività di rottamazione e recupero navali, partendo da un paio di dati di fatto: i rifiuti generati dalle industrie inquinavano l'ambiente circostante a diversi livelli (acqua, aria e terreno).
Il costo pubblico per il controllo dei rifiuti era in aumento a causa dell'inquinamento ambientale dovuto all'uso di vecchie e retrodatate tecnologie e all'uso delle apparecchiature fino alla loro morte per vecchiaia, (manifestanti l’evidente intenzione di non utilizzare più costose versioni moderne visto la variabile di costo”vite umane” irrisoria). Assenza di iniziative da parte del governo nel fornire supporto finanziario e altri incentivi per la creazione di impianti per il trattamento di sostanze chimiche provenienti dai cicli produttivi in oggetto.
La attività di rottamazione delle navi o “ship breaking”, ha avuto origine nel 1969 ma con un vero e proprio
boom negli anni ’80 e, continuava il report, si è guadagnata la reputazione di essere notevolmente redditizia, ma con un grande costo ambientale. Rifiuti vari e materiali usa e getta sono gettati in mare dalle navi con residui di rottamazione e spesso si miscelano con il terreno, la spiaggia e con l’acqua di mare con un impatto negativo sull’ambiente costiero e la biodiversità.
Le operazioni di travaso e recupero di oli , grassi e carburanti raggiungono le 2500 Tonnellate anno, di tali operazioni venivano considerati gli effetti nocivi e l’impatto che, in modo documentato, gli sversamenti liquidi avevano portato all’ambiente: oli, lubrificanti, grassi, TBT.
Gli effetti nocivi riscontrati a parere della commissione erano stati:

  • Copertura del corpo e asfissia nei pesci,
  • Riduzione dell'intensità della luce sulle foglie che inibisce la fotosintesi, riducendo lo scambio di ossigeno e carbonio
  • I danni alla popolazione degli uccelli, la ricopertura da oli delle piume, provocanti oltre a perdita di galleggiamento anche casi frequenti di tossicità acuta
  • A volte le fuoriuscite provocano mortalità ad ampia diffusione tra la popolazione di pesci, vermi, granchi e molluschi.
  • Nella popolazione umana i metalli come mercurio, rame, piombo, cadmio, arsenico, ecc, hanno determinato effetti nocivi come
  • disturbi mentali, danni al sistema nervoso (ad esempio Malattia di Minamata, Arsenocosis)
  • anemia, disturbi renali, sterilità e cancerogeni.
  • Inoltre l’effetto nocivo di gas rilasciati in atmosfera come : CO2, CO, SO2, Cl2, NH2, fumi acidi, isocianati, hanno determinato
  • un aumento di gas tossici in aria,
  • un impatto negativo sugli esseri umani (ad esempio causanti asma e di altre malattie respiratorie).
  • Fra gli inquinanti solidi PVC, plastica, lana di vetro, amianto, ecc sono presenti in quantità notevoli inoltre:
  • IPA: procuranti tumori maligni a polmoni, stomaco, intestino e alla pelle, altamente tossiche e con la proprietà di bio-accumularsi nell'ambiente.
  • diossine: provocano cancri, sono in grado di sopprimere il sistema immunitario ed in una fase sia pre che post-natale colpiscono il sistema nervoso dei bambini. 
  • I PCB: sono collegati al cancro, con danni al fegato e al sistema riproduttivo. Sono altamente persistenti del livello trofico più elevato della catena alimentare marina.

A seconda della loro dimensione e funzione, le navi demolite hanno un peso a vuoto tra 5.000 e 40.000 tonnellate (con una media di 13.000), il 95% è acciaio, rivestito con da 10 a 100 mani di vernice contenenti piombo, cadmio, organostannici, arsenico, zinco e cromo.
Le navi contengono una vasta gamma di altri rifiuti pericolosi come i sigillanti contenenti PCB, fino a 7,5 tonnellate di vari tipi di amianto; diverse migliaia di litri di olio (olio motore, olio di sentina, oli idraulici e lubrificanti e grassi). I serbatoi inoltre possono contenere fino a 1.000 metri cubi di olio residuo.
Lo studio prosegue individuando i benefici che questa attività porta al territorio : l’attività di SBA (schip breaking) crea un elevato potenziale economico e una opportunità lavorativa per migliaia di lavoratori e contribuisce alla crescita economica della regione che ha bisogno di investimenti del settore privato. Per quanto possibile il 100% della nave è riciclato, l’attività è di grande importanza nell'economia nazionale del Bangladesh e fa risparmiare grande quantità di valuta estera, riducendo l'importazione di materiali in acciaio, con la demolizione delle navi si garantisce infatti l’approvvigionamento di materie prime per le acciaierie, lamiere in acciaio per la costruzione, si ricicla l’amianto, vengono rigenerati oli ed lubrificanti per le altre industrie.
 La attività di SBA garantisce lavoro direttamente a 25.000 persone ma altre 200.000 sono occupate nell’indotto. Sebbene questa attività abbia guadagnato una buona reputazione dal punto di vista del profitto per i Paesi in via di sviluppo, è considerata “fastidiosa” per l’ambiente e per la salute umana. (il termine che ho tradotto è esattamente quello utilizzato nel Report)
Non vi è alcun disaccordo sul fatto che questa attività sia ad alto rischio industriale. Da ogni punto di vista, la demolizione delle navi è un lavoro sporco e pericoloso. I rischi specifici del ciclo di lavoro si suddividono in due categorie: intossicazione da sostanze e incidenti sul lavoro.
Esplosioni di gas residui e fumi tossici nei serbatoi sono la prima causa di incidenti nei cantieri.
Un'altra delle principali cause di incidente è caduta dalle navi (che sono alte fino a 70 m) di lavoratori che vi operano senza sistemi anticaduta e cinture di sicurezza.
Gli altri incidenti mortali più frequenti comprendono per i lavoratori l’essere schiacciati da travi o lamiere in acciaio che cadono, elettrocuzione, ecc.
I lavoratori non qualificati trasportano lastre di metallo, barre o tubi di metallo sulla testa nuda o a spalle, iniziano a camminare con passi sincronizzati dal ritmo canzoni o musica, verso una destinazione precisa e poi movimentano lamiere metalliche nei cantieri per impilarle o caricarli su camion, senza mezzi di sollevamento. Come durante la costruzione della piramide di Giza, o Stonehenge in piena continuità.
In lingua inglese, nello slang corrente usato quando si ragiona di queste attività, si usa il termine di : three D-jobs :dirty, dangerous and demanding, e cioè sporchi, pericolosi ed impegnativi.
Lo studio termina dopo aver analizzato, a dire il vero con maggior dovizia di numeri, il livello di degrado nel quale si trovano attualmente le foreste di mangrovie inquinate ed l’elevato numero di pesci endemici o pelagici ormai scomparsi od in pericolo, con una considerazione sul “che fare”:
 “Considerando il ruolo positivo che questa attività ha nella economia nazionale, afferma la commissione di studio, essa non può essere interrotta, piuttosto dovrebbe essere determinato un approccio sostenibile per ridurre al minimo le conseguenze negative nella zona costiera. Il governo dovrebbe nominare un'autorità competente che, in consultazione con le organizzazioni rappresentative dei datori di lavoro e dei lavoratori, dovrebbe formulare, attuare e riesaminare periodicamente una coerente politica nazionale e principi per la demolizione in sicurezza delle navi. Tale politica dovrebbe includere:

  • Il controllo delle importazioni e la preparazione delle navi alla demolizione;
  • L’occupazione e le condizioni di lavoro, sicurezza sul lavoro e la salute, i diritti e il benessere dei
    lavoratori; 
  • La protezione sia della popolazione che dell'ambiente nella prossimità di un cantiere di demolizione. 
  • Il governo dovrebbe includere questo settore nel ministero dell'industria, e formulare una politica adeguata in modo che i diritti dei lavoratori possa essere garantita e resa contemporaneamente ecocompatibile. 
  • Ambiente, diritti umani e economia, tre ambiti che dovrebbero essere considerati nel formulare la gestione pubblica di questo settore.

