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martedì 18 dicembre 2012
OLI 361: GLI AUGURI DELLA REDAZIONE
Care lettrici e cari lettori di Oli, fedele pubblico della nostra newsletter,
l’augurio di Oli è che il 2013 sia meno incerto e difficile,
che ci offra qualche spiraglio in più.
Torneremo con i nostri aggiornamenti settimanali dopo la prima settimana di gennaio.
Resta attiva la rubrica “Le cartoline di Oli”che inizieremo a pubblicare, senza alcuna periodicità, seguendo le occasioni che via via si presenteranno.
Chi volesse condividere un'immagine, un'esperienza, una testimonianza, o qualsiasi spunto di riflessione può farlo inviando le proprie cartoline all’indirizzo mail della redazione.
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Buone Feste e Buon anno!
La Redazione
OLI 361: NATALE - Betlemme, il Natale a un passo dall'inferno
Buon Natale.
Betlemme si sta preparando al Natale: il piazzale della Chiesa della Natività è illuminato da luci colorate, dentro la chiesa ci sono le processioni di avvento in attesa del Natale.
Nella chiesa al piano inferiore c'è la stella dorata che indica il luogo dove più di 2000 anni fa è nato Gesù Bambino.
In questo periodo molti pellegrini si recano a Betlemme per il pellegrinaggio natalizio e visiteranno i luoghi circostanti come da classico programma di pellegrinaggio: Gerusalemme, Nazareth, Gerico e Betlemme.
Chissà che momenti suggestivi per un pellegrino cristiano partecipare alla messa di Natale proprio in uno dei luoghi più importanti del Vangelo.
Ma a Betlemme non c'è solo la chiesa della Natività che ogni anno attira pellegrini da tutto il mondo, lì vicino c'è il campo profughi di "Aida" dove abitano cinquemila persone sia musulmane che cristiane sfollate dai propri villaggi, e dove sabato sono avvenuti degli scontri tra i militari israeliani e i ragazzi profughi; c'è la colonia di Gilo costruita sulla terra espropriata illegalmente ai palestinesi, c'è il check point 300 dove la mattina alle 4 si trova una fila di palestinesi che si recano a Gerusalemme per lavoro: solo chi ha il permesso di lavoro, che viene rinnovato ogni 3 mesi, può oltrepassare il muro di divisione dopo ore di controlli.
I palestinesi di Betlemme non possono recarsi al di là del muro senza permessi.
Sono molti i palestinesi che non hanno mai visto Gerusalemme che dista a soli 7 km da Betlemme.
Caro pellegrino cristiano e credente che ti stai recando a Betlemme, ricorda che se Gesù nascesse oggi in Palestina sarebbe un profugo o un perseguitato solo perché nato nei territori occupati, e quindi considerato altamente pericoloso dal governo israeliano.
Per il messaggio di giustizia e amore che ha dato durante la sua vita sarebbe dalla parte degli oppressi.
(Maria Di Pietro - Foto dell'autrice)
Betlemme si sta preparando al Natale: il piazzale della Chiesa della Natività è illuminato da luci colorate, dentro la chiesa ci sono le processioni di avvento in attesa del Natale.
Nella chiesa al piano inferiore c'è la stella dorata che indica il luogo dove più di 2000 anni fa è nato Gesù Bambino.
In questo periodo molti pellegrini si recano a Betlemme per il pellegrinaggio natalizio e visiteranno i luoghi circostanti come da classico programma di pellegrinaggio: Gerusalemme, Nazareth, Gerico e Betlemme.
Chissà che momenti suggestivi per un pellegrino cristiano partecipare alla messa di Natale proprio in uno dei luoghi più importanti del Vangelo.
