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martedì 11 marzo 2014

OLI 401: TEATROGIORNALE - Il gioco

Pavia, ore 1, 25.
Matteo è andato a prendere Guido alla scuola materna e lo ha portato a mangiarsi una cioccolata calda da Luigi, il bar in piazza dove comprava le chewing gummma quanto aveva l’età di Guido e le chewing gummma costavano 20 lire.
 - Papà, perché vieni tu a prendermi e non la nonna?
 - Non sei contento?
 Dice Matteo asciugandogli il muso col tovagliolo.
 - Cosa hai fatto oggi a scuola?
 - Ho fatto il libro dei grandi, quello per andare in prima elementare: devo passare sopra le righe con pennarello.
 - Bravo!
 Matteo conta gli spiccioli che gli sono rimasti in tasca dopo aver pagato la cioccolata.
 - Vuoi fare un gioco con papà?
 La cioccolata è finita metà nella pancia di Guido e metà sulla sua giacca, Matteo la pulisce con alcuni fazzoletti che abbandona dentro la tazza vuota. Padre e figlio si siedono su degli sgabelli alti di fronte a un computer colorato.
 - Come si gioca papà?
 - Bene, allora noi mettiamo questo soldino qua dentro e poi schiacciamo il pulsante così.
 Il computer si illumina, Guido ride, Marco trattiene il respiro, gli occhi si dilatano e il battito cardiaco aumenta.
 … Oggi ha piovuto tutto il giorno, È arrivata la bolletta del gas, Cinzia è incazzata, è sempre incazzata e non si capisce perché, la mamma non può più andare a prendere il bambino scuola perché ha la sciatica, magari però succede qualcosa di buono... 
 Il computer lampeggia, una musichetta trilla, sullo schermo sono comparsi tre limoni, Guido batte le mani e chiede:
 - Abbiamo vinto?
 - Sì.
 Dice Marco soddisfatto.
 - Abbiamo vinto un'altra partita: schiaccia!
 - Questo qui?
 Chiede Guido con orgoglio indicando il pulsante rosso.
 - Con forza, al mio tre: uno, due, tre! Il bambino schiaccia con un'aria seria seria: il presidente degli Stati Uniti non avrebbe avuto un'espressione diversa se avesse lanciato la bomba atomica.
 A Matteo gli si ferma di nuovo respiro
 … come diceva quel film di quando ero ragazzino: non può piovere per sempre… 
 Accenna un sorriso, gli occhi fissi sullo schermo colorato.
 - Ho vinto?
 Chiede Guido guardando il padre. Marco ha la gola secca: non ha vinto! Infila un'altra monetina nella fessura e schiaccia il pulsante rosso.
 - Io, papà. Io devo schiacciare il pulsante.
 - Aspetta.
 Il bambino è aggrappato al braccio del padre. La macchina lampeggia, sembra che gli sorrida.
 - E io papà?
 Il giallo, il rosso, il verde gli ballano davanti invitandolo a continuare, la macchina gli sussurra ancora e la sua voce è un linguaggio morse luminoso. Il braccio del bambino è pesante. La frutta balla leggera davanti ai suoi occhi mentre schiaccia automaticamente il pulsante di puntata massima, le monetine scivolano dentro la sua fessura sempre accogliente, il bambino è caldo, appiccicoso, lo trascina verso il basso.
 - Sì, aspetta. Lo vuoi un gelato?
 … Dentro le vene l'adrenalina corre contro Cinzia, contro la paura. Ma di cosa ha paura? Che la mamma muoia? Che Cinzia lo lasci? Di svegliarsi un giorno ed essere solo. Deve smettere di correre (devo smettere di correre), deve respirare (devo respirare), non può piovere per sempre (non può piovere per sempre). Una voce dentro di sé gli dice di smettere! (Smettila!)
Si ferma, si guarda intorno con nonchalance, si asciuga le mani sui jeans, fa un passo in dietro tanto che il bambino si sbilancia, lui lo sostiene prontamente, gli sorride.
 - Dai forza, l'ultima monetina è tua.
 La monetina scompare nella fessura, Guido schiaccia il pulsante rosso guardando il padre, la macchina sembra delusa e pigramente mostra tre frutti disuguali.
 - Ho vinto?
 - No.
 - Ma io volevo vincere!
 Matteo prende in braccio Guido.
 - Domani.
 - Ma io volevo vincere oggi.
 Matteo apre il portafoglio: c'erano 30 euro.
 - Bisognerà passare da un bancomat. Andiamo dai, se no la mamma si preoccupa.
 Fuori piove, Guido saluta la slot-machine con la mano:
 - Ciao, ciao.
Matteo gli tira su il cappuccio, la macchina sorride, tre ciliegie scendono come palpebre luminose.
(Arianna Musso)

Da ilfattoquotidiano.it: "Pavia-viaggio-nella-las-vegas-d'Italia-i-giocatori-ecco-come-ci-riduce-lo-stato".

