martedì 3 luglio 2012

OLI 350: SOCIETA' - Cartolina dalle Fiandre

La partita è rigorosamente al pub fra amici-colleghi belgi, tedeschi, inglesi, italiani, davanti a una birra, fieri di una Nazionale di calcio, che ridà l’orgoglio di appartenenza, con il timore della sconfitta, la speranza segreta della vittoria. La telecronaca è in una lingua gutturale, quasi cacofonica e si sta assiepati, spiando i vicini di bancone.
Esulteranno per gli errori dell’Italia o applaudiranno comunque il bel gioco?
Sono lì in attesa trepidi, i ragazzi migranti dall’Italia, laurea in tasca e una punta di nostalgia per le pizzate durante le partite di calcio in tv, quando facevano l’università. Ora sono lontani, in giro per l’Europa, non quella del club Med, ma quella del Nord, che li cerca, li recluta, li paga generosamente.
Mentre qui l’Istat sforna le sue statistiche sempre più desolanti sull’occupazione, un giovane su tre senza lavoro, il 36 per cento dei ragazzi disoccupati, il dato più dato di sempre, come recitano i tg, in qualche parte del vecchio continente c’è ancora posto per la nostra gioventù.
Così a Genova si disquisisce da anni sugli Erzelli, solo mattone o altro, andrà o no Ingegneria, ma il Piano scientifico qual è: una favola meravigliosa di cittadella tecnologica come l’isola che non c’è e forse mai ci sarà.
Intanto la terra di Rubens e della sua pittura cupa, chissà perché, forse dipingeva soltanto d’inverno e ignorava volutamente quei cieli azzurri, luminosi, lo smeraldo dei suoi boschi e la lavanda tanto violetta da sembrare finta, ecco, questa terra accoglie e coccola con garbo i talenti venuti da lontano.
Nel verde del parco le palazzine del campus, camerate o piccoli appartamenti, ben attrezzati, internet compreso. A disposizione la club house con terrazza vista lago e impianti sportivi: campi da tennis, calcio, beach volley, palestra e campetto al chiuso. Lungo il canale e nel parco piste ciclabili, che conducono ai laghetti, uno dalla spiaggetta in fine sabbia bianca e l’altro, quasi un chilometro di diametro, ospita le barche a vela.
Chiunque lavora nel Centro di Ricerche può accedere a tutto ciò, biciclette incluse, si organizzano regate, gare di atletica, tornei e i bambini hanno la european school.
Proprio come in Italia, come  per l'IIT (Istituto italiano di tecnologia)  di Genova, collocato a Morego, in un palazzone in cima ad una landa desolata con intorno un po' di spazio di strada sbertucciato per posteggiare..
"Un modello per il rilancio del Paese, che interagisce e funziona con l'Università, un grande inseminatore e integratore della ricerca italiana": così i  tre ministri dell'Istruzione, dell'Economia, dello Sviluppo, in visita il 23 aprile di quest'anno.
E pensare che magari lo si sarebbe potuto collocare in uno splendido campus negli spazi dell'ex ospedale di Quarto, ospitando degnamente le centinaia di ricercatori di tutto il mondo che vi lavorano, un attrattore per venire ad abitare a Genova, per far rivivere questa città comunque bella, nonostante l'arida lungimiranza dei suoi Amministratori.
Persino Angela Merkel si è fatta fotografare accanto ad un robottino dell'IIT
(Bianca Vergati - foto dell'autrice)

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