Ma a Betlemme non c'è solo la chiesa della Natività che ogni anno attira pellegrini da tutto il mondo, lì vicino c'è il campo profughi di "Aida" dove abitano cinquemila persone sia musulmane che cristiane sfollate dai propri villaggi, e dove sabato sono avvenuti degli scontri tra i militari israeliani e i ragazzi profughi; c'è la colonia di Gilo costruita sulla terra espropriata illegalmente ai palestinesi, c'è il check point 300 dove la mattina alle 4 si trova una fila di palestinesi che si recano a Gerusalemme per lavoro: solo chi ha il permesso di lavoro, che viene rinnovato ogni 3 mesi, può oltrepassare il muro di divisione dopo ore di controlli.

Sono molti i palestinesi che non hanno mai visto Gerusalemme che dista a soli 7 km da Betlemme.
Caro pellegrino cristiano e credente che ti stai recando a Betlemme, ricorda che se Gesù nascesse oggi in Palestina sarebbe un profugo o un perseguitato solo perché nato nei territori occupati, e quindi considerato altamente pericoloso dal governo israeliano.
Per il messaggio di giustizia e amore che ha dato durante la sua vita sarebbe dalla parte degli oppressi.
(Maria Di Pietro - Foto dell'autrice)
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OLI 361: PRIMARIE - Ah les femmes di Capodanno!
“Vorrei fare la madre nobile”, dichiara a Il Secolo XIX (
(16/12) Marta Vincenzi, in risposta alle
voci che la danno in corsa alle Primarie Pd dei candidati parlamentari, che si svolgeranno
il 29 e 30 dicembre.
Una dichiarazione puntuale per smentire indiscrezioni di
parte e non della stessa parte, come quelle di Italia Oggi del 15 dicembre,
testata nazionale non di sinistra e
magari velenosa, che già ipotizzava la stessa guerra fratricida dell’elezione a
sindaco di Genova: tanto che per non fare incontrare Marta e Roberta una la si vorrebbe destinata
per un seggio al Senato, l’altra alla Camera.
Ecco tornare l’antico rito,
parafrasando l’adagio “un posto per uno non fa male a nessuno”, un rito che fa
male agli elettori però. Chi ha detto che i cittadini liguri del centrosinistra vogliano di nuovo
essere rappresentati dai carini che circolano
ora?
Ci piacerebbe tanto si
facesse una verifica di quanto fatto per la nostra Liguria in Parlamento dagli onorevoli
che oggi vi siedono: strusci di salotti tv, qualche interrogazione sulla vendita di Ansaldo adesso, mai lamentati prima ai tempi di Belsito e ancor prima
quando nel cda ha troneggiato per anni il compagno Margini. Per Fincantieri fraterne partecipazioni
a cortei quando ormai i cantieri si sono smobilitati, non quando già languivano
ai tempi del governo Prodi. Così per l’Ilva: ma dov’erano i nostri parlamentari
“tutto lavoro-operai” mentre gli operai inferociti presidiavano giorni fa la
questura e il sindaco Doria finiva sui giornali di tutta Italia per aver mediato
da solo presso i lavoratori? Sono arrivati alla chetichella, quando tutto si
era ormai risolto, il vicepresidente della Regione Scialfa e il deputato Mario
Tullo, considerati zero dalla folla.
“Ma che vuoi, dice una
vecchia iscritta, in fondo Tullo ha fatto solo una legislatura e ha lasciato la
segreteria...” Forse intendeva dire che perdiamo chissà quali preziose esperienze
e competenze acquisite by Roma capitale. Di tornare alla vita di prima neppure
si parla, al lavoro di prima se mai c’è stato: in fondo fare carriera nel
partito è diventata professione ambita e dunque da qualche parte devono pur essere
ricollocati per una regola non scritta e ormai insopportabile.
Vedi Giovanna Melandri, eletta in
Liguria, rioccupata al museo Maxxi di Roma, dopo due elezioni da paracadutata
qui. Vedi Saretta Armella, che, da presidente rampante di Fiera in crisi, si dice sia in
partenza per Roma, moglie del segretario provinciale di Genova, il savonese
Lunardon, che rinuncia al seggio, tanto rimane in famiglia.
