martedì 16 ottobre 2012

OLI 352: SANITA' - Centro trapianti: tagli che costano vite

In rete sta girando la lettera che segue. Abbiamo deciso di pubblicarla perché da sola racchiude le molte tragedie che i tagli alla sanità stanno provocando: speriamo che contribuisca a orientare le decisioni della Regione Liguria (vedi Il Secolo XIX).


Mi chiamo Sandro Secchi, ho 48 anni, sono nato a Genova, la città dove vivo, e sono malato di leucemia acuta Linfoide. La malattia non ha avuto riguardi: ha deciso quando arrivare e si è presentata senza invito. Credevo di avere al massimo un'ernia discale ed invece in tre giorni mi hanno diagnosticato questa terribile malattia. Non molti anni fa sarei morto in pochi mesi. E basta.
Oggi sono qui a scrivere dopo 4 anni perché all'ospedale San Martino di Genova ho trovato chi mi ha affiancato ed ha affrontato con me e la mia famiglia un percorso terribilmente complesso e tuttora in corso, che mi ha permesso e mi permette di sopravvivere ancora.
L'equipe del prof. Gobbi mi ha accompagnato al trapianto di midollo, che per grazia di Dio mia sorella, abbiamo scoperto, aveva altamente compatibile col mio. Un'altra equipe, quella del prof. Bacigalupo, mi ha preso in carico. Sono stato ricoverato in camera sterile al padiglione 5, un reparto che non esiste più perché si è ritenuto costasse troppo. Sono stati 27 giorni difficili e non tutti siamo usciti vivi. Ma per chi è uscito vivo è stato nascere una seconda volta, dolori compresi. Una seconda possibilità, una luce nel buio, la vita, non semplice magari, ma vita.
Il centro trapianti del midollo di Genova è stato il primo in Italia ed è un grandissimo centro di eccellenza. Da tutta Italia malati di Leucemia, linfomi ed altre malattie onco-ematologiche vengono qui per cercare cure e vita, un vero pellegrinaggio della speranza e del dolore. Qui si sono ideati e consolidati metodi rivoluzionari ed innovativi che stanno via via rendendo sempre più compatibile con la vita tipi sempre più numerosi di trapianto, moltiplicando le possibilità di sopravvivenza.
Ma oggi, dopo aver chiuso il padiglione 5, anche il 6 subisce un pesante ridimensionamento e passa a 14 letti. E tutto questo accadrà a breve, il 14 novembre 2012. Alcuni percorsi preparatori curati e perseguiti con passione e speranza da mesi non potranno più nemmeno iniziare. Per molti tutto dovrá ricominciare presso un altro centro. Per altri non si farà in tempo e, semplicemente, moriranno. Moriranno perché è stato fatto un risparmio semplice ed ottuso, ostacolando pesantemente uno dei migliori centri di trapianto del midollo oggi esistenti. Ci vogliono 10 anni per specializzare infermieri in grado di affrontare la complessità professionale di un reparto come questo, e molti se ne dovranno andare disperdendo questo patrimonio.
Nessun centro trapianti ha subito in Italia tagli paragonabili. Le risorse vanno sicuramente razionalizzate, ma dov'è il senso di cominciare dalle eccellenze, che semmai vanno fatte diventare polo, riferimento, punto di confluenza?
La vita di noi malati non è semplice, tutt'altro. Ma senza quel posto dove sono nuovamente venuto al mondo, senza quel letto che è stato tagliato, non c'è speranza e non c'è vita. E la vita va preservata prima di tutto. O non siamo niente.  
(Sandro Secchi)

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