venerdì 13 dicembre 2013

OLI 394: MOVIMENTO 9 DICEMBRE - No destra No sinistra No centro

De Ferrari, 10 dicembre, ore 16. Intorno al monumento di Garibaldi sono radunate un centinaio di persone. Sul palco un uomo sui trent'anni parla, o meglio grida, con voce affaticata e arrochita. Ne ho registrati dieci minuti, e ne propongo, di seguito, ampi e testuali stralci. Mi sembra una lettura interessante, a cui premetto alcuni pensieri.
Alcune frasi, complete del tono in cui sono state pronunciate, potrebbero essere riferite a molte altre e diverse situazioni di protesta, in contesti diversissimi. Frasi atemporali, ascoltate e applaudite in altri tempi e in altre piazze.
Lo scarto drammatico è che qui il metro di valutazione del mondo è appiattito all’unica differenza tra il ‘rubare’ e il ‘non rubare’. Come se bastasse, come se non vi fosse altro su cui misurare chi governa e detiene un potere, come se, dato il ‘non rubare’, ogni altra scelta politica fosse indifferente.
Così la parola d’ordine universale del momento, il ‘se ne devono andare’, è un grido indifferenziato, dentro a cui non c’è più né pensiero, né discrimine, né articolazione.
Dice l’oratore: “No destra, no sinistra, no centro, no altro, no sindacati, solo cittadini italiani”. Cittadini indifferenziati, destrutturati. E quindi senza potere, in balia di chi se li prende. E c’è un gran sgomitare, per prenderseli.
Dal palco un altro oratore dice: “Noi siamo il frutto di quello che ci è stato fatto“, e coglie il punto: crisi economica e disoccupazione fino alla miseria, a fronte di inerzia, corruzione, conservazione dei privilegi, devastazione del nostro patrimonio industriale, culturale, storico e paesaggistico. Chiusura in sé della classe politica fino a portarla a una distanza quasi incolmabile con la cittadinanza. Un sindacato diviso, incapace di trovare unità per dare voce alla richiesta di diritti e al disagio frammentato portato dalla disoccupazione, dal precariato, dalle delocalizzazioni, dall’immigrazione.
E’ una situazione pericolosa, potenzialmente aperta al fascismo.
In Grecia il pericolo si è materializzato in un 10 / 12 % di consensi ad Alba Dorata, raccolti nelle aree più povere e disagiate, esasperate dalla crisi.
Su un traghetto in Grecia, ad ottobre, ho colto la conversazione tra un signore di sess'antanni, che rivendicava il suo voto ad Alba Dorata, e una signora di circa quaranta. Il primo parlava della classe politica greca, la corruzione, tutti che hanno rubato, la crisi conseguenza di ladri che se ne devono andare, l’Europa come una minaccia. Discorsi completamente sovrapponibili a quelli pronunciati dal movimento 9 dicembre, o da Grillo. La signora obiettava, con timidezza, che Alba Dorata le faceva paura.
Qui da noi Grillo, a ragione, aveva detto a suo tempo che il consenso al suo movimento aveva neutralizzato questa possibile deriva. Ma la modalità sempre gridata, semplificatrice, denigratoria, accusatoria dei suoi discorsi non è antitetica, ma coerente, con questa possibile involuzione della situazione politica.
Così come lo è stato il fatto che Genova sia stata tenuta per cinque giorni consecutivi priva di ogni mezzo di trasporto pubblico da una protesta che non ha voluto o saputo trovare altre strade.
Qualche giorno fa in Italia c'è stato un altro fatto politico, i quasi tre milioni di persone che hanno utilizzato, per forzare un cambiamento, il metodo delle primarie, osteggiato, rivendicato, imposto, e comunque inedito fino a non molti anni fa. E' possibile ipotizzare che il mondo della protesta delle piazze informatiche e fisiche, e quello che ha ancora scommesso sulla  rappresentanza politica, riescano a comunicare?