Così in nome delle “dannate” quote rosa pare si presentino anche la moglie di Walter Ferrando, consigliere regionale e poi la figlia di Paolo Emilio Taviani, mentre rinuncia invece la dignitosa figlia di Guido Rossa, Sabina. Indovina un po' chi sarebbe in tandem con Tullo? La moglie del responsabile dell'apparato elettorale del partito Bartolozzi.
Così in nome delle “dannate” quote rosa pare si presentino anche la moglie di Walter Ferrando, consigliere regionale e poi la figlia di Paolo Emilio Taviani, mentre rinuncia invece la dignitosa figlia di Guido Rossa, Sabina.
Decisamente un
rinnovamento, come chiedeva l’elettorato, tanto fanno i conti con il 70 per
cento del secondo turno di Bersani, dimenticandosi delle contemporanee primarie
del partito di Nichi Vendola, detentore del 15 per cento di quel 70 per cento uscito il 2 dicembre.
Per fortuna pare ci sia tra le papabili la sindacalista Anna Giacobbe, insieme all’altra novità, se varranno le preferenze doppie, il ticket Lorenzo Basso con la new entry renziana Sara Di Paolo, un volto nuovo e speriamo di qualità.
(Bianca Vergati)
Per fortuna pare ci sia tra le papabili la sindacalista Anna Giacobbe, insieme all’altra novità, se varranno le preferenze doppie, il ticket Lorenzo Basso con la new entry renziana Sara Di Paolo, un volto nuovo e speriamo di qualità.
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OLI 361: INFORMAZIONE - Ma è stampa questa?
Eppure ci sono i gruppi di lavoro serali e notturni, sull'energia, sul lavoro, sulle partecipate, sui rifiuti, che tritano argomenti e sfornano, almeno ci provano, soluzioni. Ci sono le riunioni plenarie con cento persone ogni volta, stabili, in crescita, con le relazioni di tecnici che spiegano oggi il bilancio, domani la raccolta differenziata. C'è la webtv che sta partendo e che già ha dimostato le sue potenzialità. Ci sono i voli pindarici verso una società dove i cittadini aiutano 40 lavoratori della centrale del latte a continuare a vendere il latte, sputando in faccia a chi chiude la centrale. Ci sono gli articoli sul sito web che descrivono i piccoli e grandi successi dei cinque consiglieri comunali del cinquestelle, che fanno anche errori, che non sempre sono preparati sugli argomenti delle commissioni e dei consigli, divisi tra l'impegno istituzionale e i propri impieghi. Ci sono i comunicati stampa, e tutto l'impegno di pubblicare in anteprima i documenti in discussione in consiglio e nelle commissioni, chi mai lo aveva fatto prima di loro? Li consultano anche i consiglieri di altri gruppi, che si stupiscono loro stessi della loro trasparenza. C'è l'impegno a voler cambiare il regolamento del consiglio comunale, con l'opposizione schierata di molti, per dare a Genova la possibilità di vedere verbali, di sentire gli audio, di consultare documenti direttamente sul sito del proprio comune.
C'è la vittoria dei libri mastri, che impegna un assessore sordo a portare in commissione tutti i dati della contabilità di particolare delle partecipate del comune, e la battaglia affinché tale decisione del consiglio sia attuata, con interpellanze, mozioni, denunce alla stampa, naturalmente senza risultato. E la vittoria della differenziata porta a porta, una mozione tutta a cinque stelle. Ci sono le manifestazioni, i video girati a dar voce a chi non desta abbastanza interesse ai giornali. Di tutto questo, sulla stampa genovese, non si legge nulla. Ma è stampa questa?
Quando leggerete domani sul giornale, di Grillo, Favia, dell'attivista ignoto col passamontagna, delle parlamentarie bucate, pensate anche a quante cose utili a tutti devono essere fatte come muovendosi tra le canne in una palude con gli alligatori che ti chiedono un'intervista per sapere se hai altri parenti nel movimento.
(Stefano De Pietro)
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OLI 361: POLITICA - Roberto Benigni visto da uno "straniero”
Ogni tanto, guardo bene il marchio della TV, ma è proprio vero, siamo su Rai Uno!
