martedì 12 ottobre 2010

OLI 273: GIUSTIZIA - Aldrovandi: le tremende parole della verità

E' sabato 9 ottobre 2010 e nel blog della famiglia Aldrovandi vengono scritte parole molto tristi, non solo per il significato privato del dolore di una madre che ha perso un figlio, ma anche per la fotografia pubblica che viene fatta dello stato della giustizia in Italia, dove un omicidio viene liquidato, di fatto, senza nemmeno un giorno di carcere per nessuno. La signora Aldrovandi cerca almeno di considerare la cifra offerta dal ministero (in cambio del silenzio giudiziario) a titolo di scuse ufficiali della Polizia, in assenza di una qualsiasi azione istituzionale reale in tal senso. Come fosse un secondo funerale e con quattro poliziotti condannati per omicidio colposo ancora in servizio attivo. Il post non viene riportato sui principali media istituzionali, ma solo su blog e iniziative giornalistiche in rete: sembra doveroso citarlo integralmente.

(Dal Blog federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/federico_aldrovandi/2010/10/09/risarcimento/)
"SABATO, 9 OTTOBRE 2010
Risarcimento
Questo è un passo importante, almeno così pensavo.
Mi sono chiesta tante volte se accettare significava vendere mio figlio.
Ma purtroppo Federico non me lo potrà restituire nessuno e io non ho nemmeno più la forza di odiare.
Mi piace pensare che questo sia un gesto riparatore dello stato e delle istituzioni nei confronti miei e della mia famiglia.
Doveroso e significativo. Così mi piace pensare, perché i poliziotti che hanno ucciso mio figlio non faranno un giorno di carcere mai, anche se proseguissimo in appello e in cassazione, perché i poliziotti che hanno ucciso mio figlio rimarranno in servizio anche se vinceremo in appello e in cassazione.
Questo non è giusto, e siccome l’odio dentro di me non deve prevalere sull’amore che ho ancora e sempre per Federico mi piace pensare che lo stato mi abbia chiesto scusa
perché altro non mi rimane. L’unica soddisfazione è quella di avere restituito la verità sulla sua morte e sulla sua memoria, ma nessuno putroppo pagherà per ciò che ci hanno fatto
perché questa è l’Italia"

(Stefano De Pietro)

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