mercoledì 24 aprile 2013

OLI 374: TEATROGIORNALE - Il presidente degli Stati Uniti


Usa, lettera con sostanza velenosa recapitata a Obama

[Il Teatrogiornale è un racconto di fantasia liberamente tratto dalle notizie dei giornali]


Sono le sei e quindici, il Presidente degli Stati Uniti è già sveglio, sta facendo colazione: succo d’arancia, caffè, pane tostato con prosciutto. Sta leggendo sul suo Ipad la rassegna stampa che il suo staff ha già ridotto. Ridacchia. Fratelli Craxi: “Se papà capo dei ladri, Amato vice-ladrone”.
-Italiani- pensa il Presidente e annusa la sua tazza di caffè, – se non esistessero bisognerebbe inventarli.-
Nel suo staff c’è qualcuno che vuole distrarlo da: “No del Senato. Obama: giorno vergognoso”.
Michelle è entrata in cucina, ha i bigodini in testa.
Squilla il telefono. Il Presidente risponde. Posa la tazza. Guarda la moglie e dice:
-Chiama le ragazze.
Michelle rimane ferma a guardare suo marito. Poi si gira e corre su per le scale. Mentre sale chiama Carmela. C’è una valigia in ogni armadio, una piccola valigia grigia. La valigia per l’ora x. La Clinton le aveva detto di prepararla. Una valigia scaramantica da utilizzare in caso di attacco agli Stati Uniti D’America e di evacuazione della famiglia presidenziale in un luogo sicuro. Tutte le quarantaquattro mogli dei quarantaquattro presidenti degli Stati Uniti ne avevano una nell’armadio.
Le ragazze sono vestite, l’elicottero militare è atterrato. Schermandosi con le braccia e protetti dagli uomini della scorta la famiglia presidenziale sale. Le ragazze vengono messe in fondo all’elicottero, il Presidente e la moglie nella parte anteriore. C’è un protocollo che tutti conoscono a memoria e che tutti eseguono meccanicamente. Michelle guarda suo marito e aspetta. Devono attendere qualche minuto. Tutti i cellulari e i computer non sono più considerati affidabili. Tra qualche istante verrà stabilita la linea rossa.
-Un bicchiere d’acqua, per cortesia.
Chiede il Presidente a un soldato che gli sta vicino. Questo rimane immobile. Forse non ha sentito. Il rumore dei motori è forte. Il Presidente si gira verso un’altro soldato che sta in piedi vicino alla moglie.
-Soldato, è possibile avere un bicchiere d’acqua?- dice il presidente alzando la voce.
I soldati non fanno segno di aver sentito e rimangono immobili a guardare dritto davanti a loro.
Il Presidente si guarda attorno, in cinque anni non gli era mai capitato che qualcuno non eseguisse i suoi ordini. Persino da Senatore c’era sempre qualcuno pronto a dargli il suo bicchiere d’acqua. Lui beve tanto, bisogna bere tanto.
‘E un momento tragico per il paese. Si alza, guarda i soldati.
-Grazie a tutti voi per l’aiuto che date a me e a tutta la nazione.
Nessuno lo guarda o fa segno di averlo sentito. Il presidente osserva le facce dei soldati. Ci sono solo soldati bianchi. Dritti nelle loro uniformi, armi alla mano. Nessuno lo guarda. Sono tutti bianchi.
Il Presidente fa un passo avanti per uscire nel corridoio tra le poltrone.
Un soldato gli sbarra la strada col mitra.
Il Presidente guarda la moglie che lo guarda.
L’elicottero si alza in volo.


(Arianna Musso - foto da internet)

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