martedì 13 novembre 2012

OLI 356: LIBRI – Grecia, omicidi al tempo della crisi

La crisi finanziaria in Grecia non costituisce certo un argomento insolito, negli ultimi mesi quasi quotidianamente i mezzi di comunicazione ci hanno aggiornato su provvedimenti governativi, attività della troika, scioperi generali, disordini in Piazza Sintagma. Il panorama politico vede una profonda radicalizzazione delle posizioni: attualmente nei sondaggi il primo partito greco è la sinistra radicale di Syriza (23%), seguito dai conservatori di Nea Demokratia al 20%, al terzo gradino troviamo il partito filo-nazista Chrysì Avgì (Alba Dorata) con il 10,4%, mentre il partito socialista Pasok occupa solo il quarto posto, con un misero 7,5%.
Solo visitando la Grecia o parlando con chi ci vive, ci si può però rendere conto delle reali difficoltà che sta affrontando il popolo di questo paese: moltissimi negozi con la scritta “VENDESI” o “AFFITTASI”, pensionati che devono conciliare una pensione di 700 euro con un affitto di 300, liberi professionisti che hanno visto “evaporare” i loro clienti, spaventati dal clima di incertezza (“non abbiamo mai la certezza che l’ultimo provvedimento che taglia stipendi e pensioni sia davvero l’ultimo”, è lo sfogo di un amico). Uno spaccato della situazione ci viene fornito nelle ultime fatiche letterarie di Petros Markaris, scrittore di gialli famoso in Grecia e largamente tradotto anche in Italia.
I suoi ultimi romanzi, Prestiti scaduti e L’esattore, sono episodi di una trilogia dedicata alla crisi finanziaria greca.
In Prestiti scaduti, il commissario di polizia Kostas Charitos indaga su una serie di assassinii nel mondo della finanza, facendo quotidianamente i conti con cortei, scioperi, traffico bloccato ma, tra le pieghe della trama poliziesca, si avverte chiara la presenza di una sorta di corrente sotterranea rabbiosa contro banchieri, profittatori, politici, rei di avere “corrotto” il popolo greco: Petros Markaris, contro lo scoramento e la rabbia, in un incontro che si svolse a Genova nello scorso dicembre (OLI 324), invocava una sorta di rinascita culturale, ma nei suoi romanzi prevale il pessimismo.
(Ivo Ruello)

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