Quindi anche nella parte di sotto del mondo il risultato delle grandi operazioni politiche determina la nascita di
una commissione di studio, con all’interno probabilmente coloro i quali sono stati corrotti sino a quel momento per il mantenimento dello status quo.
Ma vediamo quanto risulta invece dalla lettura delle documentazioni non governative.
Fondamentale è la corruzione:
"Credo che gli ispettori che verificano le condizioni di lavoro a bordo rilascino certificati in modo "illogico" o in ragione di alcuni interessi e non in base allo stato di adeguatezza della nave ".
l giornalista Hasan Akbar amplia questo concetto: " il modo più facile ottenere i certificati necessari del Dipartimento è quello di pagare una tangente di alcune migliaia di taka. Quindi l'ispezione diventa non più necessaria. Purtroppo chi rilascia i certificati non controlla correttamente quanto e come dovrebbe. L'ispezione di una nave intera dovrebbe durare almeno da sei a otto ore, ma spesso si completa in meno di un ora ".
"Un controllo completo costerebbe al proprietario tra 60.000 e 80.000 taka. Essi preferiscono pagare per la verifica di due o tre ambienti spendendo ufficialmente tra i 600 a 900 taka e farne scivolare poche migliaia sotto il tavolo verso l’ispettore, il certificatore". (100 Taka oggi valgono, come le rupie indiane, circa 1,5 Euro.)
"I proprietari dei cantieri hanno stabilito buone relazioni con i politici e le baronie locali. Tra l’altro finanziando i loro circoli ricreativi. In realtà si tratta di una mafia vera e propria. Dando tangenti alla polizia, politici, giornalisti e così via, hanno costruito un sistema in grado di evitare qualsiasi pubblicità negativa in caso di esplosione o incidente, minimizzandone la valenza e gli effetti. L'intera faccenda è solo un racket e condotto a costo della vita dei lavoratori, della popolazione locale e dell’ambiente.” I cantieri non sono ufficialmente industrie, non esistono, molti di questi non hanno obblighi come un salario minimo e la compensazione a seguito di un incidente, però hanno bande di “bravi” armati che di mestiere mantengono la tranquillità del sistema.
Se le imprese fossero riconosciute, sarebbero anche passibili di ispezione dal Dipartimento del governo dell'Industria, ma ufficialmente non esistono e laddove possono pagano tangenti agli Enti preposti ai controlli.
I lavoratori che arrivano ai cantieri sono tutti analfabeti e di origine contadina. Arrivano attirati dal miraggio del lavoro sicuro intenzionati a fermarsi per un solo anno , ma mediamente si allontanano dal mare solo dopo dieci anni. Uno su cento è assunto a tempo indeterminato, gli altri sono a chiamata, con i classici fenomeni di caporalato.
La paga media di un lavoratore nei cantieri di demolizione si aggira sui 40 Takas al giorno, 0,60 euro al giorno nel primo anno lavorativo, per raggiungere il massimo di 70 Takas dopo 10 anni, circa un euro, lavorando 16 ore al giorno, sette giorni la settimana, 365 giorni l’anno.
L’aspettativa di vita, vista l’esposizione a sostanze tossiche è di circa 20 anni, contro i quasi 61 del restante Bangladesh, ed il 20% inizia a lavorare nei cantieri prima di aver compiuto 15 anni.
In caso di morte, ad evitare pubblicità negativa od interventi, pur improbabili, degli organismi di controllo, le imprese pagano alle famiglie un indennizzo, una compensazione. Un esempio documentato cita due cifre: 40.000 Takas alla famiglia del morto (600 Euro) e 60.000 alla polizia, per insabbiare e nascondere. L’indennizzo sale quando in famiglia c’è un parente militare o poliziotto.
Le imprese, che si avvalgono per ogni nave di sei o sette ditte di appalto, ricavano mediamente 150 dollari a tonnellata per nave, la media di 13.000 tonnellate porta a valutare un ricavo medio di due milioni di dollari, oggi circa 1.600.000 euro, un lavoratore viene pagato 60 centesimi di euro il giorno, e, se muore costa 1500 euro, è un vero affare. Poi i cantieri devono pagare gli organi di vigilanza, gli ispettori, coloro che devono fare i controlli ambientali, i politici del territorio, i politici nazionali e gli esperti che partecipano alle commissioni che devono garantire tutti la continuità, ed in queste specifiche condizioni.
Nelle ultime 300 navi analizzate dalle varie ONG sono stati indicizzati 87 morti, 3.4 per ogni nave. 6000 infortuni gravissimi, danni irreparabili all’ambiente, grande distribuzione di tumori specifici in misura abnorme rispetto agli altri territori.
A questi imprenditori-delinquenti, grazie ai rapporti di forza favorevoli ed a quanto spendono per mantenerli, va benissimo. La commissione in effetti ha come obiettivo la continuità e interventi pubblici per eventuali bonifiche ambientali se proprio fosse il caso che il pesce palla delle mangrovie avesse a risentirne. Ricapitolando dalla mia ricerca su Chittagong e lo shipbreaking, sono emersi una serie di fattori

  • In un vasto ambito territoriale una specifica attività industriale inquina mortalmente il territorio, l’aria, il suolo, l’ambiente. 
  • I lavoratori muoiono o si ammalano svolgendo una attività lavorativa durante la quale le regole di lavoro sicuro non vengono rispettate. 
  • I lavoratori sono sottopagati. 
  • Uno su cento ha un contratto a tempo indeterminato e gli altri sono atipici. 
  • La commissione governativa che dovrebbe occuparsi di ridurre pericoli per lavoratori ed ambiente è di parte ed inquinata dalle lobby filo aziendali. 
  • Gli Enti di certificazione sono corrotti così come coloro che devono procedere alle ispezioni. 
  • Il potere locale e la polizia prendono tangenti per chiudere un occhio. 
  • Le aziende corrispondono alle famiglie delle vittime un risarcimento pur di evitare percorsi penali. 
  • Per avere maggiore collusione finanziano anche i circoli ricreativi locali.  
  • I mandanti sono lontani al sicuro nei loro inarrivabili uffici old-English, come sempre assolutamente ignari ed in buona fede.

