mercoledì 15 maggio 2013

OLI 377 - PALESTINA: La Nakba di ieri, la catastrofe di oggi

Il 15 maggio 1948 l'esercito sionista ha invaso i territori palestinesi impossessandosi delle terre, delle case e del futuro del popolo palestinese. Almeno 800mila persone sono state espulse dalle loro case e sono state costrette a vivere nei campi profughi. Chi non è riuscito a scappare o chi si è ribellato, è stato ucciso.
Più di 500 villaggi palestinesi sono stati evacuati e completamente distrutti.
 Il 15 maggio per i palestinesi è il giorno della “Al Nakba”, che significa in arabo “la catastrofe”, il ricordo di una vera e propria pulizia etnica in cui lo scopo non era solo annientare la popolazione ma cancellare il popolo palestinese dalla storia e dalla memoria con l'eliminazione di foto, documenti e testimonianze
“I vecchi rifugiati moriranno e i giovani dimenticheranno” affermò David Ben Gurion, primo ministro di Israele all'epoca; oggi nel mondo si contano 6 milioni di rifugiati palestinesi che vivono in campi profughi sia all'interno della Palestina che nei paesi limitrofi (Siria, Giordania, Libano) spesso in condizioni disumane, e non hanno nessuna intenzione di dimenticare la loro storia anche se non gli è ancora permesso di tornare nelle loro case d'origine nonostante la risoluzione ONU 194 approvata l'11 dicembre 1948 che cita nell'art.11 “...ai rifugiati che desiderano tornare alle loro case e vivere in pace con i loro vicini dovrebbe essere consentito di farlo al più presto possibile...” mai messa in atto.
La Nakba per il popolo palestinese non è mai terminata, ancora oggi il governo israeliano, attraverso politiche razziste, di apartheid costringe i palestinesi a lasciare la loro terra e le loro case per la costruzione di colonie.
Lo sradicamento di ulivi, il furto dell'acqua, l'impedimento di viaggiare liberamente sul proprio territorio, fanno parte dello scenario quotidiano palestinese. Chi si ribella a questa politica oppressiva viene arrestato. Ogni anno, il 15 maggio, mentre lo stato ebraico festeggia la nascita dello Stato d'Israele, i palestinesi commemorano il giorno della Nakba anche per rinnovare il sogno che hanno in comune tutti i rifugiati palestinesi: il ritorno nelle loro case.
Il 15 maggio 2013 a Genova ricorderemo il 65° anniversario del giorno della Nakba con la proiezione del film “Roadmap to Apartheid” alle h.21 in p.zza Posta Vecchia e il 17 maggio 2013 alle ore 17,30 con un presidio in p.zza San Lorenzo.
(Maria Di Pietro - foto da internet)

2 commenti:

  1. In questo articolo ci sono parecchie inesattezze storiche che non fanno certo il bene dei Palestinesi.
    Il termine al-nakba non si riferisce solo alla data del termine del mandato britannico (15 maggio), ma a tutta la guerra Arabo Israeliana del 1948. Questo per 2 ragioni, la ingiusta spartizione dei terreni nella definizione dei due nuovi stati da parte dell'ONU e ancor più l'impossibilità della nascita dello stato palestinese a causa dell'occupazione da parte della Transgiordania del territorio cisgiordano (che porterà alla nascita della Giordania) e della Striscia di Gaza da parte dell'Egitto. Questi territori rimangono sotto dominio giordano ed egiziano fino alla guerra dei sei giorni, nel 1967, quando vennero occupati da Israele. Dopo il 1967 si parla di profughi palestinesi nel senso che si dà oggi al termine.
    Quando finì la guerra del 1948 Israele e la Transgiordania si spartirono la parte assegnata dall'ONU allo stato palestinese come accade purtroppo dopo molte guerre, e l'affermazione di Ben Gurion si riferisce a quella parte di Cisgiordania conquistata nel 1948 e mai più rivendicata dai Palestinesi, anche perchè la Cisgiordania come la conosciamo oggi era stata annessa dalla Transgiordania, che da allora assunse il nome di Giordania. La stessa Striscia di Gaza prima della guerra del 1948 era molto più vasta dei quella occupata dall'Egitto con gli accordi del 1949.
    Ultima cosa: dall'articolo si desume che tutto avvenne il 15 maggio, con rapidità e ferocia balcanica, mentre fu un processo lungo iniziato da mesi e continuato anche dopo quella data. Oltre tutto Israele aveva dichiarato l'indipendenza il 14 maggio, mentre il 15 è la data in cui i soldati libanesi, siriani, iracheni, egiziani e transgiordani hanno invaso Israele alla scadenza del mandato britannico sulla Palestina, quindi forse l'unico giorno in cui l'esercito con la stella di Davide è stato sulla difensiva... Ciò non toglie che la data abbia una grande importanza simbolica, ma da come viene presentata nell'articolo sembra il giorno dell'invasione della Polonia...
    Scusate la mancanza di concisione, e continuo a leggervi con immutato interesse.
    Dario

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  2. Caro lettore ringrazio per l'esatezza della ricostruzione storica che descrive; l'articolo non vuole fare un'analisi storica della guerra israelo palestinese del '48 ma e' una fotografia di quello che rappresenta il 15 maggio per i palestinesi che ogni anno in quella data commemorano il giorno della Nakba. L'articolo descrive quello che c'e' stato dietro al 15 maggio e lo paragona a cio' che succede oggi a livello di violenze e oppressione.
    Mi dispiace se e' stato spiegato male
    maria

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