martedì 9 novembre 2010

OLI 277: SOCIETA' - Torte e cardinali, aids e omosessuali

Come in una comica d’altri tempi, monsignor André-Joseph Léonard (qui a sinistra), arcivescovo di Malines-Bruxelles, primate del Belgio e molto probabilmente futuro cardinale (dovrebbe ricevere la porpora da Benedetto XVI nell’imminente concistoro), mentre a Bruxelles stava presiedendo una funzione religiosa il primo novembre per la festa d’Ognissanti, s’è beccato una torta in faccia.
Un video amatoriale su YouTube – cliccatissimo in Belgio e non solo, riproposto anche da molti siti on line di quotidiani e altre newsletter – mostra le sequenza: il canto di un inno sacro con l’alto prelato in piedi sullo sfondo che, mentre attende di riprender la parola, si prende la torta da una persona (non è ben chiaro se si tratti di un ragazzo o una ragazza) che rapidamente si dilegua; zoomata quindi sul colpito che si lecca le dita e si ripulisce, aiutato da suore e fedeli costernate.






Dopo Stanlio & Ollio, Pippo Baudo, Maurizio Costanzo e Bill Gates, ora tocca a un (quasi) Principe della Chiesa subire il dolce sfottò.
Monsignor Léonard ha fatto buon viso a cattivo gioco, dichiarando con magnanimità che non avrebbe sporto denuncia e dicendo spiritosamente che era la miglior torta che avesse mai assaggiato.
Assai meno scherzose sono le sue posizioni pastorali, da un lato concilianti verso i preti pedofili, specie se anziani, dall'altro inflessibili in materia di omosessualità, di aids e più in generale di morale sessuale e temi eticamente sensibili, in linea col suo essere il leader dell’ala conservatrice della Chiesa belga, nominato dal pontefice al posto del progressista Danneels.
Contrario all’uso del profilattico anche nei casi in cui c’è rischio per la vita, ribadisce omofobicamente che gli omosessuali sono”anormali” e sostiene che l’aids è “una sorta di giustizia immanente”, una punizione divina per chi pratica l’omosessualità.
In questo, Léonard non fa che riprendere pari pari quanto già espresso nel 1987 dal compianto cardinale Giuseppe Siri (1906-1989, arcivescovo di Genova dal 1946 al 1987, qui a destra), il quale in un’intervista a Il Sabato, settimanale vicino a Comunione e Liberazione e finanziato anche da Silvio Berlusconi, aveva affermato testualmente: “[L’Aids] è un castigo di Dio, evidentemente, perché prima non c’era. […] È una malattia terribile che colpisce il peccato direttamente. Purtroppo la malattia si espande da costoro agli altri, innocenti, e così li hanno sulla coscienza. […] Il mondo ha progredito soprattutto nei sette peccati capitali. Dio per risposta ci ha mandato l’Aids”.
Non stupisce che il persistere di una tale visione del mondo – con tutto quel che ne consegue – tra i gerarchi di un’istituzione che, presumendo di essere depositaria dell’unica “Verità” rivelata, si ritiene in diritto e in dovere di pretendere di imporne il dettato all’intera società civile, indipendentemente dal credo e dagli orientamenti ideologici di ciascuno, possa condurre anche a intemperanze come quella patita dal presule belga, magari non giustificabili, ma più che comprensibili.

Blog cattolico tradizionalista, che riporta la lettera dell’episcopato italiano (presidente Giuseppe Siri) al clero sul laicismo, datata 25 marzo 1960, rimarcandone l’attualità e validità:
http://unafides33.blogspot.com/2010_03_28_archive.html
Sito dedicato al cardinal Siri, con biografia e rassegna di quanto scritto da lui e su di lui:
http://www.cardinalsiri.it/






(Ferdinando Bonora)

1 commento:

  1. <<<[L’Aids] è un castigo di Dio, evidentemente, perché prima non c’era. […] È una malattia terribile che colpisce il peccato direttamente...>>><<>>

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