Ma dai, roba da terzo mondo, da noi non succederebbe mai.
(Aris Capra - Responsabile Sportello Sicurezza CDML Genova - foto da internet)

OLI 405: SOCIETA’ - Scuola, non ti scordar di me

La primavera è arrivata silenziosa, è entrata dentro la scuola Solari di San Fruttuoso a Genova e con i suoi colori, i suoi profumi ha appassionato i cuori degli alunni, degli insegnanti e dei volontari del Circolo Nuova Ecologia che hanno collaborato al progetto nazionale di Legambiente “Non ti scordar di me, operazione scuola pulita” con il patrocinio del Municipio Bassa Valbisagno.
È stata una grande festa quel giorno, grazie alle insegnanti, che hanno risposto con entusiasmo alla proposta: lo studio e la realizzazione di alcune aiuole all’interno di un prato della scuola, la piantumazione di un albero da frutto, l’elaborazioni di disegni, di cartelli con i pensieri dei bambini che invitano a rispettare e a mantenere puliti gli spazi verdi, la ideazione di manifesti, che annunciavano agli abitanti del quartiere la grande festa di primavera.
L’evento era un’opportunità particolare per i bambini, per conoscere il verde intorno a loro, comprendere quanto sia importante prendersi cura delle piante, che proprio loro avranno messo a dimora, dopo aver preparato la terra, dopo aver imparato i nomi delle erbe aromatiche e dei fiori che hanno scelto, innaffieranno e cureranno. Erano così contenti di poter “fare un buco” per le piantine, odorare i profumi delle aromatiche, ahimè, in tanti non distinguevano il rosmarino dalla salvia.. Adesso gli alunni della scuola sapranno raccontare che il giardino della scuola è uno spazio verde speciale e ogni spazio libero della città potrebbe trasformarsi in un giardino fiorito proprio come il loro: non accade soltanto nelle fiabe.
(Ester Quadri)
 

OLI 405: PROGETTI EUROPEI - Dai nuraghi all’Unesco

A saper cercare bene nei Progetti Europei trova spazio proprio tutto e le risorse non sono mica poche.
Il dipartimento di Genova dell’Istituto di Tecnologie Didattiche del CNR ha scovato una rarità della cultura italiana : ”l canto a tenore sardo”, una tradizione non recensita da alcun manuale, non scritta, ma tramandata oralmente. Col termine “tenore” si intende sia il canto stesso, sia il coro di quattro cantori che lo esegue, il solista canta un testo poetico in lingua sarda mentre gli altri tre cantori ne accompagnano il canto con sillabe nonsense e suoni. Il Canto a tenore dei pastori del centro della Sardegna, in Barbagia, è stato inserito dall'UNESCO nella Lista del Patrimonio Immateriale dell'Umanità, nell'anno 2006, dopo l’Opera dei pupi, il secondo bene intangibile italiano tutelato dall’Unesco per far conoscere al mondo e salvaguardare l’enorme patrimonio della cultura popolare di tradizione orale, come la musica e le danze, forme rituali e mitologiche, un patrimonio, proprio perché orale, facilmente vulnerabile Etichettato come solo folklore.
Il canto a tenore si è tramandato in Sardegna attraverso i secoli: la prima testimonianza in una zona nuragica della Barbagia con un bronzetto VII secolo a.C., che raffigura un cantore con una mano appoggiata sul mento e l’altra sull’orecchio con due dita che piegano la cartilagine, nella tipica postura dei tenores. La performance di questo particolare canto con il gruppo  “Tenore Montalbo” di Siniscola, Nuoro, negli spazi del nuovo Mercato del Carmine, tempo fa a Genova, festeggiata con trofie al pesto dal Comune di Genova, ricercatori del CNR e funzionari di Bruxelles nell’ambito di un incontro del progetto i-Treasures, a cui Itd-Cnr partecipa accanto a numerose altre istituzioni europee. Obiettivo, salvaguardare e contribuire a trasmettere il know-how di espressioni artistiche 'intangibili’ (Intangible Cultural Heritage), di cui spesso rimangono depositarie solo le generazioni più vecchie e la cui memoria rischia di andare perduta nel giro di pochi anni. Nasce così l’idea di utilizzare le nuove tecnologie per conservare questo raro sapere e metterlo a disposizione di chiunque voglia impararlo, anche sul web. “Non si tratta solo di digitalizzare contenuti culturali”, spiegano all’Itd-Cnr, “'i-Treasures’ mira infatti a utilizzare tecnologie come sensori multimodali, tecniche per catturare gli aspetti più caratterizzanti delle singole espressioni artistiche. Ora proveremo a mapparne voce e movimenti attraverso la messa a punto di un particolare iper-elmetto, uno strumento dotato di microfoni, sensori vocali, ottici e di movimento. Tecnologie che aiuteranno a indagare le capacità dell’apparato vocale durante il canto ma anche a far emergere le 'pratiche nascoste’ che lo caratterizzano, magari non direttamente percepibili dai nostri sensi, ma tramandate di generazione in generazione”.
L’Europa è anche questo, che ci piaccia o no. Pure Frank Zappa a Peter Gabriel sono impazziti per la voce primordiale dell’isola.
(Bianca Vergati)
 

OLI 405: ESTERI - Voci dalla stampa internazionale

Bangladesh: la tragedia del Rana Plaza
Daily News, 21/04/2014:
  “A dodici mesi dalla tragedia del crollo della fabbrica nel  Bangladesh, dove sono rimasti uccisi 1.138 lavoratori tessili, la maggiore parte dei  sopravvissuti sono ancora troppo traumatizzati o feriti per poter ritornare a lavorare”
http://www.hurriyetdailynews.com/most-bangladesh-factory-survivors-still-too-sick-to-work-survey.aspx?pageID=238&nID=65322&NewsCatID=356

Ucraina
The Washington Post, 22/04/2014: “Biden ha concluso la sua visita annunciando che gli Stati Uniti fornirà un ulteriore 50 milioni di dollari di aiuti all'Ucraina, di cui 11.4 milioni di dollari per aiutare a svolgere le elezioni”. http://www.washingtonpost.com/world/biden-pledges-us-support-for-fair-elections-in-ukraine-and-to-weather-russian-economic-pressure/2014/04/22/461781ee-c9dd-11e3-95f7-7ecdde72d2ea_story.html

Siria: le sofferenze dei rifugiati siriani, le donne vulnerabili agli abusi
The Economist, 21/04/2014: “Nadine era preoccupata ed indecisa a prendere il lavoro. “Gli uomini del Golfo hanno una cattiva reputazione ed io sarei stata lì da sola” ha detto. “Ma ho dovuto pensare alla mia famiglia e al mio futuro; non ci sono opportunità in Siria”. Dopo poche settimane il capo di Nadine ha cominciato ad assalirla sessualmente fino allo stupro. In risposta alla sua protesta ha minacciato di annullare il visto : “Se non ti piace, tornare alla guerra.”” http://www.economist.com/blogs/pomegranate/2014/04/syrian-refugees

Israele: due diverse categorie di legge
The Washington Post, 20/04/2014: “Minori israeliani e palestinesi accusati di crimini in Cisgiordania sono soggetti a due diversi categorie di leggi”. http://www.washingtonpost.com/world/middle_east/a-look-at-the-dual-justice-system-in-the-west-bank/2014/04/20/d3b004a6-c8be-11e3-b81a-6fff56bc591e_print.html

Qatar: le lavoratrici domestiche
 Amnesty International, 23/04/2014: “donne che sono stati reclutati per lavorare in Qatar sulla base di false promesse sui salari e sulle condizioni di lavoro, per farle lavorare ore infinite per sette giorni alla settimana. Alcune donne hanno detto che sono state sottoposte a terribili episodi di violenza sessuale e fisica.” http://www.amnesty.org/en/news/foreign-domestic-workers-qatar-shocking-cases-deception-forced-labour-violence-2014-04-23

Libia
The Economist, 19/04/2014: "All'inizio di questo mese un negozio di parrucchiere e una caffetteria sono state bombardate. C'è stata un'ondata di omicidi. Tra le recenti vittime, oltre alle forze di sicurezza che sono spesso sotto tiro, ci sono operai egiziani, un ingegnere francese e un molto amato poeta locale famoso per aver recitato pubblicamente le sue poesie durante la rivoluzione."  http://www.economist.com/news/middle-east-and-africa/21601023-countrys-eastern-capital-mishmash-hope-and-fear-if-only-bombs?frsc=dg%7Ca

