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giovedì 7 febbraio 2013

OLI 364: POLITICA – One billion rising a Genova

A Genova, alla Casa delle Donne in Salita del Prione, in questi giorni si svolgono brevi lezioni di danza, una ‘specifica’ danza.
Il motivo sta nel titolo e nelle parole (*) che accompagnano la musica, break the chain, spezza la catena: la catena della violenza sulle donne.
Appena arrivate nella sala, prima di iniziare, le donne guardano perplesse un video scoraggiante per chi non sia adolescente o giovanissima: pare impossibile riuscire a imparare quella sequanza complicata, impossibile imitare quei movimenti veloci ed elastici.
Però non c’è dubbio che si debba e si voglia tentare, e le donne si dispongono in file sotto la guida di Gloria, una giovane e bravissima insegnante di danza.
Incredibilmente, in un’ora di pazienti ripetizioni dei gesti, l’obiettivo è raggiunto.
Si tornerà magari ancora una volta, per mettere a punto i dettagli, ma il fatto è che l’impossibile è diventato possibile.
Altre stanno imparando la sequenza di danza studiandosela attraverso il video didattico che circola in internet.
Questa cosa sta avvenendo in tutto il mondo, e in tutto il mondo il 14 febbraio le donne si riuniranno per ballare su questo ritmo, o per esserci e basta.
Questo flash mob planetario è stato ideato e lanciato dalla scrittrice americana Eve Ensler, ed ha per sigla One billion rising: "Un miliardo di donne violate è un’atrocità, un miliardo di donne che ballano è una rivoluzione, un miliardo di donne che danzano scuoterà la Terra”. Il video che presenta l’iniziativa è da vedere:
  

A Genova la manifestazione si svolgerà alle ore 17.00 del 14 febbraio 2013, in Piazza De Ferrari.
L’hanno organizzata insieme le donne di “Se non ora quando Genova” e della “Rete di donne per la politica”, coordinamento che raccoglie venti associazioni di donne (**): un mondo di diversità che ha trovato la strada per agire insieme.

(*) Le parole di ‘Break the chain’: 
Sollevo le braccia al cielo
Prego in ginocchio
Non ho più paura
Io attraverserò quella soglia
Cammina, danza, sollevati
Posso vedere un mondo
dove tutte viviamo sicure
e libere da ogni oppressione
Non più stupro, o incesto, o abuso
Le donne non sono proprietà T
u non mi hai mai posseduta,
neppure sai chi sono.
Io non sono invisibile,
sono semplicemente meravigliosa
Sento il mio cuore prendere la corsa per la prima volta
Mi sento viva, mi sento straordinaria
Danzo perché amo
Danzo perché sogno
Danzo perchè non ne posso più
Danzo per arrestare le grida
Danzo per rompere le regole
Danzo per fermare il dolore
Danzo per rovesciare tutto sottosopra.
E' ora di spezzare la catena,
oh sì Spezzare la catena
Danza, sollevati
Nel mezzo di questa follia, noi ci ergeremo,
Io so che c'è un mondo migliore,
Prendi per mano le tue sorelle e i tuoi fratelli
Cerca di raggiungere ogni donna e ogni bambina
Questo è il mio corpo, il mio corpo è sacro
Basta scuse, basta abusi
Noi siamo madri, noi siamo maestre,
Noi siamo bellissime, bellissime creature
Danza, sollevati
Sorella, non mi aiuterai?
Sorella, non ti solleverai?
Danza, sollevati
E' ora di spezzare la catena,
oh sì Spezzare la catena

(**) Elenco delle associazioni della ‘Rete di donne per la politica’: Laboratorio politico di donne, UDI Genova 25 novembre 2008, Generazioni di donne, Marea, UDI Genova Biblioteca Margherita Ferro, Società per Azioni Politiche di Donne, Coordinamento Donne CGIL Genova e Liguria, Coordinamento pari opportunità UIL di Genova e della Liguria, Asociazione Usciamo dal silenzio, Rete delle donne per la rivoluzione gentile, AIED, Archinaute, Laboratorio AG-AboutGender, Co.Li.Do.Lat, Legendaria, Gruppo Mafalda Sampierdarena, Il Cerchio delle Relazioni, Arcilesbica, Rete 194.
(Paola Pierantoni)
 

