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venerdì 27 marzo 2015

OLI 423: REGIONALI 2015 - Il ritorno dei boiardi e la scelta di Pagano

(ex Voto a San Torpete - Genova)
C'erano una volta i boiardi di stato.
Il temine negli anni Ottanta indicava il gotha di dirigenti, voluti dalla politica, che gestiva aziende pubbliche e che ne decideva i destini. Uomini potentissimi capaci di scelte sciagurate. Ancora oggi le conseguenze delle loro decisioni bruciano sul tessuto produttivo del paese.
Esistono nuove tipologie di boiardi?
Scelgono bene?
La recente vicenda delle elezioni regionali liguri induce a pensare che i boiardi esistano, pronti a dettare a sinistra l'agenda politica della Liguria. Il sostegno, come candidato "antipaita" a Luca Pastorino, sindaco di Bogliasco, parlamentare e ormai ex Pd di area "civatiana", è un segnale del clima che si respira nei partiti di di sinistra a livello nazionale, dove si punta su un carino dal passato politico innocuo, piuttosto che su un cooperante internazionale, sindaco per due mandati di La Spezia, con una militanza nel Pci.
Se sono gli uomini a fare la storia, quella di Luca Pastorino non tiene il confronto con quella di Giorgio Pagano e nemmeno sarà una minaccia per Raffaella Paita, visto lo spessore politico dell'avversario.
Si sarebbe potuto avere di più, con buona pace di Pastorino che garantisce una campagna politica "col sorriso", quando in Liguria da tempo, non c'è nulla da ridere. Si poteva convergere su Pagano, scelto da primarie di area e presentato agli elettori di sinistra dopo una lunga serie di incontri. Ma così è andata e la pubblicazione di un carteggio mail di don Farinella non ha certo favorito l'unità.
E in nome di quella unità a sinistra, Pagano ha ritirato la propria candidatura. Ma si è reso disponibile a parlare di programmi e propore buona politica.
(Giovanna Profumo)

Ecco il testo integrale della sua lettera inviata alla stampa il 26 marzo 2015:

In queste settimane ho lavorato, insieme a molti amici, al progetto di una “coalizione civile, sociale e popolare”, alternativa al sistema dominante in Liguria. Un progetto capace di guardare a sinistra ma non solo, perché vuole mobilitare le coscienze e le passioni civiche di tutte le persone ammutolite di fronte a consuetudini stratificate di malaffare, mediocrità politica, assenza di visione, danni costanti alla cosa pubblica e al territorio. La forza di questo progetto è tutta nella capacità di coinvolgere e aggregare dal basso, di creare fiducia non solo attraverso iniziative e vertenze politiche ma anche e soprattutto attraverso pratiche solidali e mutualistiche capaci di dare risposte concrete ai bisogni delle persone.
Ho cercato fino all’ultimo l’alleanza, in vista delle elezioni regionali, con i piccoli partiti della sinistra,
ma il tentativo è stato reso impossibile da una operazione politica vecchia e stantia, organizzata da minoranze partitiche che contano sempre meno, non hanno una reale visione alternativa e si rifugiano da tempo in una cultura minoritaria e perdente che parla a pochissimi e allontana le tante persone disamorate dalla politica per colpa di questa politica. Non rinnego il tentativo, che andava fatto: ma l’esito è stato fallimentare, e le responsabilità politiche sono evidenti. Non esistono dunque le condizioni perché io possa accettare la proposta che mi è stata fatta dal candidato a Presidente e dai dirigenti nazionali dei piccoli partiti di aderire a questa operazione assumendo il ruolo di capolista.
In questi giorni ho discusso a lungo con gli amici che mi hanno proposto e sostenuto. E’ cresciuto il consenso attorno a noi, forte era ed è la spinta a presentare una lista civica alle elezioni. Ma ho voluto ancora una volta compiere un atto di responsabilità, l’ultimo: ho deciso di ritirare la candidatura. L’ho fatto nel nome della lotta alle frammentazioni e alle divisioni, un sentimento da molti condiviso, di cui mi sono fatto carico. 
Spero che questo atto possa ancora far riflettere sulla mia proposta, finora rifiutata, di una nuova candidatura unitaria, che eviti il danno di una dispersione dei consensi all’interno del campo dei cittadini impegnati per il cambiamento, potenzialmente maggioritario.
Confesso che il mio rientro nella politica tradizionalmente intesa, dopo otto anni di impegno sociale e culturale dal basso, è stato drammatico. Ora sono pienamente consapevole che l’obiettivo che mi ha sempre mosso, quello della riforma dei partiti e della loro apertura alla società, deve fare i conti con quella che purtroppo è la realtà: oggi sopravvivono i resti disperati di un sistema che ha condotto allo smantellamento inesorabile di una politica ormai screditata agli occhi dei cittadini.
Il mio atto non è però di abbandono, anzi: ho deciso di lavorare per costituire il movimento “La Buona Onda”, con l’obbiettivo di costruire insieme alle tante altre associazioni -a partire da “Altra Liguria”, che con tanto calore mi ha accolto- e a tutte le persone interessate la “coalizione civile, sociale e popolare” della Liguria. Una grande forza civica organizzata, radicata nei territori, che collabori con le forze di base e civiche che si battono per un cambiamento radicale. Durante la campagna elettorale stimoleremo il dibattito pubblico con interventi sui principali problemi della regione. Costruiremo un osservatorio sulle politiche regionali, con proposte specifiche e un monitoraggio stretto di chi governerà. Soprattutto ci impegneremo per una cultura politica nuova, che potrà supportare la nascita di liste civiche di cambiamento alle elezioni future e rafforzare un processo dal basso come contributo della Liguria alla coalizione sociale che sta crescendo nel Paese. La “Buona Onda” di entusiasmo, di centinaia di proposte di programma che mi sono arrivate, testimonia che la voglia di un cambiamento radicale è molto forte. “La Buona Onda” organizzerà questa spinta genuina e popolare: non è una scelta di testimonianza, ma ha lo spirito di una alternativa di governo.
Un grazie di cuore alle migliaia di persone che in questi giorni hanno voluto manifestarmi affetto e vicinanza politica, a “Altra Liguria”, ai Verdi e soprattutto agli amici del “gruppo di San Torpete”, i primi a credere in me.
Giorgio Pagano