Palestina: Il luogo di nascita di Gesù è sempre più accerchiato
The Economist, 19/04/2014: “Beit Skaria, per la gente di Betlemme, è un esempio desolante di quello che potrebbe ancora accadere a loro. Da tutti i lati, Betlemme viene anche circondato da strade di collegamento per coloni e da muri di cemento più alti di quelli che dividevano Berlino durante la guerra fredda. All'inizio di questo mese, il ministero della difesa di Israele ha confiscato il più grande pezzo di terra privata palestinese nella parte sud di Betlemme per allargare piccoli insediamenti, precedentemente non autorizzati dal governo israeliano. La popolazione di Beitar Illit, un insediamento ultra-ortodosso ad ovest di Betlemme, nel blocco di Gush Etzion, è destinato a crescere da circa 45.000 a 100.000 nei prossimi sei anni.”
 http://www.economist.com/news/middle-east-and-africa/21601021-birthplace-jesus-increasingly-hemmed-no-room-new-inn

Siria: “Linee guida per una posizione di sinistra sulla Siria”
Al-Akhbar, 22/04/2014: “E’ ormai usuale per la sinistra occidentale essere d’accordo con la destra sulla Siria. Non c’è alcun dibattito sulla Siria nei paesi occidentali.”
http://english.al-akhbar.com/content/guidelines-formation-leftist-stance-syria

L’amore al tempo del petrolio
Gulfbusiness; 20/04/2014: “Mi piacerebbe dire che amo tutti i paesi del Golfo, e che tutti mi amano: l'Arabia Saudita, il Kuwait, gli Emirati Arabi Uniti, Oman e Bahrain. Io li considero un unico paese e una unica casa, ha detto.” http://gulfbusiness.com/2014/04/influential-cleric-attempts-soothe-gulf-rift/
(Saleh Zaghloul)

venerdì 18 aprile 2014

OLI 404: SOMMARIO

OLI 404: PAROLE DEGLI OCCHI - Stesi al sole

(Marzo 2014 , Cornigliano - piazzale adiacente a Villa Bombrini  - Foto di Giovanna Profumo)


OLI 404: CULTURA - Cantare, che passione!

A chi nei mesi scorsi fosse passato in Vico Papa, sotto Via della Maddalena (vedi OLI 365), poteva capitare di ascoltare musiche inconsuete: erano le prove del gruppo vocale ‘Le vie del Canto’, nato nel 2006 e specializzato da anni in musica popolare, canti partigiani e di lotta. Ma questa volta il repertorio era del tutto differente: canti popolari della settimana santa, provenienti da tutta Italia, da Ceriana in Liguria a Diamante in Calabria, passando per Sessa Aurunca in Campania.
Da tempo non cantavo in un coro, ma la passione che anima questo gruppo e la bellezza dei canti mi hanno affascinato e mi sono fatto coinvolgere. Dopo le prove, il concerto col titolo “E la Madonna si missò ‘n cammine”, che si è tenuto l’11 aprile all’Oratorio SS. Nazario e Celso di Genova Sturla.
Come recitava il programma di sala, questi canti, che siano sardi, salentini, grichi, calabresi, usano modalità narrative che risalgono alle Sacre Rappresentazioni di epoca medioevale. I riti della settimana Santa sono ancor oggi tramandati, spesso grazie alle Confraternite, per la loro forza poetica e per l’originalità della loro forma espressiva.
Non è necessario essere credenti per apprezzare la spiritualità di questi canti, dove protagonista è il dolore straziante di una madre che si aggira dolente in cerca del figlio. Chiunque sia il figlio. Chiunque sia la madre.
Alla galleria d’immagini di Paola Pierantoni abbiamo associato il canto “All’arie, all’arie” di Pisticci (Matera)
(Ivo Ruello)

OLI 404: COMUNE - Non si fa una frittata senza rompere qualche uovo di Pasqua

(Palazzo Tursi - sede del Comune di Genova)
Di solito in Consiglio comunale non mancano le occasioni, per la minoranza, di sfruttare qualche intoppo burocratico o politico per finire sui giornali con proteste e prese di posizione.
Ma che sia addirittura la stessa maggioranza, anzi il partito di maggior presenza come il Pd, a bloccare una delibera proposta tra l'altro proprio da due loro consiglieri, fa parte della commedia all'italiana più che della politica amministrativa di un paese.
I fatti: arriva in commissione una proposta di delibera, da qualcuno definita "elettorale" per il contenuto un po' populista visto il momento economico drammatico, che riguarda i mercati in struttura, per i quali una esistente delibera della giunta Vincenzi prevede un impegno fino al 20% dei proventi dei canoni di affitto dei banchi in opere di manutenzione.
I soggetti interessati sono gli stessi commercianti, che si vedranno riconoscere uno sconto in ragione di opere finanziate direttamente da loro, e riconosciute dal Comune: finalmente qualcosa di funzionale, che fino ad oggi ha dato qualche risultato in sole quattro strutture: siste infatti l'obbligo di costituire un consorzio, obbligando i "mercanti genovesi" a superare la tradizionale avversione ad andare d'accordo, e non è facile.
La nuova delibera proposta ieri (14 aprile 2014, nda) in consiglio, riguarda l'auspicato aumento al 50% di tale limite, una cifra notevole se si pensa che per il solo mercato orientale si potrebbe parlare di più di centomila euro, e che vuole impegnare la giunta in modo importante sul problema delle strutture mercatali cittadine. Fin qui, tutto condivisibile.
Il documento deve però avere avuto un iter fantasioso, perché viene presentato ai consiglieri secondo la normale procedura informatica solo il giorno prima della commissione, ma le date del file riportano tempi precedenti, come se si fosse voluto in qualche modo ritardarne la pubblicazione. Politica o casino, difficile dirlo. Comunque, alle 16 del pomeriggio precedente la discussione in aula, finalmente la delibera "appare", ma non ha la caratteristica della santità che ci si aspettava.
O meglio, che sia un documento del diavolo lo apprendiamo solo il giorno dopo, quando l'assessore Miceli legge delle proposte di modifica al documento, però stranamente già inserite nella delibera consegnata ai consiglieri, con un atto di forza forse non voluto, ma di fatto intrapreso dalla giunta, e peggio avvallato dal Segretario generale, che firma il parere di legittimità. Che invece legittimo non è, in quanto i due consiglieri cadono dal pero, trovando la loro proposta emendata in origine. E si arrabbiano parecchio.
La commissione s'interrompe, volano le parole grosse come "falso in atto d'ufficio nei confronti di ignoti", scoppia la bagarre in maggioranza e nella giunta (ma io, ma tu, ma lei, ma lo sapevi ma te lo avevo detto ...) e l'orologio marca il tempo che passa in modo improduttivo: due ore.
Alla fine il Segretario, dopo una arrampicata sugli specchi degna di Felix, ammette un errore, Miceli, però, inaspettatamente, insiste che va bene così (praticamente fischiato dall'aula); i consiglieri proponenti chiedono allora una nuova commissione, proposta votata da tutti tranne che da Lista Doria e M5S, favorevoli invece a risolvere in giornata la cosa per evitare maggiori spese. Alla fine si fisserà una nuova data e, naturalmente, la cittadinanza pagherà il gettone doppio per una cosa singola.
Buona Pasqua!
(Stefano De Pietro)

