giovedì 19 febbraio 2015

OLI 421: TURISMO - Non è una città per turisti


Bel colpo, complimenti!
Siamo a Genova in Strada Nuova, oggi via Garibaldi. Dal 2006 riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità nell’ambito del complesso dei Palazzi dei Rolli, l’originale sistema che tra 1576 e 1664 individuò e classificò circa 160 dimore private in grado di offrire degna ospitalità di Stato ai forestieri illustri.
Trascorrono i secoli, cambiano gli stranieri e soprattutto il concetto di accoglienza. Il sontuoso palazzo che nel Cinquecento fu di Angelo Giovanni Spinola ospita oggi una banca dall’altisonante nome tedesco, ma il cartello posto all’entrata esprime una considerazione per coloro che vi si affacciano a dir poco insultante e molto genovese, secondo certi standard attuali. “PROPRIETÀ PRIVATA / Si pregano i / Sigg. Visitatori / di non / sporcare / l’atrio / BENI SOTTO TUTELA”.
La falsa cortesia del “Si pregano i Sigg. Visitatori” si stempera subito nel perentorio invito a “non sporcare l’atrio”, dando a chiunque del potenziale sozzone. Il tutto sormontato da una lapidaria dichiarazione di proprietà privata, quasi che se fosse un bene pubblico potrebbe essere invece impunemente lordato. A rafforzare il concetto, il tutto è concluso dal’annotazione che si tratta di “beni sotto tutela”.
Che ci si preoccupi della tutela del bene è chiaro anche per la cura con cui sono stati predispostii i vistosi cordoni corredati da targhe “VIETATO SEDERSI”, posti davanti ai due monumentali e solidi sedili in muratura concepiti e realizzati quattro secoli e mezzo fa per consentire a tutti di sostare, riposandosi nella bella atmosfera del vasto atrio affrescato. Essi sono tuttora in perfetto stato di conservazione, malgrado le innumerevoli terga che si sono appoggiate nel tempo sui loro lastroni di ardesia. A titolo di confronto, nell’atrio del poco distante Palazzo Rosso – di proprietà pubblica – due ben più delicate panche in legno dipinto sono a completa disposizione di chi desidera sedervisi. Evidentemente i responsabili della gestione di questo palazzo paventano orde di barbari invasori pronti a stravaccarsi sui sedili per farne scempio e a bivaccare spargendo immondizie. Meglio prevenire, anche a costo di suscitare i commenti ora infastiditi e ora sarcastici di coloro – italiani e stranieri  – che notano questi cartelli improntati a quella tipica genovesità fortunatamente sempre meno diffusa ma che stenta a morire, con la sua chiusura così ben sbeffeggiata da Fabrizio Casalino nell’esilarante ridoppiaggio di celebri film, giocato sul tema dell’accoglienza ligure:


Sia pur con le migliori intenzioni, le suddette scritte ottengono uno sgradevole effetto respingente che ben si lega alla generale sciatteria presente ovunque ormai da anni tra cantieri eterni, marciapiedi e strade sconnesse, aiuole rinselvatichite, arredi urbani trasandati (in primis i vergognosi, luridi e sgangherati vespasiani di via Turati e soprattutto piazza Caricamento, a due passi dall’Acquario e accanto alla sosta dei pullman di comitive allibite).
Genova è sicuramente “MORE THAN THIS” – come recita lo slogan del nuovo logo promozionale della città – ma fa ben poco per darlo a vedere. Cerchiamo tutti, cittadini e pubbliche amministrazioni, di dedicarci con impegno e orgoglioso entusiasmo a invertire la rotta.
(Ferdinando Bonora – fotografie dell’autore - filmato da internet)

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