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venerdì 12 settembre 2014

OLI 411: IMMIGRAZIONE - Ingiustizie della burocrazia

La parificazione del migrante al cittadino italiano in materia di autocertificazione non è ancora piena (parificazione). Ne sono esclusi tutti i certificati che sono richiesti esplicitamente da disposizioni del Testo Unico sull’immigrazione o dal suo Regolamento di attuazione. Il 22 agosto 2014, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge 119/2014, che rinvia la piena parificazione, per la quarta volta, al 31 giugno 2015. La cosa sta diventando una barzelletta. Se fosse consentita l’autocertificazione, nessuno impedirebbe all’amministrazione che riceva la dichiarazione sostitutiva di verificare se tale dichiarazione sia veritiera. A questo scopo, basterebbe inviare una e-mail all’amministrazione competente (e leggere poi la risposta). Per di più, lo si potrebbe fare nei soli casi in cui lo si ritenga opportuno. Tutto questo comporterebbe una diminuzione del carico di lavoro delle amministrazioni. Sembra però che i dirigenti delle amministrazioni pubbliche siano affezionate ai grandi carichi di lavoro, salvo poi lamentarsi che l’organico è sottodimensionato. Da noi, a Genova, ad esempio, si continuerà a chiedere agli immigrati che presentano domanda di ricongiungimento familiare o carta di soggiorno (ed altre domande) di consegnare il certificato di idoneità igienico sanitaria dell’alloggio. Nella nostra città, questo certificato viene rilasciato da un geometra iscritto al collegio della provincia di Genova e costa circa 70 euro. Chissà quali motivazioni ci sono alla base di questa idea “geniale”, visto, che dal 1998 fino al 2002, lo stesso certificato veniva rilasciato dagli uffici comunali costando circa 3 euro, dove veniva, semplicemente e quasi nella totalità dei casi, attestato che l’alloggio non presentava problemi igienico sanitari. Occorre, dunque che qualcuno intervenga per porre fine a questa discriminazione: non è giusto far pagare tutti questi soldi a cittadini che ne hanno un estremo bisogno e in tempi di crisi. Il Comune ha il dovere morale di riprendere il rilascio di questi certificati ai costi precedenti fino a quando avrà fine la barzelletta dei rinvii. Che intervengano gli assessori competenti e se è necessario intervenga il Sindaco in persona, sono certo che Doria farà cessare questa ingiustizia.
(Saleh Zaghloul - immagine di Guido Rosato)

martedì 6 marzo 2012

OLI 334: BUROCRAZIA - I migranti esclusi dalle semplificazioni

In base alla legge 183/2011, i certificati rilasciati dalla Pubblica Amministrazione devono essere sostituiti da dichiarazioni sostitutive di certificazione o di atto di notorietà e le amministrazioni e i gestori di pubblici servizi non possono più accettarli né richiederli: la richiesta e l’accettazione dei certificati costituiscono violazione dei doveri d’ufficio. Da questo positivo provvedimento di semplificazione sono esclusi i cittadini immigrati. Una circolare del ministero dell’Interno, infatti, dispone che continua a prevalere una norma del regolamento d’attuazione del Testo Unico sull’immigrazione risalente al 1999 in base al quale l’uso da parte dei migranti delle dichiarazione sostitutive non è consentito quando l’esibizione o la produzione di specifici documenti è prevista dal Testo Unico (1998) e dallo stesso Regolamento (1999).
Ad esempio, si continuerà a chiedere agli immigrati che presentano domanda di ricongiungimento familiare di consegnare il certificato di idoneità igienico sanitaria dell’alloggio, questo certificato viene rilasciato da un geometra iscritto al collegio dei geometri laureati della provincia di Genova e costa circa 70 euro. Dal 1998 fino al 2002 lo stesso certificato veniva rilasciato dagli uffici comunali costando circa 3 euro. Vi si attestava che l’alloggio non presentava problemi igienico sanitari, mentre in questura veniva calcolato il numero massimo delle persone che potevano abitarvi, in base al numero delle stanze.
Si continuerà dunque a chiedere agli immigrati di produrre altri certificati come ad esempio il certificato del casellario giudiziario e il certificato delle iscrizioni relative ai procedimenti penali in corso quando presentano domanda di carta di soggiorno.
Tutti questi certificati, ed altri ancora, non hanno alcuna ragione di essere chiesti ai migranti, in presenza delle nuove norme sulla semplificazione entrati in vigore dal 1 gennaio 2012, e dovrebbero essere sostituiti con le autocertificazioni in quanto riguardano “stati, fatti e qualità personali certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici o privati italiani”, ma saranno sempre richiesti ai migranti a causa, come denunciano le segreterie nazionali di CGIL, CISL, UIL e ACLI in una lettera aperta ai ministri Cancellieri e Griffi, del ritardo nelle procedure di dialogo informatico tra le banche dati delle varie amministrazioni.
(Saleh Zaghloul)