giovedì 19 febbraio 2015

OLI 421: ELEZIONI REGIONALI - Riusciranno i nostri eroi?

“Essere protagonisti”, sottolinea il giovane Stefano Quaranta, occhialini, ascetico, con il tono appassionato di chi ci tiene a rimarcare che non vuole stare alla finestra, come se quel voto unanime Pd per il Presidente della Repubblica avesse scompigliato uno scenario immobile, quasi la brezza capitolina fosse divenuto un uragano, finiti i tempi da comprimari. Di nuovo in prima fila a rivivere l’impegno in Parlamento, “l’avventura” come la definisce l’altro giovanotto.
L’altro è Luca Pastorino, nell’immancabile smilzo cappottino blu, un dejà vu in puro stile modaiolo fiorentino, chissà se qualcuno glielo dirà prima o poi. Sindaco di Bogliasco, ha fatto del suo Comune un vanto pazzesco, peccato che per colpa del governo abbia dovuto portare al massimo l’Imu, ma “le prime case sono salve” si è giustificato, peccato che vi siano, soprattutto, seconde case, 4456 abitanti. Eletto deputato Pd, civatiano, fiero di essere panda nel suo partito, anche se dal solito loggione, cioè dal fondo della sala qualcuno gli grida “perché non te ne esci?”, sentendolo lamentarsi del solito Pd.
Ecco i due quarantenni, sono la strana coppia che si è presentata a Palazzo Tursi per la kermesse di Rete a Sinistra sabato 7 febbraio. Una strana coppia per rappresentare una storia due punto zero. Dalla platea una sfilata di “io vorrei”, il risultato di un sondaggio sulla “Liguria che vorrei”. Sanità eppoi ancora sanità, con qualche buona proposta, perché è pur vero che rappresenta quasi il totale della spesa regionale, l’immarcescibile politica di genere, riferita alle candidature ovviamente, un po’d’ambiente, che pare in testa al gradimento, infine il tema del lavoro che non fa mai male. Il tutto esposto con toni vibranti, anche da impiegati regionali, preoccupati del futuro: dove mai troveranno un altro assessore al Personale come Matteo Rossi, ex Sel, che ha difeso per loro “una indennità-disagio di 13,02 euro lordi al giorno per i dipendenti delle fasce più basse, “obbligati a orari non programmabili, impegnati in relazioni interpersonali e procedure complesse..”( http://www.regione.liguria.it/argomenti/media-e-notizie/archivio-comunicati-stampa-della-giunta/item/38716-spese-della-liguria). Le indennità di disagio erano previste fin dal
contratto decentrato del 2004, si era difeso in conferenza stampa l’assessore Matteo Rossi dietro le sue bianche lunettes, sostenendo che tale contratto era stato cancellato a gennaio 2014 e per le fasce più basse, firmato da tutte le sigle sindacali. L’indennità riguardava anche addetti ai magazzini, al servizio posta interno... al gonfalone dell’ente: per quest’ultimo servizio di rappresentanza, un’indennità di 46 euro lordi nei giorni feriali e 154 nei festivi. Se n’è uscito da Sel l’assessore, starà tentando di entrare nel Listino del presidente candidato.
 “Il candidato ora non conta”, insiste Quaranta di Sel, “davanti a questa platea meravigliosa”.
E quando conta?
Dopo l’uscita di Cofferati, pare definitiva, ma non si sa mai, il bolognese è provvisto di porte girevoli, si va cauti, si evoca L’Altra Liguria, altre associazioni in un invito a “ tutti insieme appassionatamente”
L’impressione e il timore di chi ascolta tutti quei volenterosi è che ciascuno si tenga stretto il suo gagliardetto, nessuno pare ricordarsi che l’avversario non è soltanto Renzi o la Lella di Spezia, e che se a destra si mettono insieme, chissà. Del resto, dopo l’elezione del presidente Mattarella l’opposizione a Renzi sembra più soft. Pur se i grillini, loro malgrado devono fare gli sdegnosi, ordini del capo. Ma se c’è un buon candidato nel segreto dell’urna...ufficialmente un’occasione persa.
Altrimenti i numeri parlano chiaro.
Elezioni Europee 2014, Lista Tsipras: 4,51%;. Per Sel alle Politiche 2013: 3,4%; Amm 2012: 5,03%. Gli altri uno zero virgola.
Ma dove si va? Con i cento ribelli antipaita?
(Bianca Vergati - Foto di Giovanna Profumo)