OLI 404: ELEZIONI EUROPEE - Sergio, beato fra le donne

Campeggia già per tutta la città la faccia bonaria e barbona di Sergio Cofferati, di nuovo in corsa per le Europee 2014, beato tra le donne candidate, con Marina, sindaco di Stella, provincia di Savona, Maria Chiara da Lerici, operatrice sociale e Carlotta, assistente per dieci anni di Roberto Speciale, ex europarlamentare, magari la più titolata per la Ue, avendo fondato con l’onorevole il Centro in Europa, che ha come vocazione, vedasi nel sito…aggiornare le insegnanti della scuola primaria. Un’associazione culturale, piena di buoni intenti, con la collaborazione di firme illustri, ma anche centro di corsi di formazione, uno di mille, cui contribuiscono pure il Comune di Genova e la Regione Liguria: come staff sempre Roberto Speciale e la dott.ssa Carlotta.
Sempre nel sito alla voce “ materiali” il top è l’intervista a Francesca Balzani, europarlamentare, brillante tributarista, reclutata dall’ex sindaco Vincenzi e divenuta poi in Europa relatrice del Bilancio europeo, ora Assessore al Comune di Milano e arringata dall’assessore regionale Raffaella da Spezia perché oserebbe ambire a fare il prossimo governatore della Liguria, non essendo neppure iscritta al partito, in cui la spezzina ha fatto tutta la gavetta.
Anche Francesca è desolatamente tra i parlamentari italiani che hanno abbandonato l'Europa, non si ricandiderà, solo i Francesi hanno fatto peggio, sono in tredici,  sette invece gli italiani che hanno lasciato a metà  il seggio europeo negli ultimi cinque anni, di cui quattro del Pd, Ds, ecc., in buona compagnia di Bersani, Serracchiani, e altri transfughi vari che in questi anni, pur di essere in Europa avevano cambiato casacca, bandiera, look : quasi ventimila euro al mese sono miele per gli orsetti golosi.
Nessuna traccia di manifesti per Alessia Mosca, nominata direttamente da Matteo Renzi, forse per parare i colpi del partito liquido, non certo di provata fede a livelli locali. Così per l’altra candidata Renata Briano, assessore regionale all’Ambiente, a suo tempo sbarcata in Regione direttamente con il listino del presidente. Alla conferenza stampa di presentazione l’altro candidato maschio, il ragazzo Brando, un curriculum nel partito da paura, praticamente ha iniziato dalle scuole medie, nel suo sito Fb non è ancora stato rimosso l’appello alle primarie 2012 pro Bersani: Sono il più giovane candidato di tutta Italia, dichiara orgoglioso, "nato in Liguria" sottolinea nei manifesti.  L’unica definita renziana doc è Maria Chiara, operatrice sociale di Lerici, invano cerchi il suo curriculum, ma sul quotidiano on line di Spezia si legge che scelte come Brando e Maria Chiara sono  finalmente espressione del territorio.
E il giovane ministro Andrea Orlando saltabeccato dall’Ambiente alla Giustizia? Forse lo si considera in un ministero non di peso, visto che tranne leggi ad personam, i cittadini non vedono riforme da decenni. “Cinque anni sono molti, ma il mio lavoro dovrebbe ancora proseguire all’insegna della continuità dell’impegno – dichiara l’europarlamentare uscente Sergio Cofferati – l’obiettivo è quello di completare un lavoro complesso, dalle infrastrutture alle attività produttive, dai servizi ai diritti delle persone e sul sito Pd invita a scaricare un libretto in cui dice di raccontare tutto quello che ha fatto a Bruxelles. Nel libretto pieno di foto di giovani cittadini, vanta il 97 per cento di presenze con undici incarichi come relatore e persino altri 20 come relatore ombra. Auguri.
(Bianca Vergati)

OLI 404: SANITA' - Franco Henriquet, per non morire di dolore

(Franco Henriquet)
Mi auguro che gli amici mi siano amici fino in fondo e che non facciano di me l’Enrico Toti del carcinoma, ma sappiano esortare a vedere oltre il caso personale, sappiano sollecitare a prendersi a cuore le faccende dei nostri ospedali e a tener caldo il problema sino a che non avremo ospedali, medici infermieri dal volto umano”, Gigi Ghirotti - luglio 1974.

Gigi Ghirotti era un giornalista. Si era ammalato di cancro nel 1972 e della sua malattia scrisse per la Stampa e in un libro, Lungo viaggio nel tunnel della malattia
Chissà quanti a Genova sanno chi era l’uomo che ha dato il nome l’associazione che in città si occupa di malati oncologici terminali. Ma in moltissimi erano da Feltrinelli il 16 aprile, per la presentazione del libro La strada di Henriquet, 30 anni della Gigi Ghirotti nella storia del suo fondatore (ed. Chinaski) scritto a quattro mani insieme a Enrico Cirone.
Franco Henriquet ha spiegato che lo spirito di Ghirotti è stato fondamentale per l’associazione che ha fondato. E partendo dalla propria vita professionale ha raccontato un poco della storia sanitaria di questo paese, quando non esisteva ancora la specializzazione in anestesia – lui nasce ortopedico – e si poteva incappare in un primario che ti impediva di comunicare ai pazienti la gravità della malattia di cui erano affetti.
Da qui la spinta a farsi carico del bisogno dei malati che non potevano guarire, per quali c’era meno attenzione, scegliendo di assisterli per davvero e anche dire loro, senza essere categorici, la verità, per sciogliere una rete di inganni e di bugie che metteva in difficoltà il rapporto.
Henriquet ha parlato anche del fine vita: noi siamo contrari all’eutanasia, perché facendo terapia del dolore vogliamo togliere il dolore, sia dell’animo che dal punto di vista fisico, non accorciare la vita. Però sentiamo la mancanza di una legge sul testamento biologico, perché oggi la medicina si è dotata di strumenti tali che si può mantenere in vita una persona anche al di là della volontà della persona di vivere in quelle condizioni, in uno stato non di vita, ma di vita di vegetativa. Ventilazione artificiale, tracheotomia, inserimento di tubi per la nutrizione permettono di vivere per molti anni e quando uno si trova in uno stato di incoscienza deve subire tutto quello che la medicina gli offre per mantenersi in vita. Sono solo gli scontri a livello ideologico, ha spiegato Henriquet, ad impedire che sia fatta una legge che tutela le volontà dell’individuo. (OLI 283)
L’associazione oggi ha un hospice a Bolzaneto ed uno ad Albaro per accogliere oltre a i malati oncologici anche i malati di SLA - sarebbe importante avere più posti letto - e si occupa di assistenza domiciliare. Ogni giorno la Gigi Ghirotti si prende cura dai sei ai settecento malati; con centoquaranta dipendenti, e costi elevati, di cui la Asl copre il 60%. Il restante 40% lo coprono associazioni e cittadini. Nel 2013 hanno sostenuto un costo di 7 milioni e 200mila euro. Pur essendo un’organizzazione locale sono al 32° posto a livello nazionale delle onlus.
Alla presentazione si è avvertita l'assenza delle istituzioni, (assessori alla sanità e compagni).
Ma solo un pochino.
(Giovanna Profumo - Foto dell'autrice)

OLI 404: ESTERI - Voci dalla stampa internazionale

USA/Ucraina
The Washington Post, 07/04/2014: “Abbiamo trovato che solo uno su sei americani riesce a trovare l’Ucraina su una mappa, e che questa ignoranza è correlata alle preferenze: quelli che più sbagliavano la posizione dell'Ucraina, erano quelli che più volevano l’intervento militare degli Stati Uniti”. http://www.washingtonpost.com/blogs/monkey-cage/wp/2014/04/07/the-less-americans-know-about-ukraines-location-the-more-they-want-u-s-to-intervene/

Canada/Afghanistan
CBC, 05/04/2014: “Derrick Gallagher, 31 anni, è stato arrestato (…) è accusato di otto reati di violenza sessuale e di due reati di voyeurismo che coinvolgono più vittime. Gallagher ha aderito all’esercito nel dicembre 2005 ed ha prestato servizio in Afghanistan da settembre 2008 ad aprile 2009, secondo i funzionari militari alla base.” CBC, 05/04/2014 http://www.cbc.ca/news/canada/ottawa/cpl-derrick-gallagher-of-petawawa-facing-8-sexual-assault-charges-1.2598303

