venerdì 12 settembre 2014

OLI 411: F35 - La Ministra, la maestra e gli scout della pace

Norma Bertulaccelli è una signora dai capelli bianchissimi, lo sguardo dolce e determinato, è maestra elementare. Anima dell’Ora del Silenzio per la pace di Genova, Norma è stata anche motore cittadino dell’iniziativa NO F35, promossa la scorsa estate da molte associazioni, per sollecitare una totale inversione di marcia sulle spese pazze che l’Italia dovrà sostenere per dotarsi dei caccia F35.
Norma, e le persone che aderiscono ogni mercoledì pomeriggio all’ora del silenzio sono quanto di più lontano si possa immaginare da antagonisti facinorosi. In città lo sanno anche i muri.
Per questo il cambio di sede per motivi di sicurezza – dall’area dibattiti del porto antico a Palazzo San Giorgio – per l’incontro con la Ministra alla difesa Roberta Pinotti ha destato in alcuni una certa perplessità. Ma così è andata, alla luce delle contestazioni avvenute in occasione del dibattito con Raffaella Paita sul terzo valico.
L'intervista con la Ministra si è svolta - dopo una veloce stretta di mano con alcuni pacifisti - senza che volasse una mosca. Roberta Pinotti ha parlato, mentre loro, durante tutto l'incontro, hanno tenuto in mano i cartelli che ricordavano ai presenti il costo dei singoli componenti dei caccia, ritenuti indispensabili per la sicurezza nazionale. Gli aderenti all'iniziativa NO F35, purtroppo, non sono stati invitati ad argomentare le loro posizioni in presenza della Ministra, ma il loro cartelli sono stati molto esaustivi.
Un gruppo scout non avrebbe potuto fare di meglio.
(Giovanna Profumo - foto dell'autrice)

1 commento:

  1. Posso chiederLe Sig.ra Giovanna la ragione e la necessità del riferimento/confronto con i cosiddetti "antagonisti facinorosi"? Si sta forse alludendo alla contestazione di qualche giorno prima da parte dei centri sociali? Oppure era ironia?
    Pur non sapendo quale interpretazione scegliere, ritengo che quella frase sia quantomeno fuori luogo. Se infatti i pacifisti silenti fossero stati caricati o anche soltanto impossibilitati a partecipare alla serata, avrei potuto capire l'esigenza di un confronto fra le pratiche e di rimarcar le differenze; ma essi sono stati invece tollerati e scelti quali silenziosi interlocutori: quindi non v'era necessità alcuna di porre in essere un confronto fra i presunti 'buoni' e i presunti 'cattivi' (categorie care al Potere ed ai suoi media), visto che era proprio l'arrivo dei 'cattivi' che si temeva, e a causa loro e non vostra che è stata spostata la location. A che serve allora rimarcare una cosa nota, ovvero che la Sig.ra Norma e i suoi sodali rappresentano un dissenso democratico politically correct e non sono un pericolo effettivo per nessuno? Piuttosto ci si dovrebbe domandare: ma un dissenso che non si mostra come minaccia (ancorchè pacifica), che dissenso è?
    Facciamo dunque un confronto anche fra i risultati ottenuti, che sono schiaffi democratici da una parte e strette di mano dall'altra. Per la precisione, "L'intervista con la Ministra si è svolta - dopo una veloce stretta di mano con alcuni pacifisti - senza che volasse una mosca. (...) Gli aderenti all'iniziativa NO F35, purtroppo, non sono stati invitati ad argomentare le loro posizioni in presenza della Ministra".
    Insomma: chi ha scelto il silenzio come arma comunicativa è al silenzio che si ritrova suo malgrado costretto allorchè intenda parlare.

    Per carità, non s'intenda questa come una provocazione, bensì come una critica propositiva: evitiamo paragoni e divisioni e concentriamo l'attenzione sul livello e sulla qualità della protesta che lorsignori intendono stabilire.
    Dal momento che gli stessi pacifisti sono stati costretti a restare circondati dal servizio d'ordine della Festa per tutta la durata del loro intervento, manco fossero pericolosi tagliagole, è probabile che un domani, procedendo di questo passo, saranno ulteriormente peggiorate le condizioni concesse al dissenso, e verrà considerata minaccia persino uno sberleffo.

    Saluti,
    Lorenzo

    RispondiElimina