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Sabato 21 maggio su Rai Tre un servizio tracciava la storia professionale ed umana di Giorgio Bergami. Alcuni anni fa una bellissima mostra a Palazzo Ducale aveva ricordato, attraverso le moltissime fotografie scattate da Giorgio, che si può far poesia e storia con le immagini.
Ora a Palazzo Ducale, presso il Cortile Maggiore, è stata allestita la piccola ma intensa esposizione GENOVA DI TUTTA LA VITA Giorgio Bergami tra cinema e fotografia, curata da Angela Ferrari e Martina Massarente (aperta fino al 29 maggio, ore 10-13 / 15-18),
dove, oltre a foto sulle trasformazioni urbane e sui divi del cinema nella Liguria di mezzo secolo fa, si proietta il
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cortometraggio Genova di tutta la vita, realizzato da Bergami nel 2004 con poesie di Giorgio Caproni, illustrazioni di Lele Luzzati, voce e musica di Gino Paoli.
Il suo archivio fotografico conserva la Genova siderurgica e quella delle piazze operaie, i volti noti e anonimi del centro storico, accanto a quelli di coloro che arrivavano a Portofino. I suoi scatti fotografici hanno registrato sciacallaggio edilizio, mutare politico, culturale della nostra città dagli anni Cinquanta ad oggi. Quando lo si incontra per strada è perché, certamente, deve fotografare qualcosa. Non è mai per caso. E se Genova ha una bella e ricca memoria di immagini, lo deve a lui.
Anna Cassol mi diceva che una testimonianza la città gliela deve. Si tratta di un grazie. E che l’unico modo che la città ha per ringraziarlo è riconoscergli il Grifo d’Oro.
Anna ha ragione.
(Giovanna Profumo)
(Giovanna Profumo)
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