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giovedì 12 giugno 2014

OLI 408: EVENTI - A Genova l'immigrazione non si archivia

Raed Saleh agli italiani non dice nulla. La sua giovane faccia, un sorriso accennato e lo sguardo allegro, non evoca, né suggerisce alcunché. E’ probabile che se Raed Saleh fosse vissuto in Italia, la sua vita avrebbe seguito un percorso diverso da quello intrapreso in Germania. La nota biografica apparsa su Internazionale spiega che Raed Saleh nasce il 10 giugno 1977 in Cisgiordania, pochi anni dopo la sua famiglia si trasferisce a Berlino, nel 1994 lavora in un fast food, nel 1995 si iscrive al Partito socialdemocratico tedesco, nel 2011 viene scelto come capogruppo dell’Spd al senato del land di Berlino. Oggi ha elevate possibilità di diventare sindaco delle capitale tedesca.
In Italia invece, il cambio di governo Renzi ha cancellato in fretta sia Cécile Kyenge Kashetu, sia il suo Ministero per l’Integrazione, archiviando anche l’intenzione politica di un’agenda che affronti seriamente il tema dell’integrazione e dell’accoglienza. Un cambio di passo avvenuto anche nel Pd che, inizialmente favorevole a candidare come capolista per le europee Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, l’ha retrocessa favorendo un'altra .
Tempi amari anche in città: il sogno di una moschea è ancora da realizzare, nonostante l’impegno di tanti. Quindi qui siamo. E la rotta suggerisce di non farsi sfuggire le occasioni buone per riflettere su esperienze che hanno dato significato all’arrivo degli stranieri in città. Esperienze che hanno fatto da “laboratorio politico” come dice il freddo gergo burocratico, ma soprattutto umano. Storie che hanno coinvolto gli amministratori della nostra città, a partire dalla giunta Sansa nel 1996 con associazioni che si erano ritrovate nel Forum Antirazzista di Genova dove, per la prima volta, una specifica “delega” all’Immigrazione vedeva coinvolta la giunta comunale. I documenti di questa intensa stagione, dopo essere stati sottratti a distruzione certa, sono stati salvati, catalogati e protetti e, grazie all’Associazione di Promozione Sociale Forum Antirazzista “ArFor”, fanno parte di un fondo, riconosciuto “bene di interesse culturale” dal Ministero per i Beni e le attività Culturali.
Si è trattato di un lavoro promosso da volontari che hanno provveduto al riordino, alla catalogazione ed archiviazione informatica del materiale (più di mille documenti) prodotto tra il 1989 e il 1994 nel corso della attività del “Coordinamento delle Associazioni degli Immigrati Extracomunitari”, e poi, dal 1995 al 2001, del “Forum Antirazzista di Genova”. il 13 giugno, presso la Società Fratellanza Artigiana Genovese (Vico Chiuso dei Cinque Santi, Lagaccio)
L’Associazione ArFor (Archivio Forum Antirazzista) ha organizzato una serata dedicata alla presentazione pubblica di questo fondo documentario: una festa per rincontrarsi e per raccontare a chi non c’era una storia diversa di accoglienza e immigrazione.
Una breve cronaca dell'evento si trova sulla pagina Facebook "La compagnia del Banco Volante", curata da Francesco Firpo:
(Giovanna Profumo)

domenica 1 settembre 2013

CARTOLINE DI OLI: Festa Democratica - Dammi Letta

L’ultimo avamposto del passato resiste deserto sotto il ponte della sopraelevata: è il chiosco del quotidiano l’Unità.
L’evoluzione della Festa, negli anni, ha registrato continue svolte a destra, partendo dal nome - Unità appunto, mal tollerato dagli ex democristiani, ma rivendicato oggi come baluardo di larghe pacificazioni - per affondare sui contenuti, sino a quello che viene dato oggi a simpatizzanti ed elettori del Pd, un partito che è tutto e il contrario di tutto, dove tutto può accadere ma che ha chiuso definitivamente con la propria componente di sinistra.
A testimoniare i diritti, per salvare il salvabile, il ministro Cécile Kienge, la faccia migliore e più autentica di questa festa di governo, alla quale bisognerà prima o poi offrire fatti concreti con leggi vere, votate, applicabili, per essere credibili.
Il resto lo difende Enrico Letta, alla Festa Democratica Nazionale il 30 agosto a Genova, davanti ad una numerosa platea di anziani militanti, entusiasti e tolleranti con i dirigenti del Pd solo come i pazienti genitori sanno esserlo con i figli.
 Di riforma costituzionale e modifica di Camera e Senato parla il nipote di Gianni Letta che prospetta un’unica Camera che faccia le leggi e che dia la fiducia, con la metà del numero di parlamentari di oggi, un Senato composto esclusivamente da rappresentanti dei sindaci e delle regioni, non persone nuovamente elette, ma come Marco Doria o Claudio Burlando… persone, dice il primo ministro, che controllino dal punto “di vista del federalismo” che cosa fanno parlamento e governo. Il tutto annaffiato da
una solida legge elettorale, affinché accada come in Francia e Spagna che quando si vota poi si governa, per quattro o cinque anni. L’estero, è evidente, non viene citato per altre cose – conflitto di interessi, leggi ad personam, sentenze della magistratura – altrimenti le larghe intese si stringerebbero attorno al collo del primo ministro che ancora non sa e non può sapere che fine farà il suo governo. Il resto è un inno alla moderazione, al sacrificio e alla pacatezza in una situazione straordinaria di larghe intese che Letta dice di guidare nell'ottica di un progetto paese che vedrà in futuro la vittoria dell'area riformista.
Alla Festa di Genova va in onda la difesa d'ufficio di riforma dell'Imu e di Service Tax in nome dell'equità e della progressività, in nome del federalismo - ma non era caro alla Lega? - e dell'autonomia dei Comuni sulla base del principio vedo, pago, voto elemento essenziale del rapporto tra cittadino e sindaco, attraverso il quale il governo si deresponsabilizza totalmente, accollando sadicamente sulle spalle dei sindaci italiani tutte le responsibilità di scelte fiscali indispensabili per far funzionare le città.
Sarà la componente cattolica del primo ministro ad averlo condotto in un sentiero degno di Ponzio Pilato?
L’Europa si affaccia alla festa nazionale del Pd con la presenza dei segretari del Partito Socialista Francese Désir e del Partito Socialista Operaio Spagnolo Rubalcaba. Ma si affaccia soltanto, per rimanere incomprensibile a molti militanti, perché nessuno, alla festa nazionale del Pd, traduce i loro lunghi discorsi.
C’è chi tra gli interventi dei due segretari stranieri coglie un “compagno Letta” e scoppia in una risata.
Letta comunista?
A sinistra si è liberata una prateria.
( Giovanna Profumo - foto dell'autrice)

giovedì 20 giugno 2013

OLI 382: PAROLE DEGLI OCCHI - Suq, Cécile Kyenge: governare l'integrazione


(Foto di Giovanna Profumo)
Cécile Kyenge Kashetu, Ministro per l'Integrazione, al Suq di Genova, 15° Festival delle culture, 
16 giugno 2013