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martedì 17 aprile 2012

OLI 339: VERSANTE LIGURE - A CHE SITO VOTARSI

Sogno un bel posto
dove “partito”
stia per “onesto”
e “retribuito
non troppo, il giusto
come pattuito
da un chiaro testo”
e restituito
sempre sia il resto:
c’è, ’sto bel sito?

Versi di ENZO COSTA
Vignetta di AGLAJA
.

OLI 339: ELEZIONI - Album da una campagna elettorale

Foto di Giovanna Profumo

OLI 339: MEMORIE PARTIGIANE - Le voci della 6A Zona

La 6A Zona è stata un luogo geografico, ma anche del sogno, della fuga, dell’attesa.
Indica le valli alle spalle di Genova, dove tra il ‘44 e il ‘45 si erano incontrati coloro che del fascismo volevano vedere la fine.
A teatro la 6A Zona è una voce che svela: “Dopo venti e passa anni che non si faceva politica, che non si parlava, di colpo, in prima fila erano apparsi loro. Un miracolo...
Poi precisa: “Era una strada; ma per sapere dove portava bisognava inventarsela, percorrerla...
Accenna alle parole, a quelle più politiche: “lotta di classe, rivoluzione”, per planare su “coscienza, e nostro paese”.
Racconta di un mondo in cui la disciplina condivisa veniva discussa di continuo, un luogo che pretendeva presenza: “la tua dovevi dirla. Magari due parole in croce ma dovevi dirla” e rigore estremo.
Ricorda un universo nel quale una donna - “per la moralità collettiva” - era bene non portasse i pantaloni “piuttosto una sottana lunga” e racconta di “una guerra che c’aveva bisogno di parole, molte, e di principi, ma uguali per tutti.
Poi indica le montagne e sfiora la neve, le armi, la paura di essere torturati, la fuga dalla città e ricorda che “il giovane, allora, studente, operaio, era escluso dalla vita. Proprio escluso. Non contava, né in casa né fuori” e di come la montagna fosse stata occasione per diventare grandi.
E’ una voce che, insieme alla musica, ti accompagna nei luoghi della 6A Zona partigiana, ma non è sempre la stessa: perché è la voce di Marietta, di Carlo, di Scrivia, Denis, Lesta. E Bisagno. Ragazzi di allora interpretati da giovani studenti di Merano che di questa storia hanno raccolto il testimone. Dopo sessantasette anni.
Il lavoro si basa su testi curati da Manlio Calegari su fonti testimoniali, rielaborati per il teatro da Marcello Fera e Lorenza Codignola.
6A Zona – Storie di una formazione partigiana andrà in scena martedì 24 aprile al Teatro Duse alle ore 20.30.
(Giovanna Profumo)

OLI 339: MIGRANTI - Il Centro Servizi più vulnerabile dei suoi assistiti

(foto da internet)
Nel palazzo di Via del Molo dove un tempo aveva sede l’asilo notturno Massoero, si trova il Centro Servizi integrati per immigrati. Salendo per le scale dell’edificio in ristrutturazione, si arriva in una saletta gremita: per motivi di tempo si sbrigano solo i primi venti arrivati, bisogna essere tempestivi. La maggior parte delle persone in attesa sono stranieri, ma ci sono anche italiani: chi fa le commissioni per il coniuge, chi sbriga pratiche per l’assistenza domestica. L’idea che ci si fa, osservando, è di un ufficio vitale e molto sollecitato dal pubblico. Il Centro ha una storia ventennale: nacque nel 1991 all’interno della Federazione Regionale Solidarietà e Lavoro, con l’intento di offrire un punto di riferimento per l’immigrazione. Si tratta di una struttura in convenzione col Comune di Genova, che offre servizi di accoglienza, assistenza per i bisogni essenziali della persona, orientamento lavorativo e consulenza legale. E’ apartitico e apolitico: chi ne usufruisce non deve versare alcuna quota associativa. Il servizio è gratuito, e coordinato con la rete di associazioni del territorio. La gratuità è un valore di non poco conto: le spese sostenute dagli immigrati sono già numerose; fra tutte, la tassa per la carta di soggiorno ammonta a 272 euro, per il permesso della durata di due anni si pagano 172 euro, per quello di un anno, 152. Per una famiglia di 4-5 persone il rinnovo del titolo di soggiorno può significare il tracollo economico e il conseguente passaggio alla clandestinità.
Oggi il Centro servizi integrati ha un futuro più precario ed incerto dei suoi assistiti. Da principio, il Centro riceveva finanziamenti con una programmazione biennale, successivamente si è passati ad una cadenza annuale. Attualmente, il Centro presta assistenza e servizio con una programmazione mensile, senza sapere il destino che attende la struttura e le persone che ci lavorano. Al momento in cui si scrive, infatti, il Bilancio 2012 del Comune di Genova non è stato approvato e rimarrà come pesante eredità alla nuova amministrazione: nel frattempo si procede giorno per giorno. Altro fattore di debolezza per il Centro Servizi, è la sua dimensione cittadina: è una struttura piccola, che vive grazie al finanziamento del Comune e non afferisce a strutture regionali o nazionali. Si viene a creare, quindi, una situazione per cui chi assiste è in una situazione precaria e vulnerabile come chi è assistito. Ma chi lavora non sapendo se il suo ufficio funzionerà ancora dopo dieci, quindici giorni, con che tranquillità può procedere? Che servizio può offrire?
(Eleana Marullo)