Francia/ Belgio/Ruanda
Reuters, 05/04/2014: “La Francia ha detto sabato di aver cancellato i piani di partecipare alla cerimonia del 20° anniversario del genocidio ruandese in seguito alle accuse da parte dal presidente ruandese Paul Kagame di coinvolgimento francese nel massacro. (..) Il settimanale africano Jeune Afrique ha riferito che Kagame in un’intervista il mese scorso aveva detto che la Francia e il Belgio avevano svolto un “ruolo diretto ... nella preparazione politica del genocidio e nella partecipazione alla sua esecuzione””. http://www.reuters.com/article/2014/04/05/us-france-rwanda-idUSBREA340L920140405

Indonesia/Arabia Saudita
The New York Times, 05/04/2014: “L'Indonesia ha accettato di pagare 1,8 milioni dollari per evitare che una sua cittadina fosse giustiziata in Arabia Saudita. E’ successo pochi giorni prima che lei dovesse essere decapitata per aver ucciso il suo datore di lavoro.” http://www.nytimes.com/2014/04/05/world/asia/indonesia-payment-spares-maid-in-saudi-arabia.html?ref=todayspaper&_r=1

Libano/Siria
Reuters, 09/04/2014: “Il capo della Chiesa maronita cristiana del Libano ha proposto mercoledì che i rifugiati siriani dovrebbero essere alloggiati in campi all'interno della Siria, il che riflette la crescente frustrazione tra i libanesi per l'onere imposto al loro paese dalla guerra dei loro vicini. “Prendono tutto il lavoro dal popolo libanese ed i libanesi sono cacciati. Non è possibile.” http://www.reuters.com/article/2014/04/09/us-syria-crisis-patriarch-idUSBREA381C520140409

Doctor Zivago
The Washington Post, 05/04/2014: “Il messaggio è uno degli oltre 130 documenti della CIA recentemente declassificati che illustrano il coinvolgimento segreto dell'agenzia nella stampa di “Doctor Zhivago” - un piano audace che ha contribuito a consegnare il libro nelle mani dei cittadini sovietici che in seguito l’hanno passato da amico ad amico, permettendo al libro di circolare a Mosca e in altre città del blocco orientale. La pubblicazione del libro e, più tardi, il conferimento del Premio Nobel per la letteratura a Pasternak ha innescato una delle grandi tempeste culturali della Guerra Fredda”. http://www.washingtonpost.com/world/national-security/during-cold-war-cia-used-doctor-zhivago-as-a-tool-to-undermine-soviet-union/2014/04/05/2ef3d9c6-b9ee-11e3-9a05-c739f29ccb08_story.html

India: Arundhati Roy spiega perché le aziende vogliono Narendra Modi come primo ministro
Straight, 30 marzo 2014: "Modi, capo della coalizione nazionalista indù BJB, è diventato famoso nel 2002, quando i musulmani sono stati massacrati nello stato indiano del Gujarat, nel quale lui era il primo ministro. Molti anni dopo, un alto funzionario di polizia ha affermato che Modi ha deliberatamente consentito il massacro, anche se Modi ha ripetutamente negato.” “Un rapporto del Wall Street Journal ha recentemente osservato che gli Stati Uniti sono pronti a dare un visto a Modi se diventa primo ministro.” http://www.straight.com/life/616401/arundhati-roy-explains-how-corporations-run-india-and-why-they-want-narendra-modi-prime-minister

Francia: esempio di una diffusa discriminazione contro i gruppi minoritari in Europa.
RFI, 08/04/2014: “Molti dei 10-12 milioni di rom che vivono in Europa affrontano “la minaccia quotidiana di sfratto forzato, molestie della polizia e attacchi violenti”, ha detto il gruppo per i diritti umani. “Le condizioni in cui molti rom sono costretti a vivere sono un atto d'accusa schiacciante di anni di negligenza ufficiale e discriminazione”, dice il rapporto. “Lungi dal riconoscere che questa situazione è conseguenza della loro incapacità di garantire i diritti umani ai rom, alcuni leader europei hanno scelto di dare la colpa agli stessi Rom “incapaci di integrarsi””. http://www.english.rfi.fr/europe/20140408-rights-groups-slam-frances-roma-policy-worldromani-day

Mondo
Reuters, 11/04/2014: “Il lancio di scarpe contro personaggi politici è una forma di protesta in molte parti del mondo.” http://mobile.reuters.com/article/idUSBREA3925P20140411?feedType=RSS&irpc=932

OLI 404: BENI COMUNI - Grandi Opere, il Terzo Valico

La trasmissione andata in onda in rete il 17 aprile su PAN PAN PAN segnale di urgenza sul Terzo Valico Per chi sa e vuole approfondire, per chi non sa e si vuole informare. Il video su GenoVirus


sabato 5 aprile 2014

OLI 403: SOMMARIO

OLI 403: PAROLE DEGLI OCCHI - Senza tetto in Europa / Parigi

Foto di Paola Pierantoni


La difesa del clochard: una tenda sulle bocchette dell'aria calda della metropolitana

OLI 403: EUROPA - Morte del Carnevale a Siviglia

12 marzo 2014. Una banda si esercita in periferia tra vicoli e svincoli di fabbriche, capannoni dismessi, sono in maggioranza giovani: pure la musica sembra cogliere l’aria della Crisi.
Anche in città, con il bel tempo, le persone sono in giro ma bar e ristoranti hanno tanti tavoli liberi, nonostante i turisti. Nei vicoletti panni stesi, poche luci accese, nessun fiore e finestre chiuse: c’è aria di abbandono e il turismo non basta più. Anche le cristaleras, le verande e i balconcini di Spagna, paiono tristi.
Si vede in giro meno gioventù, donne già d’età fanno crocchio per la strada e gli uomini in gruppetti a parlottare.
Sarà suggestione d’Italia, ma non sembra ci sia più l’aria festosa che sempre ritrovavi, dall’Andalusia alla Catalogna, a Gibilterra.
La Spagna è in piazza il 4 aprile, da Madrid a Saragozza, da Valencia a Granada con 53 cortei per gridare “Stop recortes”, basta tagli.
Per favore, ridatemi il mio ola e i miei olé.


(Bianca Vergati - video dell'autrice)

OLI 403: ESTERI - Voci dalla stampa internazionale

Afghanistan
Daily Mail, 17/03/2014: “I soldati britannici hanno ucciso inutilmente centinaia di abitanti armati in Afghanistan, che non rappresentavano alcuna minaccia imminente, ha affermato un ex ufficiale. In un sensazionale nuovo libro, il maggiore Richard Streatfeild, condanna le tattiche “Turkey Shoot” che hanno portato alla “macellazione ripetitiva” di persone, che le truppe britanniche, avrebbero dovuto proteggere.” http://www.dailymail.co.uk/news/article-2587070/British-snipers-killed-Afghans-pointless-turkey-shoot-boosted-support-Taliban-says-major-revealed-troops-died-lack-equipment.html

Siria: Una lunga guerra per procura
The Independent, 29 marzo 2014: “Se gli USA andranno avanti con questo piano, allora stanno dicendo, in effetti, che sono pronti a condurre una lunga guerra per procura in Siria, contrariamente a tutte le ipocrete effusioni di Washington e Riyad circa il porre fine alle sofferenze del popolo siriano.” http://www.independent.co.uk/voices/commentators/the-us-is-paying-the-cost-of-supporting-the-house-of-saud-as-cracks-begin-to-appear-9223659.html