venerdì 8 novembre 2013

OLI 389: CITTA' - Slot machines, San Bernardino e il Parlamento

Il 26 ottobre, allo Slot Mob, Dominic non c’è.
Era stato tra i primi baristi in città  (OLI 348) a pretendere che il locale di famiglia tornasse alla sua vocazione originale: somministrazione di alimenti e bevande, non un casinò. Un anno e mezzo a tenere botta, aprendo il bar anche per far musica e teatro - con tasse SIAE proibitive – in direzione ostinata e contraria a quelle slots per le quali le enormi entrate non ripagavano i costi pagati dai clienti in termini umani e di dipendenza.
Dominic ha passato il testimone, è andato via e, in quello che era anche il suo locale, sono tornate due macchinette eternamente presidiate da due fedeli innamorati. Chi è rimasto a gestire il bar con le slot potrà pagare l’affitto, lasciando cultura e musica fuori dalla porta.
Allo slot Mob del 26 a Genova si è chiesto ai consumatori di scegliere: non tutti i locali sono uguali, anche pensare a dove si fa colazione è un gesto politico. Certo, hanno detto gli organizzatori, senza voler demonizzare chi ha scelto le slot – in molti casi necessarie per la sopravvivenza dell’esercizio stesso – ma con la volontà di premiare chi riesce a non metterle.
Ma tutto questo quando è iniziato?
In rete si trovano alcune date
“1997 vengono la doppia giocata di Lotto e Superenalotto e le Sale scommesse
1999 investitura ufficiale per il Bingo
2003 spazio in Finanziaria alle Slot machine
2005 (Finanziaria) la terza giocata del Lotto, le scommesse Big Match, le scommesse on line
2006 (decreto Bersani) i nuovi corner e punti gioco per le scommesse”
Oggi in Italia si contano 400mila slot machines
Ogni decisione per favorire la diffusione del gioco d'azzardo in Italia è stata presentata, condivisa e avvalorata in Parlamento.
Maria Carla Italia, della Consulta comunale contro il gioco d'azzardo, garantisce che le istituzioni sono a fianco della società civile in questa battaglia e che i cittadini non sono soli perché ognuno deve fare la sua parte. In arrivo il progetto sulla vetrofania unica da appendere nelle vetrine dei locali senza macchinette e l'organizzazione di una giornata nazionale di riflessione, programmata il 20 maggio, data in cui si festeggia San Bernardino da Siena noto per i suoi sermoni contro il gioco gioco d'azzardo.
I cittadini non sono soli.
A Dominic, rimasto senza lavoro, rimane San Bernardino.
(Giovanna Profumo - santino da Internet)

giovedì 31 ottobre 2013

OLI 388: PAROLE DEGLI OCCHI - Tiro alla slot

(foto di Giovanna Profumo)
Genova, 26 ottobre 2013 - Via Cairoli - Slot Mob, per sensibilizzare i cittadini contro l'estrema diffusione delle slot machines nei locali pubblici. Con un calcio balilla e il tiro alla fune, improvvisati per strada, si è voluto ricordare che un altro gioco è possibile.

martedì 19 giugno 2012

OLI 348: CITTA' - La sfida: musica e cultura contro le slot machines

Domenica sera, passando davanti al bar Continental, angolo tra S. Lorenzo e Via Cavour, si poteva vedere l'insolito spettacolo di avventori al bancone o seduti ai tavoli che, mentre bevevano gli aperitivi, assistevano ad una rappresentazione teatrale costruita su testi di Edgar Lee Masters ed Italo Calvino, messa in scena all'interno del bar da una compagnia amatoriale.
Solo pochi mesi fa, invece, dalle vetrine si potevano vedere solo clienti ossessivamente impegnati alle slot machines, e l’atmosfera del posto risultava parecchio scoraggiante.
Un cambiamento sensibile e coraggioso in anni come questi, in cui le slots hanno invaso i bar, e dove si assiste al proliferare delle sale gioco.
Al termine dello spettacolo parliamo con Dominic, il nuovo e giovane gestore, di questo cambiamento, visibile anche nella estetica del locale, che l’arte e la disponibilità di un amico hanno decorato con le grandi figure del rock e del jazz: Jimi Hendriks, John Lennon, Janet Joplin, Satchmo. Gli chiediamo come sta andando.
Ci risponde che è una scommessa molto, molto difficile. Infatti, con un affitto di 3600 € al mese (Iva inclusa), a cui aggiungere le spese per utenze e personale, non è facile rinunciare al guadagno delle slots, e puntare ad un radicale cambiamento della clientela.
Tanto per dare un’idea, su La Repubblica del 1 marzo, Corrado Zunino nel suo articolo “L’azzardo è come il fumo. Basta agli spot sui giochi” parla di una rinuncia, in media, di 20.000 € all’anno per i gestori che vogliano espellere le macchinette.
Inoltre lo sforzo di qualificare un locale con attività musicali e culturali si scontra col fatto che - come ci dice  Dominic - queste serate sono, quasi senza eccezione, in perdita.
Girando tra i blog troviamo un coro di conferma alle sue parole: chi ha un locale il più delle volte con la musica dal vivo ci rimette, e chi suona ci guadagna un’elemosina.
Gli unici a godere, a quanto pare, sono l’Enpals (l’Ente di previdenza per i lavoratori dello spettacolo) che prevede un’aliquota contributiva del 33% (!) a serata per ogni artista anche se già assicurato Inps e suona gratis, e comunque con un onere minimo di 15€, e la Siae, il cui sito informa che la tariffa dovuta è pari al 10% dell’incasso lordo, con un minimale di 94€ per un locale con meno di 100 posti. 
Certamente le vecchie facce che non si fanno più vedere, e quelle nuove che ora frequentano il locale sono una soddisfazione e una gioia, e dimostrano che la scommessa era giusta, ma praticare questa strada di rinascita richiede un entusiasmo che sfiora la temerarietà.
Senza modifiche legislative che riducano le rendite di posizione, la battaglia di chi prova a combattere l’azzardo puntando su musica e cultura è troppo solitaria e rischiosa.
(Paola Pierantoni - Foto di Giovanna Profumo)