martedì 27 novembre 2012

OLI 358: CITTA' - De Ferrari crocevia: donne, Gangnam style e Palestina

Foto di Giorgio Bergami
Sabato 24 novembre Piazza De Ferrari è stato un interessante crocevia, e forse è proprio questo insieme, questa contemporaneità di eventi, che andava raccontata. Attorno ai gradini di Palazzo Ducale dal primo pomeriggio bandiere, musica araba e un centinaio di persone che manifestavano a sostegno del popolo palestinese e per raccogliere medicinali tramite l'associazione Music for Peace. L’evento più separato e ignorato. Contemporaneamente le donne della “Rete di donne per la politica” e di “Se non ora quando” avevano iniziato ad allestire una iniziativa contro la violenza sulle donne: uno ad uno più di cento di palloncini bianchi sono stati gonfiati, vi è stata disegnata in nero una croce, e sono stati gettati nella fontana, con l’acqua colorata in rosso.
Un palloncino per ogni donna uccisa in Italia dalla violenza maschile. Poi a poco a poco iniziano ad arrivare ragazzine e ragazzini, girano intorno alla fontana rossa che si sta popolando dei palloncini, qualcuno li prende, li tira di nuovo nell’acqua, giocano, non capiscono, e chiedono. Non sapevano cosa volesse dire, che senso dare a quel rosso e a quel bianco. Manifestano stupore, non riescono a credere che i violenti siano quasi sempre dentro la famiglia.
Molte e molti non avevano proprio idea dell’esistenza e della dimensione della violenza verso le donne, solo in pochi casi ne avevano parlato a scuola. Le giovanissime ragazze però si sentono forti: “li mettiamo a posto noi, i maschi!” Una mi dice: “ma adesso tra un po’ come facciamo? Voi fate questa cosa e alle quattro e mezza noi balliamo la danza coreana … ” e mi fa dei gesti ritmici che suppone che io comprenda al volo. Questa volta sono io a non capire.
Nella mia disinformazione nulla sapevo di questo flash mob promosso via Face Book per ballare il ‘Gangnam Style’. Non sapevo che su Youtube il video che ha reso famoso questo ballo ha avuto 825.545.515 visualizzazioni, in assoluto il più visualizzato del mondo, e ingenuamente le dico, beh qui c’è spazio per tutti … Proprio non immaginavo. E ancor nemmeno immaginavo che potesse esserci un anello di congiunzione tra cose tanto diverse.
Lo scopro quando vedo le studentesse del “Gobetti”, anima coreografica dell’evento, indossare delle magliette tutte eguali, con davanti scritto in rosa “Respect, I’m pro woman” e dietro “Ne tocchi una, ci tocchi tutti”. Portano cartelli e scandiscono slogan che si collegano a quelli di anni passati Le donne di oggi hanno memoria, fuori la violenza dalla storia, Abbattiamo il muro della violenza, Col silenzio e l’indifferenza si nasconde la violenza. Alcuni ragazzi al collo portano scritto La violenza sulle donne fa violenza anche a me. Si scopre che se ne è parlato in classe, che le ragazze hanno fatto una ricerca, hanno trovato slogan del passato, e li hanno uniti alle parole e ai gesti del presente.
(Paola Pierantoni - foto dell'autrice e di Giorgio Bergami

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Interviste sul Secolo XIX on line 





OLI 358: LETTERE - 28 novembre: Burlando, Doria e la rete delle donne

Cara Oli,
vi scrivo per informare che "La rete di donne per la politica" mercoledì 28 novembre in Provincia (Sala Consiliare, ore 17, Largo Lanfranco 1) incontra il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e il sindaco di Genova Marco Doria per parlare di violenza maschile sulle donne.
Durante l’incontro, aperto al pubblico e a cui intervengono tra le altre Lidia Menapace e Rosangela Pesenti, la Rete, che raccoglie venti associazioni cittadine, chiederà al presidente e al sindaco di continuare a sovvenzionare i centri pubblici e privati operanti nella nostra Regione e di inserire nella loro agenda politica la Convenzione "No More" contro la violenza maschile sulle donne.
La Convenzione No More - promossa da molte associazioni tra cui quelle impegnate nell’aiuto alle donne maltrattate e ai loro figli - chiede allo Stato italiano e a tutte le istituzioni di prevenire e combattere la violenza contro le donne, finanziando, prima di tutto, i molti Centri nei quali si sono già create competenze preziose. La Rete di Donne per la Politica si batte per l’applicazione di No More segnalando che sia le Nazioni Unite sia il Cedaw (Comitato internazionale per l’eliminazione di ogni discriminazione delle donne) hanno redarguito nel 2011 e 2012 lo Stato italiano per il suo scarso impegno nel contrastare la violenza contro le donne.
In Liguria esistono centri pubblici (istituiti dalla Regione con la legge 12 del 2007) e centri privati. La Rete ha già incontrato il 19 novembre l’assessore regionale Lorena Rambaudi che si è impegnata a sostenere la legge 12 investendo risorse finanziarie e progettuali nei Centri antiviolenza. Nel 2012 in Italia oltre cento donne sono state uccise da un uomo che nel 70 per cento dei casi conoscevano e avevano anche amato: il marito o ex marito, l’ex fidanzato, l’ex compagno, il padre, un altro parente. Nel 2011 sono state 137, significa una donna uccisa ogni 2 giorni.
La Rete di Donne per la Politica è punto di incrocio di molte associazioni o gruppi:  Laboratorio politico di donne, UDI Genova 25 novembre 2008, Generazioni di donne, Marea, UDI Genova Biblioteca Margherita Ferro, Società per Azioni Politiche di Donne, Coordinamento Donne CGIL Genova e Liguria, Coordinamento pari opportunità UIL di Genova e della Liguria, Asociazione Usciamo dal silenzio, Rete delle donne per la rivoluzione gentile, AIED, Archinaute, Laboratorio AG-AboutGender, Co.Li.Do.Lat, Legendaria, Gruppo Mafalda Sampierdarena, Il Cerchio delle Relazioni, Arcilesbica, Rete 194.
Vi ringrazio dell'ospitalità, e mi auguro che le lettrici e i lettori di Oli  raccolgano l'invito.
(Silvia Neonato - Foto di Paola Pierantoni)