OLI 339: IMMIGRAZIONE - IMU ed i contribuenti immigrati

Con il decreto Salva-Italia è stata introdotta l’imposta ordinaria sul valore degli immobili posseduti all’estero dalle persone fisiche residenti in Italia. L’aliquota d’imposta è pari al 7,6 per mille della base imponibile, consistente nel valore degli immobili risultante dall’atto di acquisto degli stessi o dai contratti. L’intenzione del legislatore è quella di colpire i grandi patrimoni detenuti all’estero e molto probabilmente non si è accorto che questa norma colpisce migliaia di lavoratori immigrati di basso reddito residenti in Italia: edili, Colf, addetti alle cure dei persone anziane, camerieri ecc. Molti immigrati hanno dovuto vendere la loro prima casa nel paese d’origine per poter fare fronte alle spese del loro progetto d’immigrazione in Italia. Ma altri, dopo anni in Italia, hanno preferito investire i loro pochi risparmi per comprare o costruire una casa nel paese d’origine.
Le norme sul rinnovo del permesso di soggiorno e sulla cittadinanza sono arretrate, vengono applicate in modo restrittivo e non forniscono alcuna garanzia di integrazione e di permanenza in Italia: centinaia di migliaia di immigrati ogni anno non riescono a rinnovare i permessi di soggiorno, mentre sono pochissimi coloro che ottengono la cittadinanza italiana. Chi ha potuto realizzare il proprio progetto migratorio, diventando cittadino italiano, è giusto che paghi l'imposta sugli immobili che detiene all’estero, mentre è iniquo applicare l'imposta a chi non ha alcuna garanzia sulla sua permanenza in Italia e sul mantenimento del proprio permesso di soggiorno. Ci vuole buon senso ed equità: quest'ingiustizia va eliminata in Parlamento quando si discutono gli emendamenti di correzione riguardanti l'applicazione dell’Imu.
(Saleh Zaghloul - disegno di Guido Rosato)

