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martedì 6 marzo 2012

OLI 334: CITTA' - Un pony express per i Municipi del Levante

Capo San Rocco a Priaruggia
E’ tempo di elezioni e con il sottosopra che c’è stato ci si dimentica che si rinnovano anche i rappresentanti di quartiere, ma iniziative e incontri fervono. A Levante capita d’incrociare la pizza dell’assessore, il carnevale in piazzetta, l’evento letterario e persino l’incontro segreto ma non troppo fra le associazioni sportive e l’assessore comunale al Demanio Farello. Ognuno perora il suo orticello, chi vuole la scaletta, chi il dragaggio, chi la sabbia e compare pure la signora ex assessore, avvisata all’insaputa dell’altro, mentre il Municipio dichiarerà poi di esserne all’oscuro. Nell’occasione Farello rende noto che è prossima l’approvazione della delibera sul Demanio e così alcuni cittadini gli chiedono che ne pensa del loro lavoro sul litorale in collaborazione con il Municipio. "Mai ricevuto", è la risposta.
Forse occorre un pony express per comunicare.
Ancora a Levante, ecco Margini, assessore ai Lavori Pubblici del Comune, per il progetto di Capo S.Rocco, promontorio di Priaruggia un po’ inselvatichito e trascurato: l’assessore al Municipio Alfieri presenta un piano con scale alla Wanda Osiris e terrazzamenti in cemento, lampioni da set, per via della sicurezza, uno stravolgimento delle proposte ecosostenibili elaborate (gratis) da residenti, esperti volontari. Per il sito, primo laboratorio di biologia marina in Italia nel 1912, si suggerivano ad esempio scala, piattaforma e panchine in legno con accesso libero a tutti, rispettoso di passeggini e carrozzine per disabili.
Il progetto dell'Arch. Salvagno 
Dove sono finite tali proposte? Margini non le conosce ed Alfieri ammette che non sono state inoltrate, si è preferito lasciar fare al Comune: "D’altronde è loro compito" dichiarerà in seguito "che ci stanno a fare sennò? E i tempi erano stretti".
Ma le proposte giacciono lì da due anni!
Margini fa da paciere, chiedendone l’invio, si cercherà di fare “sintesi”.
Mercoledi 29 febbraio si è svolto l’incontro e sabato 3  il Mercantile dedica mezza pagina al progetto “leggero” senza Wc che sporca, niente doccia per la spiaggia libera e stop al bar, che richiamerebbe assembramenti. A raccontarlo è Alfieri, che assicura l’inizio lavori prima delle elezioni "ma non per fare pubblicità". Intanto si candida per il Comune.
A quale progetto si riferirà? E perché non lo ripuliamo solo un po’questo Capo?
"Un angolo di paradiso" , assicura, grazie al Municipio, pensando al benessere dei cittadini, arruolati in percorsi partecipati che poi si lasciano nei cassetti.
Così in altro contesto la bionda consigliera Pd del Municipio Medio Levante evoca una suggestione di spiagge libere per tutti, bambini e disabili, parla d’inclusività, di ascolto dei cittadini…
Lei, che da dieci anni siede nel parlamentino di centro destra, forse era distratta, si sarà votata a sua insaputa (all’insaputa dei cittadini) l’unanimità per le case sul mare al Lido e alla rimessa di Boccadasse.
Mai un rimpianto del Municipio per i chilometri di spiaggia occupata in corso Italia,dove c’è una sola spiaggia libera, (S. Giuliano) e gli accessi sono un terno al lotto. Anzi il Municipio si è inventato un passo carrabile ma non per chi ha necessità vere: le sbarre in Lungomare Lombardo. un tempo con lucchetto, vengono ora rimosse da signore in city car, che parcheggiano comodamente insieme a quelli dell’AAA, Associazione Arma Aeronautica, che non paghi del privilegio delle casine sul mare, piazzano pure la Smartina sui sanpietrini dell’area pedonale.
(Bianca Vergati - foto archiportale.it)

martedì 14 febbraio 2012

OLI 331: PRIMARIE - Marco Doria e i "radical chic"

Seggio delle primarie presso la casa di quartiere “Ghett-Up”, in Vico della Croce Bianca. In coda con gli altri una signora impossibile da ignorare: per tutto il tempo dell’attesa, una decina di minuti, parla a voce molto alta, girandosi di qua e di là per cercare di coinvolgere le altre persone in coda “Io voto Marta Vincenzi, è l’unica da votare. La Pinotti no, per l’amor del cielo, e Marco Doria è un bravo ragazzo, ma poverino, la mafia del partito se lo mangia, non gli faranno fare nulla” . L’improvvisato spot viene ripetuto più volte, con leggere variazioni, senza suscitare particolari reazioni.
Solo quando la signora aggiunge “E poi lo vota solo un gruppetto di radical chic”  si innesca un cortese scambio con una donna in coda davanti a lei: “Io veramente radical chic non sono. E voto Marco Doria …”.
L’episodio è minimale, ma qualche campanello risuona quando anche un importante esponente del Pd, Mario Margini, accosta questo termine ai sostenitori di Doria, descritti come “Sel, radical chic, movimenti, senza tessera, personaggi come don Gallo e Vendola”. Un accorpamento un po’ freak in cui si coglie una nota svalutativa; come dire: con un panorama come questo sarà dura vincere le elezioni.
Del resto Doria viene descritto su La Repubblica del 14 febbraio come “Il marchese che piace ai rossi e alla borghesia che conta”, sottolinenando che “ha raccolto consensi nei quartieri più esclusivi della città”.
Ma ascrivere le ragioni del successo di Marco Doria ai movimentisti romantici e alla ricca borghesia è una deformazione che taglia fuori la categoria forte che ha reso davvero possibile la sua vittoria alle primarie: cioè persone non etichettabili con le categorie di cui sopra, di origine italiana e non, di attività ed età svariatissime, benestanti e non, che abitano in tutti i quartieri di Genova, popolari e non; persone che sono state convinte attraverso una campagna condotta da moltissimi volontari, con pochi soldi, nessun apparato, e nessun aiuto da parte degli organi di stampa.
Lo sconcerto sistematico del Pd di fronte a queste sconfitte mai messe in conto, dalla Puglia, a Milano, a Napoli, e ora a Genova, nella grande diversità delle situazioni, è comunque frutto dello stesso fraintendimento della realtà, a cui viene sostituita un’immagine ingannevole, costruita in un ambito chiuso ed autoriferito.
Nella piazza dei festeggiamenti c’erano persone molto normali che ti raccontavano una “grande gioia”, perché avevano molto lavorato, avevano vissuto insieme “una esperienza bellissima”, e ce l’avevano fatta contro le generali aspettative.
Che c’entra questa gente con i radical chic evocati dall’anonima elettrice del Ghetto, e dal noto politico Pd?
(Paola Pierantoni - foto dell'autrice)