Cronaca di dieci minuti:
Un primo oratore, poco più di trenta anni, dalle modalità del parlare uno degli organizzatori locali del movimento: “Portare avanti l’iniziativa, con forza. La voce del movimento lo impone, i giornali scrivono qualunque cosa, sono la macchina del fango … … Per quelli che vogliono scrivere qualcosa e vogliono riprendere questa situazione le persone deputate a parlare sono Simone, la Marina e Luca. Basta. Abbiamo deciso che sono solo questi tre. Non vogliamo censurare, ma è perché questa gente prende due parole, due, le gira, le inverte, e cambia completamente il significato. Basta che salga qualcuno e dica una cosa un po’ a sproposito, questi riprendono, fanno l’inquadratura, quattro secondi, dieci secondi, e viene che questa è una piazza di pazzi. Non è vero! Perché voi non siete pazzi! Dobbiamo essere rispettati! Domani per cortesia venite in piazza, è importantissimo, venite domani mattina per piacere, qui succederà la cosa più bella del mondo, vedrete veramente l’anima del paese domani mattina! Ci stiamo organizzando nelle scuole, qualcuno dice non dovete permettere di lasciare la scuola, non è vero! E’ la piazza la scuola! Noi rispettiamo la scuola, vogliamo farla crescere, vogliamo togliere i vincoli, vogliamo restituire i soldi alla scuola! Vogliamo queste cose. Deve essere un’Italia di persone che stanno bene, che si recuperano, che recuperano il lavoro, che recuperano fiducia nelle istituzioni, l’Italia delle persone che si levano il casco, perché sanno che non vogliamo gli scontri … a Genova non si è mossa una pietra, nessuno ha tirato niente contro nessuno! Il Berlusca … qui sono tutti venduti, che facciamo? Questi ci hanno marciato, forse anche grazie a me, perché anche io sono uno di quegli imbecilli, guardatemi in faccia, sono uno di quegli imbecilli che ha dato peso a quella gente, che gli ha dato forza, però poi, se sei una persona onesta quando ti accorgi che quello che ti sta a fianco ruba te lo togli fuori di casa te lo butti fuori di casa, te lo levi dalle palle, e allora se ne devono andare. Nonostante che non abbiamo fatto casino, non abbiamo fatto niente di quello che ci hannno chiesto, spaccare, imbellinare, ci dispiace, lo dico col cuore, siamo dispiaciuti, perché non possiamo fare un cazzo di corteo, ma obbediamo, vogliamo una piazza pulita, siamo stufi della illegalità, e per quanto ci faccia male la rispettiamo la legalità. … ho dei fogli da leggere, se qualcuno vuole leggerli, perché io sono scoppiato, e voi siete rimasti qui nonostante la fatica, nonostante ci siano stati dei vuoti di comunicazione, nonostante non ci sia stato il corteo tanto desiderato, e siete rimasti qui semplicemente perché non volevate il corteo, volevate la vostra piazza, e le cose anche noiose le diciamo perché rispettiamo tutti. Se qualcuno mi dice mi leggi questa cosa? Perché voglio parlare della scuola, voglio parlare dell’ospedale, va bene, va bene”.

Arriva un altro oratore: “Blocchiamo l’Italia per poterla finalmente sbloccare, oggi il popolo si alza in piedi, decide di ribellarsi alla casta, questo paese ha bisogno di qualche cosa di più di un palazzo, ha bisogno di speranza, il popolo non dovrebbe temere il proprio governo, sono i governi che dovrebbero temere il popolo! Noi siamo il frutto di quello che ci è stato fatto! E’ il principio generale dell’universo! Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Gli uomini muoiono, le idee no! Io non sento la mancanza dell’idea, sento la mancanza dell’uomo! Non siamo qui per quello che sperate di fare, siamo qui per quello che avete fatto. Il nostro compito è riferire le notizie, non fabbricarle, quello è il compito del governo. Mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere. L’unica battaglia persa è quella che si ha paura di combattere! Voglio diventare io il protagonista delle mie favole, mi sono stancato di fare da spettatore! Le vere decisioni si misurano con l’azione, se non agisci non hai veramente deciso. ‘L’azione è l’arma più potente per cambiare il mondo’: Nelson Mandela…. Ci vogliono far passare per estremisti, fascisti, mafiosi, facinorosi non hanno capito che questa volta il popolo italiano li ha stanati, nonostante il massiccio attacco mediatico di tutti i servi dei parassiti i cittadini italiani in toto scenderanno tutti nella piazze e lì li deligittimeranno in nome della nostra Costituzione! Basta con i corrotti e con gli infiltrati nelle nostre istituzioni! L’era degli usurpatori è finita, è ora che torni sovrana la nostra Costituzione! No destra, no sinistra, no centro, no altro, no sindacati, solo cittadini italiani. No violenza, no prevaricazione, rispetto dell’ordine costituito e della nostra Costituzione. Questa classe politica è illegittima e usurpatrice, è stato sancito anche dalla Corte Costituzionale. Atti fatti e patti fatti presi in nome del popolo italiano sono illegittimi. Dal Trattato di Lisbona in poi è tutto nullo (?), vanno restituiti tutti i soldi estorti in base a patti infami, anticostituzionali". 
 (Paola Pierantoni - foto dell'autrice)

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