giovedì 14 marzo 2013

OLI 369: ARGENTINA - L'unica lotta che si perde è quella che si abbandona

Foulard bianco, sguardo vispo, passo deciso, Hebe de Bonafini, Presidente delle Madres de Plaza de Mayo, arriva a Genova per incontrare la città. Due giornate di conferenze, letture, musica, rappresentazioni teatrali dedicate alle Madres.
L'associazione è nata in Argentina durante la feroce e sanguinosa dittatura militare che tra il 1976 e il 1983, con a capo il generale Videla, ha represso, torturato ed ucciso parte della popolazione argentina, soprattutto giovani, che si opponevano alla dittatura militare: oltre 30mila desaparecidos, 1 milione di esiliati, 9mila esiliati politici, 15mila persone fucilate per strada per sostenere un progetto economico neoliberista messo in piedi dall'estrema destra argentina con l'appoggio della CIA.
Con un foulard bianco con scritto il nome del proprio figlio scomparso, le madres sono scese in piazza per la prima volta 36 anni fa marciando in silenzio intorno al monumento di Plaza de Mayo, dove ha sede il palazzo del governo nella Casa Rosada di Buenos Aires. All'inizio i militari sparavano loro addosso, le picchiavano, le chiamavano le pazze, queste donne comuni, casalinghe che con gran coraggio hanno sfidato i carnefici della dittatura chiedendo giustizia per i loro figli. 
"Non continuiamo a lottare solo perché vogliamo più giustizia, abbiamo un impegno con i nostri figli, vogliamo continuare a fare quello che loro facevano: lavorare e lottare per un uomo nuovo, una società più giusta, per questo abbiamo creato l'università, la rivista, il centro culturale, la libreria, la biblioteca, la radio ora stiamo facendo le case per le donne violentate;  c'è molto da fare in questo mondo" afferma con passione Hebe de Bonafini "chiedo a tutti di lavorare e di lottare per un mondo senza differenze, dove la pace non sia un reclamo ma una realtà che venga insieme alla giustizia... Per favore ascoltiamoci, ascoltiamo la nostra voce, guardiamo i nostri volti, accarezziamoci per favore, chiediamo all'altro cosa ti succede, di cosa hai bisogno e sentiamo quello che passa agli altri per sentire cosa passa dentro noi stessi. E quando vi fa così male il sangue per quello che succede all'altro e da lì che cominceremo a fare un uomo nuovo e rivoluzionario"

Hebe oggi ha 84 anni, è una delle più giovani delle Madres, dichiara che ha voglia di continuare a lottare per questo mondo per cui tanti hanno dato la loro vita.
"La vita è lotta. E la lotta inizia con la nascita di una persona e termina con la fine della sua vita"  mi dice, e lei la dura lotta la conosce molto bene, la sua è nata in nome di ciò che di più caro le è stato brutalmente strappato; dopo la scomparsa di 2 suoi figli e di sua nuora Hebe non si è fermata un attimo nella ricerca della verità, per ottenere giustizia e non vendetta, anche quando nel 2001 sua figlia Alejandra fu brutalmente torturata. 
A Genova Hebe si rivolge ai giovani e li esorta: "A tutti i giovani del mondo chiediamo di fare politica, che non credano che la politica sia "mierda", ma il modo per cambiare le cose per un mondo più giusto. Se volete un mondo migliore dovete lottare... Perché la giustizia e la pace siano un diritto e una costante..."
(Maria Di Pietro - foto dell'autrice e da internet)

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