venerdì 16 maggio 2014

OLI 406: POLITICA - Pd e dintorni, tra il fresco e il vecchio

A poco più di anno dalle elezioni politiche, il circolo Pd di Albaro, una sezione che ha visto passare tanti vip del partito, incontra due parlamentari liguri, un bersaniano ed un civattiano. Folta platea, tante facce nuove, i vecchi iscritti si guardano intorno, quasi a contarsi, mancano alcuni storici, tutti aspettano curiosi il quarantenne sindaco di Bogliasco Luca Pastorino, che arriva in uno smilzo cappottino blu insieme al veterano Mario Tullo e l’ immancabile sigaro. Fermento in platea, tanti alzano la mano, iniziano le domande.
Senti risposte che non ti aspetti dall’ex segretario ds, pensi a stoccate per Renzi ed invece dopo una premessa lunga un tot, dal partito che non si vede, alla base inconsistente, all'’indecorosa mancanza di parità di genere nella legge elettorale, bla bla bla, Tullo dichiara in nonchalance che “ il Paese ha bisogno di una scossa, Matteo ha la capacità di far passare messaggi a cui la gente crede, se fallisce lui ci sono solo macerie, intanto andremo a dire in Europa che faremo le riforme istituzionali, pur se contare delle palle è un rischio grave".
Il pubblico si rianima, si rivolge a Luca, in ritardo, reduce da un altro incontro con il sindaco Doria sulla Città Metropolitana, appare stanco e alla domanda se si aboliranno o no le Province, resta sul vago, “non ci saranno oneri aggiuntivi, occorrerà costruire una rete di servizi più efficace..” e non ne sa di più, conclude. Ma non è in Parlamento? E come sindaco di Bogliasco farà parte della nuova riforma, essendo Genova fra le città metropolitane. Inciampa poi sulla disoccupazione giovanile, butta lì una percentuale errata, lui dei “giovani” civattiani, sfiora l'argomento senza scaldare i cuori.
L'esordio non è entusiasmante a sentire il vecchio e il nuovo corso. Come Sergio Cofferati che spazia sul territorio da levante a ponente in campagna elettorale, in gran spolvero allo sciccoso cine Ritz di Albaro, dura però riempire trecento posti. Da Lilli Gruber è stato travolto dall’autrice di “Se potessi avere mille euro al mese”"  sul  provvedimento del governo “Garanzia Giovani”, una proposta che l'ex sindaco di Bologna ha stracciato: “Di per sé non cambia una virgola per i ragazzi vittime del 40 per cento di disoccupazione, questo provvedimento altro non è che un ammortizzatore sociale nato per illudere i giovani visto che non dà lavoro”, dichiara, magari avrà pure ragione, però un po’ di autocritica non ci stava male. Lo ha fatto Landini al congresso Cgil, dove dice che di sicuro bisogna cambiare, “non perchè ce lo chiede Renzi, ma perchè ce lo chiedono i precari, i lavoratori, i giovani. C'è una crisi di rappresentatività che non si può nascondere”.
(Bianca Vergati)

