giovedì 28 febbraio 2013

OLI 367: TEATROGIORNALE - L'ultima corsa

Immagine da internet
Da BlizquotidianoCorreva nudo in autostrada

Un ragazzo dalla pelle chiara, muscoloso anche se non grosso, corre nella notte. I piedi nudi si appoggiano ritmicamente sulla linea bianca tratteggiata sull'asfalto. Attorno guardrail, oltre vi sono campi piatti circondati di buio.
Il ragazzo nudo corre sull'asfalto e non pensa a nulla. Un piede dopo l'altro. Quando i piedi sono entrambi sospesi in aria, a volte chiude gli occhi. Inspira. Sono brevi istanti di stupore in questa fuga silenziosa, inesorabile. Il pene sbatte tra le cosce; gli occhi sono rivolti verso il nero orizzonte. Nonostante il freddo il ragazzo inizia a sudare. Corre.
Davanti a lui arriva una luce. Lui guarda la luce e continua a correre. Non aumenta il ritmo, non si ferma. Un piede dietro l'altro, una striscia bianca in mezzo all'autostrada. La luce è vicina, così vicina che non può non vederlo. Ispirando alza entrambi i piedi da terra, per un istante chiude gli occhi. Riappoggia il piede destro sull'asfalto che subito si risolleva: sbatte la testa contro il parabrezza che esplode.
Il ragazzo nudo vola in alto e cade in un campo distante diversi metri. La macchina continua a correre tra un guard rail e l'altro fino a che il rumore della carrozzeria è sovrastato dalle urla sorprese di chi ha rischiato la vita.
Oltre la strada, nel buio, un battito d'ali si specchia negli occhi chiari del corridore nudo e il suo cuore smette di pulsare.
(Arianna Musso - immagine da internet)

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