Saranno anni che non seguo quasi nulla su quel canale (ad eccezione delle partite di calcio della nazionale italiana).
Finita la performance meravigliosa di Benigni, ho subito messo “mi piace”, su facebook, sul post che gli diceva semplicemente “Grazie”.
Grazie perché ha ridato dignità alle persone che fanno politica e che, nonostante la desolante realtà dei politici e dei partiti italiani, non hanno mai smesso di fare politica intesa come contributo per il bene della collettività.
Grazie perché mi sono reso conto di essere una "piccola costituzione" italiana fatta persona che cammina per le strade. Non c’è uno solo dei principi costituzionali negli undici articoli spiegati che non faccia parte delle fondamenta della mia cultura e della mia persona, e che non cerchi, faticosamente, in ogni momento, di mettere in pratica. Ieri sera, mi sono sentito più italiano io (che non ho la cittadinanza italiana), di moltissimi italiani. Non che non lo sentissi già prima: è fin troppo facile a confronto di un certo presidente del consiglio italiano, di tutti quelli come lui e di un intero partito italiano razzista e secessionista.
Ma il legame emerso ieri, grazie a Benigni, tra italianità e Costituzione, mi ha dato una grande conferma, ed ho aggiunto alla lista persino certe istituzioni italiane, con il consenso di mia moglie e mia figlia (italiane).
Faccio una proposta al governo italiano: la smetta di vessare i cittadini stranieri che fanno domanda di permesso di soggiorno, della carta di soggiorno o della cittadinanza italiana, con richieste xenofobe come il versamento di somme esagerate di denaro, oppure esami di lingua, di cultura o contratti di integrazione (soggiorno a punti). Basterebbe che i nuovi cittadini assistessero almeno una volta in pubblico ed in silenzio alla presentazione di Benigni degli undici articoli principali della Costituzione Italiana.
Il grandissimo Benigni ha sbagliato su due cose: parlando dell’Unione Europea come se fosse l’intero contenente europeo, ha dimenticato una bruttissima e recente guerra nel cuore dell’Europa, a pochi chilometri di distanza dal nostro Paese, come se i Balcani e i paesi dell’ex Yugoslavia non facessero parte dell’Europa e come se il bombardamento di Belgrado non fosse una guerra. Se ne è dimenticato perché era una guerra condotta tra gli altri da Bill Clinton e Massimo D’Alema, persone forse simpatiche a Benigni?
Il secondo sbaglio è che non ha citato, tra gli altri, il nome di un grande sindacalista e padre costituente, l'allora segretario della CGIL, Giuseppe Di Vittorio, il contributo del quale è stato fondamentale in particolare nella stesura del primo articolo della costituzione che definisce l’Italia “una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
(Saleh Zaghloul - Immagini da internet)
OLI 361: LETTERE - Mio padre all'ILVA di Taranto
Mentre passavo da piazza Corvetto osservando la disperazione e la rabbia degli operai dell’ILVA, ho pensato a quando, nel 1967 a Taranto, mio padre mi disse che costruire in quel modo lo stabilimento siderurgico preludeva a disastri ambientali e sociali. E che la colpa era della politica, dell’avidità, dell’ignoranza e dell’infernale combinazione di questi tre elementi. Oggi avrebbe usato il termine collusione.
L’Italsider aveva trasferito Giovanni Sissa a Taranto nel 1966. Dottore in Chimica, siderurgista, aveva lavorato prima alla SIAC (Società Italiana Acciaierie Cornigliano) e poi all’Italsider. Era un quadro (anche se allora l’espressione non usava), ma soprattutto era un tecnico. Bravo. Conosceva i processi industriali e chimici, ma anche la realtà del lavoro in officina, che aveva seguito come responsabile a Campi, prima e dopo la Guerra.
La fabbrica aveva contribuito a salvarla da partigiano durante la resistenza in città. E poi, dopo la fine della Guerra, in fabbrica ci stava e tanto, con gli operai nei reparti della lavorazione a caldo.
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