OLI 339: AMBIENTE - Cartoline dalla passeggiata di Nervi

“Lovely!”, esclama la bionda turista che fotografa con il suo ipad tutto quanto vede intorno in passeggiata a Nervi: un incantevole visione a picco sulla scogliera frastagliata, il mare che si frange, le tamerici, il pitosforo profumato e il vecchio porticciolo dalle case colorate, un percorso che ti porta ai Parchi maestosi sia pure trascurati, con il roseto quasi una bozza di colori.
Non ti aspetti perciò angoli di degrado e d’incuria, che invece vi sono, dovuti a cittadini che gettano carta, bottigliette, vaschette del gelato sulle rocce, ma presenti anche presso stabilimenti balneari, chioschi, società sportive. Già, pure le innumerevoli società sportive, “ presidio del territorio” come amano definirsi, ammucchiano materiale fatiscente, assi, corde marce insieme a tanniche e ferri rugginosi, c’è soltanto da scegliere di fronte a vecchi depositi di legno serrati dai lucchetti. E trovi barche in ogni anfratto, al di fuori delle collocazioni consentite sulle quali oltre al permesso si paga l’occupazione suolo pubblico.
C’è poi chi non paga nemmeno il canone e allora dichiara di fare manifestazioni per beneficenza, ma pretende dall’assessore al Demanio il dragaggio del porticciolo per una previsione di costi intorno ai cinquecentomila euro: tanto quanto il fondo stanziato per il ripristino di tutto il litorale del Levante.
Dunque i cittadini hanno delegato le Istituzioni a concedere spazi pubblici, ad occupare un bene comune quali il mare, le spiaggia, ora interdetti da cancellate e questi spazi sono trattati spesso come sopra. La concessione contempla il buon ordine dello spazio ottenuto insieme alla manutenzione della spiaggia e spesso invece vedi cicche vecchie di anni con rimasugli del bar soprastante.
Le mareggiate non c’entrano, si tiene in ordine giusto giusto nei dintorni, poi ci deve pensare il Comune.. A quando una verifica puntuale della manutenzione del Demanio privatizzato?
Spiccano nelle arcate sottostanti poveri giacigli, immaginabili rifugi di disperati: l’Italia è anche questo.


(Bianca Vergati - foto dell'autrice)

OLI 339: SOCIETA’ – Càssego: l’eredità di don Sandro

Càssego, 14 aprile 2012. Foto Giorgio Bergami
Sabato 14 aprile si è tenuta a Càssego, in val di Vara, frazione di Varese Ligure, una tavola rotonda alla quale sono intervenuti tra gli altri Manlio Calegari, Diego Moreno, Massimo Quaini e altri studiosi che da decenni seguono lo straordinario lavoro che il parroco, don Sandro Lagomarsini, sta conducendo con la sua comunità.


Càssego, Museo contadino. Foto Giorgio Bergami 1976
Pretesto per l’incontro è stato il quindicennale di una contesa tra comune e parrocchia per la proprietà del piazzale della chiesa, che ciascun ente rivendica per sé. In realtà il dibattito ha sviluppato più ampie riflessioni sull’esperienza-modello che don Sandro sta portando avanti dalla fine degli anni ’60, sulle orme di don Milani: un doposcuola aperto a tutti, affinché si riacquistino con la cultura la consapevolezza e la stima delle proprie origini e si decida di rimanere in questa terra. Naturale complemento di questo percorso fu quasi subito la costituzione di un Museo contadino, frutto di un’azione collettiva di raccolta di oggetti e di memorie durata alcuni anni, aperto al pubblico nel 1975 e continuamente aggiornato fino ad oggi.
Càssego, indumenti di mezzalana.
Foto Giorgio Bergami 1976
Nella discussione si è ragionato sull'eredità politica e soprattutto culturale di don Sandro, non senza amare considerazioni su come le idee e le proposte elaborate negli anni ’70 continuino ad essere tuttora attuali, ma nel disinteresse o addirittura nell’ostruzionismo di enti pubblici che tendono a privilegiare quanto è di moda e muove grandi flussi di soldi – si pensi ad esempio al business del “biologico” in campo alimentare e nell’abbigliamento – piuttosto che dedicare particolari attenzioni a quanto produce altri tipi di ricchezze non convertibili in denaro, come quella culturale e il benessere morale e sociale.
Atteggiamento diffuso non solo in ambito rurale, ma ancor più nelle pubbliche amministrazioni urbane.
L’evento è stato fotografato da Giorgio Bergami, già autore quasi quarant’anni fa delle immagini che nel frattempo venivano proiettate, riguardanti i primi allestimenti del museo e il suo patrimonio di testimonianze di vita e di lavoro delle passate generazioni.
(Ferdinando Bonora)

OLI 339: CULTURA - "Magico artifizio..."


