martedì 28 settembre 2010

OLI 271: CULTURA - Realtà e futuro davanti a sé: Vittorio Foa

Pietro Medioli è riuscito giovedì scorso a superare i confini spazio temporali che racchiudono la figura di Vittorio Foa: ha esteso il tavolo della cucina di Formia attorno al quale amici, conoscenti e accompagnatori di amici mangiavano assieme a lui e Sesa Tatò confrontandosi sulle cose della vita. Buttato giù le pareti che circondavano quel vano, cucina, salotto, studio, cuore di una casa aperta a tutti. Per alcune ore la Casa del Cinema di Roma, in cima a via Veneto, all'inizio del parco di Villa Borghese si è trasformata in tutto questo. Seduti alla tavola, come sempre è stato in casa Foa-Tatò, indistintamente, parenti, politici, studiosi, amici, ragazzi di cui ha accompagnato l'infanzia, tanti che l'hanno conosciuto unicamente attraverso le sue parole e i suoi passaggi.
Il documentario, promosso dalla fondazione Di Vittorio, è stato un viaggio di un'ora attraverso la sua vita tra immagini d'inizio Novecento, inquadrature della Torino d'oggi, eccezionali disegni dal carcere di Ernesto Rossi, filmati della liberazione e della Costituente, l'immancabile cucina di Formia e le montagne amate dall'infanzia della Valle d'Aosta. Tutto questo accompagnato dalle parole di Foa, punteggiate dai suoi "nevvero" e i suoi silenzi carichi di riflessione a non intimorire l'interlocutore, a ricordarci che ascoltare non è solo mezzo per imparare, ma anche per rispettare l'altro da se, vederlo come una risorsa e non un ostacolo. A fargli da contraltare le domande di Federica Montevecchi e Pietro Medioli, i discreti, ma essenziali interventi di sua moglie Sesa.
Così davanti agli occhi dei partecipanti è corsa una vita lunga un secolo, Foa l'avrebbe compiuto il 18 settembre scorso. Una durata quasi eterna, che non è bastata ai sindacati italiani a comprendere che l'unità non è fatta di sole parole, interessi di categorie e calcoli aritmetici, ma di un impegno morale e politico per se e per gli altri al di là delle differenze, per lo sviluppo di una società comune. Un'unità che non è omologazione, ma che nasce dalla diversità. Ettore Scola intervenendo l'ha ricordato, se il pensiero rimane uguale a se stesso, allora si è persa di vista la realtà, il suo fluire. Vittorio Foa aveva realtà e futuro davanti a sé.
Quando le luci si sono accese, lasciando gli spettatori con Vittorio davanti alle sue montagne, tutti avrebbero voluto continuare la cena con lui, sentirsi rivolgere una domanda personale ed attenta, interrogarsi sul futuro.
Potrebbe esserci un dolce a sorpresa, perché non diffondere il documentario nelle scuole, da dove il futuro dovrebbe partire?
(Maria Alisia Poggio)


http://tv.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/per-esempio-vittorio-ricordando-foa-uno-dei-padri-della-sinistra/53236?video

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