sabato 11 giugno 2016

OLI 429: TEATROGIORNALE - Al parco giochi

La mamma con la sua bambina esce per andare al parco giochi.

 – Stai vicina alla mamma, tesoro, dai sempre la mano, che in strada ci sono le macchine che sono grandi e possono fati tanta, tanta bua.-  La bambina è vestita di rosa con una grande “Anna” disegnata sulla maglietta, sorride e tiene stretta la sua manina in quella della mamma.
 – Quando arriviamo al parco non devi mai perdere di vista la mamma.
 – Ci sarà Camilla?
 – Penso di sì tesoro, ho sentito la sua mamma oggi a pranzo, dopo l’asilo venivano anche loro al parco.
 – E Consuelo?
 – Chi è Consuelo, cara?
 – Una mia compagna di asilo.
 – Non lo so, ma se la vedi fammi conoscere la sua mamma.
 – Io non la conosco la sua mamma, viene sempre con il papà.
 – Anche il papà va bene, anche se non credo che verranno al parco, tesoro.

 Arrivano ai giochi, Camilla è già lì che la aspetta e le va incontro con due mini pony pieni di mollettine glitterate.
 – Hai sentito di ieri? Chiede la mamma di Camilla alla mamma di “Tesoro”, è una ragazza sui trentacinque anni, capelli corti e i-phone.
 – Mi è arrivato un what’s up e non ci volevo credere.
 – Credici, la mamma di Carlotta è una mia cara amica, non è una che si inventa certe cose.
 – Ma è vero che è rumena?
 – No, italiana. Sembra rumena perché è bionda ma no, è italiana, non ha un accento straniero. – Magari è nata in Italia.
 – La mamma di Carlotta mi ha detto che si chiama Elisabetta, lo ha chiesto e poi ha un ciondolo con scritto Elisabetta.
 – Incredibile, peccato che non l’abbia fotografata.
 – Chi?
 – Questa ragazzina che voleva rubare Carlotta!
 – Tredici anni e rubare i bambini…Pensa che stava giocando con Carlotta, la teneva per mano e poi, pian pianino si stava allontanando. La mamma di Carlotta gli ha urlato : “Che fai?”
 – Meno male che è una mamma attenta, se no, chissà dove finiva… – Te lo dico io dove finiva… Comunque questa gli ha risposto: “è con me!”
 – Cosa? è con me? Ma che sfrontata… è con me?
 – Allora la mamma di Carlotta gli si è avventata contro
 – Come minimo
 – Poi Carlotta ha cercato di scappare
 – E quella?
 – Non la lasciava andare. Ed è scappata.
 – Chi?
 – La rapitrice.
 – E Carlotta?
 – Per fortuna è riuscita a divincolarsi.
 – E allora come ha fatto a sapere che si chiama Elisabetta?
 – L’ha rincontrata nel parco.
 – Cercava di rubare altre bambine, come minimo.
 – E allora la mamma di Carlotta, anche se a quel punto mi sono unita anche io ed eravamo in otto e l’abbiamo accerchiata così che non potesse più scappare…
 – Brave!
 – Le ha chiesto: “Come ti chiami? Sei qui da sola o hai dei complici?”
 – E quella?
 – E quella ha detto che era al parco per giocare e il padre la aspettava fuori, allora ci siamo tutte girate verso l’uscita e quella è scappata di nuovo. Sono furbe.
 – E siete andate fuori?
 – Sì, certo era pieno di macchine che aspettavano, dentro ogni macchina un uomo solo. Il motore acceso, pronti a fuggire.
 – Meno male, meno male che la mamma di Carlotta è attenta.

 La mamma di Camilla apre la bocca, gli occhi le si riempiono di terrore e urla. Urla più forte che i suoi polmoni da ex fumatrice di Marlboro prima della gravidanza le possano permettere.
La mamma di “Tesoro” si gira e lo vede: Un uomo di una quarantina d’anni è chino sulle loro bambine e le sta accarezzando sulla testa.
L’urlo congela la scena per qualche istante prima che l’uomo alzi gli occhi e veda le due donne che gli piombano addosso. Istintivamente abbraccia le bambine per proteggerle da quelle che sembrano due folli in preda a una crisi, aggravando così la sua situazione. Una terza donna che è seduta lì vicino, che anche lei ha ricevuto un post di Facebook il giorno prima, in cui si spiegava la terribile emergenza rapimenti dei bambini nei parchi, si avventa sull’uomo con una borsa piena di succhi biologici e merendine al farro, sbattendogliela ripetutamente sul viso. Contemporaneamente la mamma di “Tesoro” fotografa il rapitore con il suo Nokia e condivide l’immagine su Facebook e Twitter digitandoci sotto: “Chi conosce quest’uomo? Ha cercato di rapire mia figlia”.
Nel giro di sedici ore l’uomo fotografato perderà il posto di lavoro, ora però è caduto bocconi a terra e sei mamme, altre tre sono soccorse nel frattempo, hanno iniziato a tirargli calci e pugni per non farlo rialzare e tutte chiamano contemporaneamente la polizia.
 Nessuna sente le bambine piangere, sopratutto Consuelo che sussurra:
 – Papà.

Dal secolo XIX: “Voleva rapire due bambine al parco: giallo su what’up”

  Arianna Musso

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