Brasile: la guerra contro le donne
Washingtonexaminaer, 30/03/2014: “Il 65 per cento degli intervistati hanno detto che le donne che indossano “abiti che mettono in mostra il corpo” meritano di essere violentate.” http://m.washingtonexaminer.com/women-in-revealing-clothes-deserve-to-be-raped-say-brazilians-in-new-poll/article/2546507

Arabia Saudita
Reuters, 28/03/2013: “Le violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita non sono state sollevate durante i colloqui di venerdì tra il presidente americano Barack Obama e re Abdullah, ha detto un funzionario USA.” http://www.reuters.com/article/2014/03/28/us-obama-saudi-rights-idUSBREA2R1SK20140328

Glenn Greenwald
The Intercept, 28 /02/2014: “Se si vuole giustificare tutto questo sostenendo cinicamente che gli Stati Uniti traggono vantaggio dal loro sostegno a repressive e brutali tirannie, andate pure avanti. Questo, almeno, è un atteggiamento onesto, ma non andate in giro agendo come se gli Stati Uniti fossero una sorta di coraggioso avversario della repressione politica e delle violazioni dei diritti umani, quando l'esatto contrario è così palesemente vero.” https://firstlook.org/theintercept/2014/03/28/us-takes-break-condemning-tyranny-celebrate-obamas-visit-saudi-arabia/

Governatore USA si scusa per aver chiamato “territori occupati” i territori occupati
Politico, 30/03/2014: “Il governatore del New Jersey Chris Christie si è scusato con Sheldon Adelson, in un incontro, sabato, per aver fatto passare una linea politica sbagliata sul Medio Oriente, durante un discorso tenuto nella prima parte della giornata. Nel discorso aveva infatti invocato un viaggio del 2012 fatto da lui e la sua famiglia in Israele, Christie ha detto: "Ho fatto un giro in elicottero attraverso i territori occupati ed ho subito sentito personalmente (..) il rischio militare che Israele deve affrontare ogni giorno.” http://www.politico.com/story/2014/03/chris-christie-occupied-territories-apology-105169.html

Israele: i richiedenti asilo imprigionati nel deserto
The Telegraph, 04/04/2014: “Attivisti per i diritti umani dicono che Israele dovrebbe vergognarsi del suo trattamento dei richiedenti asilo a Holot, una struttura di detenzione per “infiltrati” nel deserto del Negev”. http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/israel/10743910/We-are-prisoners-here-say-migrants-at-Israels-desert-detention-camp.html

Myanmar: Rohingya, una delle minoranze più perseguitate al modo
Ahram, 29/03/2014: “Myanmar ha detto sabato che i musulmani non sarebbero autorizzati a registrarsi come “Rohingya” nel suo primo censimento in tre decenni (...) La mossa è arrivata dopo che i buddisti in un stato occidentale colpito dai disordini hanno promesso di boicottare il censimento nel timore che potrebbe portare a un riconoscimento ufficiale dei Rohingya, considerati dalle Nazioni Unite una delle minoranze più perseguitate al mondo” http://english.ahram.org.eg/NewsContent/2/9/97799/World/International/Myanmar-says-Rohingya-term-banned-from-census.aspx

Canada/Ucraina
The Globe and Mail, 21/03/2014: “L'antisemitismo, come tutti sappiamo, non ha un nemico più intransigente di Stephen Harper e il suo governo. L’hanno persino denunciato dove non esiste. Perciò possiamo essere sicuri che sono offesi da Svoboda, anche se in pubblico, stranamente, sono stati silenziosi come una tomba.” http://www.theglobeandmail.com/news/politics/as-a-champion-of-israel-harper-will-face-uncomfortable-truths-in-ukraine/article17617024/

Repubblica Centro Africana
Chron, 29/03/2014: "C'è solo un quartiere di Boda dove i musulmani sono al sicuro dalle pallottole e dalle machete dei miliziani cristiani. Molti di coloro che si avventurano fuori sono uccisi, sgozzati o si spara contro le loro auto. Persino i morti devono obbedire: i corpi dei musulmani sono sepolti dietro un vecchio magazzino perché il tradizionale cimitero musulmano è ora strapieno”. http://www.chron.com/news/world/article/Thousands-of-Muslims-stuck-in-C-African-Republic-5359342.php
(Saleh Zaghloul)

OLI 403: BENI COMUNI - L'altro Bersani, per un'altra Europa

L'intervista che Marco Bersani, portavoce di Attac, ha rilasciato a PAN PAN PAN segnale d'urgenza su beni comuni, debito pubblico, tagli, TTIP (Parternariato Transatlantico su Commercio e Investimenti). E ancora su privatizzazioni e Cassa Depositi e Prestiti e sulla possibilità di agire un cambiamento concreto.
Per chi sa e vuole approfondire, per chi non sa e si vuole informare. Il video su GenoVirus


OLI 403: COMUNE - Se alle affissioni hanno perso la strada


Compaiono ogni tanto grandi manifesti scritti fitti fitti della Direzione Urbanistica del Comune di Genova, comunicazioni che riguardano progetti edilizi, loro varianti o approvazioni. In gran spolvero e a tutto campo sono affissi nello spazio solitamente dedicato agli avvisi  “in caso di nevicata a alluvione”, elezioni: la comunicazione è abbondante, alla lettura pare esaustiva e puntuale e qualche curioso lo vedi soffermarsi colpito da tanto scritto. Dopo poco però il solerte cittadino si allontana e pensi forse è troppo complicata la questione.
Non è soltanto questo. Il punto è che lo zelante lettore, di solito è un passante che abita nei dintorni: che cosa potrà importargli di leggere se si tratta di un progetto dall’altra parte della città? Peccato, non si guarda al di là del proprio orticello, si dirà. La cosa più strana è però che i manifesti che vengono affissi non sono riferiti al territorio in cui li trovi, no, si riferiscono molto spesso ad un altro quartiere.
A novembre c’era in via Gianelli, a Quinto, un manifesto che riguardava piazza Leonardo da Vinci, Albaro, ma in Albaro non ve n’era traccia e nessun ufficio pareva sapere a che cosa ci si riferisse: la delibera a riguardo è poi comparsa in Consiglio Comunale, mentre qualche settimana fa in Albaro due manifesti riguardanti la Valbisagno, nella foto i manifesti in via De Gaspari, dietro s'intravede il parco dell’ex ambasciata russa.
(Bianca Vergati - foto dell'autrice)