Henry Parke, Panorama di Genova e Sampierdarena da San Benigno, 1822.
Si segnala una conferenza con proiezioni organizzata dall'Associazione ex allievi del D'Oria:

Ferdinando Bonora
"Magico artifizio...": gli esordi della realtà virtuale
Nei panorama di Henry Parke, Luigi Garibbo e altri,
tra Genova, Firenze e il resto del mondo

Mercoledì 18 aprile 2012 alle ore 17.00
aula magna del Liceo Classico Statale Andrea D'Oria
via Armando Diaz, 8 - Genova
ingresso libero

I panorama, invenzione di un pittore inglese di fine Settecento, sono immensi quadri raffiguranti vedute di città o campagne a 360°, da chiudere a cilindro e osservare ponendovisi al centro, ricavandone coinvolgenti illusioni.
In gran voga nel XIX secolo, specie in Inghilterra, Francia e Stati Uniti, dopo essere stati a lungo trascurati dalla critica d’arte, solo di recente se n’è rivalutata l’importanza nella storia della rappresentazione del reale.
Anche Genova fu oggetto d’attenzione da parte di pittori di panorama e una sua veduta totale venne esposta a Londra nel 1828. Altre celebri raffigurazioni vanno intese come panorama, forse però rimasti allo stadio di bozzetti o esercitazioni e mai tradotti in formato gigante.
Luigi Garibbo, pittore genovese trasferitosi a Firenze, verso il 1840 vi costruì un edificio in muratura per realizzare ed esporre panorama, tuttora esistente sia pur molto trasformato e misconosciuto dagli stessi fiorentini: l’unico realizzato in muratura in Italia e il più antico sopravvissuto al mondo.

Luigi Garibbo, Lo Stabilimento del Panorama a Firenze, circa 1845.

PAROLE DEGLI OCCHI - 15 Aprile 2012

(foto di Giovanna Profumo - 2012)
Genova, domenica 15 aprile 2012, ore 22.00 circa, Piazza San Lorenzo: Beppe Grillo partecipa alla manifestazione del Movimento 5 Stelle cittadino che si presenta con il portavoce Paolo Putti come candidato sindaco, alle elezioni comunali.

OLI 339: LETTERE - Genova, l'Europa e il software libero

Ho letto con molto interesse il programma della coalizione di centrosinistra presentato da Marco Doria e ho apprezzato la sua dichiarazione che si tratta di un punto di partenza. Al riguardo ci sono due punti che, sembra, siano stati sottovalutati: il rapporto con l'Europa e l'adozione del software libero.
Genova è la porta dell'Europa sul Mediterraneo. Il rapporto della nostra città con l'Europa e con il Mediterraneo resta di cruciale importanza. Basti pensare a Genova 2004 Capitale Europea della Cultura, alla rete di città europee Eurocities e ai relativi progetti comunitari (Cascades, Mixities, Pepesec, Smart City solo per citarne alcuni), ai Caffè Europei con gli eurodeputati che riportano sul territorio le attività del Parlamento europeo, al Festival Musicale del Mediterraneo, al Suq, e a molte altre iniziative che vedono la nostra città come crocevia politico e culturale tra i paesi del Nord Africa e del Sud Europa. Rileggere il programma con uno sguardo cosmopolita può aiutarci a collocare i problemi della nostra città nella giusta dimensione.
La promozione e l'uso del software libero nel Comune, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle strutture sanitarie e negli enti amministrativi genovesi consentirebbe un notevole risparmio economico e una ricaduta occupazionale per le realtà locali che sviluppano con le piattaforme floss (free and libre open source software). Il passaggio dal software commerciale al software libero presenta dei vantaggi quali l’assenza di costo di licenza e, in riferimento al sistema operativo Linux, una maggiore sicurezza da virus e da attacchi informatici. Molte amministrazioni comunali del Trentino - per fare un esempio concreto - hanno scelto di passare dall'Office di Microsoft a Open/Libre Office con risparmi annuali di decine di migliaia di euro. Per il passaggio si sono organizzati corsi di formazione con aziende locali piuttosto che pagare licenze proprietarie a multinazionali che fatturano in altri paesi. Senza contare che, anche a livello locale, avremmo l'esempio virtuoso dell'ospedale Galliera che ha migrato da diversi anni al software libero.
[Web: www.mfe.it www.softwareliberoliguria.org]
(Nicola Vallinoto)