giovedì 27 giugno 2013

OLI 383: POLITICA - Castelletto, Recalcati, terapeuta del Pd

22 giugno . Circolo Pd di Castelletto. C’è l'aria freddina di un’estate avara sotto il pergolato del Maniman. In ascolto i militanti di partito venuti per accostarsi ad un’analisi pura della politica italiana.
E chi, meglio di uno psicoterapeuta lacaniano – che si definisce marxista - può accompagnarli?
Massimo Recalcati ha il fascino dell'intellettuale di sinistra - lo sguardo un po’ piacione - e la seduzione del logos, dalla quale un’amica francese mi invitava a stare alla larga.
In ballo la crisi nei cuori e nelle menti dei militanti e la consapevolezza d’esser stati governati da adolescenti, ammette Francesco Bollorino – già consulente del progetto “Città digitale” con Marta Vincenzi - oggi in veste di psichiatra e organizzatore dell’iniziativa insieme ad Alessandra Pozzolini.
Recalcati racconta della sua militanza politica giovanile e del coraggio di prendere parola di allora, ceduto a Grillo che ha scavalcato a sinistra la sinistra.
Si parte dalle patologie della società contemporanea: bulimia, anoressia, panico. Che riproducono il mito del consumo sfrenato, del modello fisico irraggiungibile, e il sintomo più contemporaneo: l'assenza di riferimenti che si traduce in panico collettivo.
Parla di Moretti, il più analitico dei registi, che ha saputo cogliere la perdita di memoria del dirigente di partito, ed immaginato l’afasia di un papa incapace di affacciarsi al balcone.
Balconi vuoti che, se lasciati tali in nome di una rinuncia al potere - come quella di papa Francesco - sono segno di grandezza. Balconi che spesso, però, sono maldestramente riempiti da oggetti di godimento a sostituire ideali diventati con il berlusconismo carta straccia con il godimento come unica forma della legge”.
Cita la risposta che Fabrizio Corona ha dato su B.
- Ma cosa dovrebbe fare un signore anziano, a fine corsa, nell’unico giro di giostra, perché dovrebbe rinunciare a godere?
L’alternativa ai giovani l’ha data Grillo facendo intravedere la possibilità di un progetto futuro – ricostruendo la politica dal basso - per tornare a desiderare.
Al circolo del Pd Recalcati trova spazio per il caso Renzi un figlio che ha preso la parola con coraggio ma con uno slogan sbagliato, rivolgendosi al padre – la dirigenza del partito- con la parola rottamazione. Di qui l’offesa per non aver riconosciuto l’eredità paterna e l’avvitamento che ha generato la reazione l’usato sicuro, la totale assenza di fiducia nei confronti del figlio.
Il terapeuta spiega che la vittoria di Renzi avrebbe dato al paese un altro futuro.
L’infezione originaria - dice Recalcati citando Marx - è il contesto economico, e va abbandonata la nostalgia leader – lo stesso (Renzi ndr) nel quale Recalcati aveva scorto il cambiamento? – aggiungendo che il capitalismo senza regole interne è destinato a scoppiare.
Poi la narrazione di una depressione giovanile dilagante, il ricorso al suicidio in un contesto nel quale tutto impone di essere felici. La necessaria riabilitazione del vuoto nei partiti e nei movimenti per far spazio al desiderio.
I militanti prendono tempo per argomentare e intervenire. Chi troppo a lungo. Chi rapidamente. Chi sottolinea l'assenza del femminile nell'analisi del terapeuta.
Luca Pastorino, parlamentare del Pd, ammette:
Dobbiamo decidere che partito saremo: se saremo il partito del lavoro, della scuola pubblica, della sanità pubblica, e se saremo un partito progressista, di centro, di centro sinistra.
Ma Recalcati quando torna?
(Giovanna Profumo - foto dell'autrice)