OLI 403: SOCIETA' - Ceronetti, il sesso e la vecchiaia

“Asessuate? Hai capito? E’ una palla formidabile, scoperesti tutti i giorni, e chi ce l’ha detto a noi? Che nostra nonna aveva voglia di scopare?”
Nel gruppo ‘Generazioni di donne’ (*) del sesso in vecchiaia abbiamo iniziato a discutere da tempo, ed ora ecco un articolo di Ceronetti che si presenta come un invito a nozze, perché Ceronetti solleva un problema verissimo, ma lo declina, senza l’ombra di un dubbio, interamente al maschile.
L’articolo, comparso su La Repubblica di martedì 1 aprile sotto il titolo di ‘Mettiamo fine alla barbarie della vecchiaia senza sesso’, si apre con una citazione da Sofocle che nell’Edipo a Colono sintetizza perfettamente la cultura del suo tempo facendo dire al suo eroe che “la più grande sciagura per un uomo è una lunga vita”.
Affermazione rivoluzionaria oggi, tempi in cui invecchiamenti interminabili si accompagnano a infiniti escamotage tecnici, estetici, sociali per negare l’esistenza della vecchiaia.
Ora però, dice Ceronetti, questi vecchi che sempre più popolano le nostre città, e che “La geriatria contemporanea non abbandona neppure al di là dei cento”, sono le vittime di una barbarie medica, politica e sociale, che li esclude dal sesso, o dall’amore a sfondo sessuale, “a partire da un’età prossima alla settantina”.
Che fare? Ceronetti prende atto che è stata data qualche risposta alla solitudine sessuale dei disabili e dei carcerati, ma si chiede con inquietudine: “per i vecchi maschi, eterosessuali, coniugati o soli, si muoverà mai qualcuno?”
Domanda interessante e legittima, ma zoppa senza la sua gemella speculare: “per le vecchie femmine, eterosessuali, coniugate o sole, si muoverà mai qualcuno?”.
Tale asimmetria non può che condurre a soluzioni sociali e politiche sghembe, come le ipotesi evocate dallo scrittore che, mentre allontana da sé il ricorso alla prostituzione “perché degrada l’uomo molto più della donna”, vagheggia una rinascita in forma moderna delle ierodule, le schiave sacre “che compivano un servizio presso tutti gli antichi templi d’Occidente come d’Oriente”, affidando la sua speranza al “riemergere secondo una socializzazione d’anno Duemila di quella sacralità femminile del corpo offerto liturgicamente per amore delle Divinità, che certissimamente non è mai morta”.
Ma le vecchie donne di oggi non hanno nella loro storia né ‘ieroduli’ da rievocare in forma moderna, né - più prosaicamente – prostituti.
E allora? Un’amica dice che non si può saltare questo passaggio, perché altrimenti l’uguaglianza tra i sessi non potrà davvero compiersi. Quindi bisognerà avere fantasia, essere capaci di 'inventare', perché finché persiste la prostituzione femminile come dato sociale unilaterale, tutto il resto non basta per parificare la situazione, né a livello concreto, né a livello simbolico. Si potrebbero immaginare dei luoghi dove è garantito che lì sesso è giusto, è corretto, che vi si può accedere senza umiliare gli uomini, come invece sono state umiliate le donne?
Luoghi che rappresentino pubblicamente la libertà delle donne di praticare il sesso potrebbero essere una tappa nel viaggio verso l’uguaglianza.
(*) Per notizie sul gruppo 'Generazioni di donne: www.generazioni-di-donne.it 
(Paola Pierantoni – Fotografie dell’autrice)

OLI 403: PUBBLICITA' - Alberi e piantine

Un maschio adulto (presumibilmente il padre) e un maschio giovanissimo (presumibilmente il figlio) piantano un albero nel giardino di casa. Il maschio adulto libera l’alberello dal vaso e insieme al maschio giovanissimo lo pianta nel terreno.
I due ridono e si scambiano occhiate complici mentre una femmina giovanissima (presumibilmente figlia del primo e sorella del secondo) sta a guardare, imbronciata ed esclusa, il rito primordiale che si svolge sotto i suoi occhi.
Solo piantine per le donne?
A questo punto una femmina adulta (presumibilmente madre dei piccoli e moglie/compagna del maschio adulto) si affaccia alla porta e fa cenno alla femmina giovanissima. Insieme, si dirigono verso un’altra zona del giardino e la madre rinvasa per la figlia una piantina che poi la figlia mette sulla finestra di casa. Madre e figlia guardano la piantina e sorridono compiaciute ai maschi che hanno completato il loro lavoro innaffiando l’alberello.
E’ la pubblicità di uno yogurt che, ancora una volta, trasmette un messaggio pieno di contenuti discriminatori e sessisti. Infatti, mentre i maschi, in uno spazio esterno, piantano un arbusto destinato a diventare un grande albero che vivrà negli anni futuri, le donne, in uno spazio interno, travasano una piantina che concluderà la sua vita effimera su un davanzale. I maschi, quindi, fanno grandi cose destinate a durare e ad essere utili per tutti (il grande albero), mentre le femmine fanno piccole cose con un semplice valore di ornamento interno alla casa.
Maschi e femmine occupano, quindi, spazi diversi, con una diversa gerarchia di valori: la felicità sta nel riconoscere la propria diversità/inferiorità, accettarla e non invadere lo spazio esterno che i maschi occupano con tanto successo. Questa è la lezione che la madre impartisce alla figlia: non interferire, travasa la tua piantina e renditi conto che piantare grandi alberi non è per te.
Un messaggio pubblicitario non deve per forza mercificare il corpo della donna per essere considerato discriminatorio: anche in modo molto meno aggressivo si possono veicolare modelli e stereotipi profondamente lesivi della libertà femminile.
(Paola Repetto - Foto Paola Pierantoni)

OLI 403: SOCIETA' - Vegano non è marziano

(Torta di fragole vegana)
Anni fa ne aveva scritto in Pastorale Americana Philp Roth. La figlia dello svedese era una di loro, ma non faceva una bella fine. Certo la letteratura può essere spietata.
Oggi, numerosi anche in Italia, li puoi incontrare ad un aperitivo organizzato a Bogliasco per cercare di capire come mangiare rinunciando totalmente non solo a carne e pesce, ma anche a latte con tutti i derivati, uova, miele e a non indossare né lana, né pelle e piume. Ti indicano la strada per stare alla larga da circhi, zoo e acquari.
Fabio e Lella hanno il volto diafano, il fisico scattante e asciutto di chi vive nella natura e la luce negli occhi che solo una fede profonda accende nello sguardo. Milanesi di nascita, vivono nelle Marche e pubblicano da sé i loro libri. Ne mostrano uno di ricette dal titolo Tutti bravi in cucina (e senza sofferenza animale) mentre attorno a noi è un trionfo di torte salate e dolci, pane, insalate, compresa quella russa, tutti rigorosamente vegan, con famiglie che assaggiano, annuendo compiaciute.
Nel loro banchetto tante pubblicazioni di Ecoeditoria Creativa. Loro è la Troglodita Tribe S.p.A.f (Società per Azioni felici) con convinzione spiegano di essere vegani da quattordici anni. E' stata la presa di coscienza del livello di violenza che subiscono gli animali, proprio in quella campagna bucolica che avevano immaginato prima di lasciare la metropoli, a condurli su questa strada, insieme a cinquanta miliardi di animali uccisi ogni anno.
Si tratta anche una scelta etica dettata dall'antispecismo, la filosofia che considera un'ingiustizia il fatto che specie diverse da quella umana vengano discriminate, imprigionate, sfruttate, uccise e che si batte contro l'antropocentrismo - in un parallelo con razzismo, sessismo, omofobia – mirando ad una società in cui tutte le specie vengano considerate alla pari. Spiegano che – assodato che la violenza c'è, è evidente capita anche a loro di ammazzare una zanzara – l'intento è eliminare tutta la violenza intenzionale e sistematica.
Essere Vegan è la pratica dell'antispecismo e l'antispecismo è la teoria.
Raccontano di tre generazioni di vegani in Inghilterra con dati scientifici assolutamente positivi e di ambulatori – ne indicano uno pediatrico anche a Firenze – dove i dottori sono vegani e vegetariani. Parlano di nutrizionisti che favoriscono questo stile alimentare.
Si scopre così che maionese e besciamella possono essere fatte con il latte di soia, che le frittate non hanno bisogno di uova per essere tali e che un ospite a cena vegano non è un marziano. Si può cucinare facilmente anche per lui. Bastano due parole chiave, ricette vegane e un giro nella rete.
Chi proprio non vuole rinunciare a formaggetta e carne, ma volesse iniziare a capire, potrebbe fare come nei tempi andati, quando si mangiava pesce il venerdì, ed accostarsi all'alimentazione vegana una volta a settimana.
(Giovanna Profumo - foto dell'autrice)