martedì 9 ottobre 2012

OLI 351: COMMIATI - Tamburelli è andato via

1979, Tamburelli con la bandiera della Flm
Capita che alcuni funerali laici riescano a dare piena dignità a chi muore. Avviene quando la comunità a cui quella persona appartiene e che include, ma non si esaurisce, nella sua famiglia, si prende una responsabilità diretta di questo saluto, e, nel momento del lutto, riesce a rappresentare la vita.
E’ successo venerdì 5 ottobre per Giampiero Tamburelli, operaio, per quaranta anni delegato di fabbrica dell’Elsag, e poi volontario nella Fiom-Cgil.
Piazza Baracca bloccata dalla folla, piena delle persone che con Tamburelli avevano lottato, lavorato, scherzato nel corso di quaranta anni lunghissimi in cui tutto è cambiato. Non mancava quasi nessuno nemmeno tra chi, tanti anni fa, aveva condiviso con lui gli anni belli del sindacato, lavoratrici e lavoratori, ex delegati di quel Consiglio di Fabbrica degli anni ‘70, chiamati da una rete di contatti che si è messa in moto e ha raggiunto chi era in pensione da anni, lontano ormai da qualunque attività sindacale, e anche chi da tempo non abitava più a Genova. Si sono riviste persone che non si incontravano da almeno trenta anni, e questo rivedersi è stato bello perché tra i saluti, gli abbracci, i riconoscimenti reciproci che avvenivano dopo qualche incertezza, con l'imbarazzo dei cognomi dimenticati,  circolava chiarissima la coscienza del privilegio che si era avuto a vivere quegli anni, della forza che se ne era ricavata in tutto il corso della vita. Così insieme alla tristezza c’è stata anche la gioia.
Tamburelli in uno stand della Festa dell'Unità
Qualcuno mi ha detto: dobbiamo ringraziare Tamburelli per questo. Infatti non è che questo evento avrebbe potuto succedere per chiunque, e il perché sia successo, tra tanti, proprio per questo particolare sindacalista di fabbrica, che non ha mai smesso di lavorare, lo hanno spiegato le parole di Passalacqua e Burlando che hanno davvero detto quel che andava detto di questa persona: l’intelligenza, la costanza, l’allegria, il senso di responsabiltà, la disponibilità verso gli altri, la profondissima conoscenza della fabbrica.
Tamburelli ed io per otto anni, dal 1973 al 1980, siamo stati compagni nel Consiglio di Fabbrica dell’Elsag. Il fondamento della mia esperienza sindacale, l’alimento per tutti di decenni successivi, si è costruito allora, e Tamburelli era la figura di riferimento più importante. Assolutamente inesperta di sindacato e politica, donna e impiegata tecnica in una fabbrica a nettissima prevalenza operaia e maschile, ho sempre trovato appoggio e sostegno in questa persona così intelligente, lieta, saggia e disponibile.
Tamburelli ti abbracciava volentieri, con forza e allegria, quando ti incontrava. Tra tutti  ricordo l'abbraccio che aveva consolato il mio pianto una volta che ero tornata sconfitta, con tutti i miei cartelli del “Coordinamento donne” in mano, dal tentativo di convincere le operaie della Marconi a portarli in manifestazione.
(Paola Pierantoni - foto dell'autrice)

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