mercoledì 2 giugno 2010

OLI 263: SPORT - Vince il calcio sentimentale e multietnico

In tempi di migrazione consistente e di fronte ad un paese di fatto già multietnico il calcio italiano è in ritardo così come la politica e l’informazione: il commissario tecnico della nazionale italiana di calcio ha solennemente dichiarato qualche mese fa: "È bellissimo lo spirito di questi giocatori con il doppio passaporto che avvertono questo richiamo verso la maglia azzurra, ma non vogliamo fare una Nazionale con tantissimi elementi con queste caratteristiche". E recentemente parlando dell’Inter, Lippi ha detto che è una “grandissima squadra, ma non è italiana”.
Malgrado la chiusura e il “nazionalismo” del calcio italiano e di chi lo governa, malgrado un ambiente ostile e qualche volta corrotto (vedi calciopoli), l’Inter non ha rinunciato al suo carattere multietnico: giocatori italiani e di tante altre nazionalità (argentina, brasiliana, romena, serba, olandese, colombiana, ecc.), africani, zingari e musulmani (prima di Muntari c’è stato l’algerino Madjer (*) il “Tacco di Allah”). Squadra vincente e piena di “stranieri”, squadra lombarda e “badana”, esempio della forza vincente dell’integrazione e della convivenza multietnica è una presenza che, in modo naturale ma molto efficace, rende felici gli antirazzisti e disturba, sconcerta e da fastidio a nazionalisti, xenofobi e razzisti.
Non occorreva la vittoria in Champions, la tripletta o i cinque scudetti vinti di fila per capire la grandezza dell’Inter. Da piccoli ci insegnavano che nello sport, come nella vita, è importante la partecipazione e non la vittoria sempre ed a qualunque costo. Rispetto alle altre squadre c’è qualcosa di diverso nell’Inter, un qualcosa che rende più umano un calcio degenerato: qualcosa di sentimentale, di gentile, di rispettoso, di generoso e di sportivo ed è rappresentato da Massimo Moratti. Una figura unica nel calcio italiano, c’era soltanto un altro che gli assomigliava: Paolo Mantovani il presidente della Sampdoria che ha vinto lo scudetto.

* Nella stagione 1988/89, l'acquisto di Rabah Madjer, è ufficiale, con tanto di presentazione alla stampa e foto ricordo. Ma dalle visite mediche emerge un infortunio grave che fa saltare l'ingaggio.

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